Rivista italiana di paleontologia e stratigrafia
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DI PALEONTOLOGIA 119<br />
Ellìpsoi<strong>di</strong>na, dai chilostomelli<strong>di</strong> ai nodosari<strong>di</strong> ; Alveolma, dai mi-<br />
lioli<strong>di</strong> alle fusulinine ; la famiglia dei nummaliti<strong>di</strong> scompare, e i<br />
componenti <strong>di</strong> essa entrano a formare due sottofamiglie in quella<br />
dei rotali<strong>di</strong>, ecc. ecc. F.<br />
Rhumbler (L.) — Ueber <strong>di</strong> phylogenetische Bedeutung der en-<br />
tosolenen Lageninen. — Zool. Ani^eiger, anno XVIII, pa-<br />
gine 172-179. Con IO figure.<br />
Neumayr si è già opposto all'ipotesi che le lagenine siano<br />
da riguardarsi come la forma originaria delle nodosarine, ritenendo<br />
invece che le prime siano nodosarine che hanno perduta la capacità<br />
<strong>di</strong> generare nuovi segmenti. L'A. si trova d'accordo solo in parte<br />
con Neumayr, poiché crede che le lagenine siano derivate dalle<br />
nodosarine per il semplice <strong>di</strong>stacco dei segmenti, determinato sul<br />
principio da azioni esterne e più tar<strong>di</strong> da un'azione spontanea del-<br />
l' animale.<br />
Il processo originario <strong>di</strong> moltiplicazione delle lagenine, in rap-<br />
porto <strong>di</strong>retto colle nodosarine, consiste nell'uscita del sarcode dalla<br />
loggia, nella costruzione <strong>di</strong> una nuova loggia in cima alla prece-<br />
dente, e nel <strong>di</strong>stacco <strong>di</strong> essa in seguito a rottura del tubulo sottile.<br />
Le lagene <strong>di</strong>stome dell'attualità rappresentano appunto questo modo<br />
semplice <strong>di</strong> moltiplicazione. Ma se invece il sarcode uscito dalla<br />
loggia <strong>di</strong>scende lungo il collo <strong>di</strong> essa e si forma una nuova loggia<br />
che ricuopre il collo medesimo, allora, verificandosi il <strong>di</strong>stacco in<br />
corrispondenza della sutura, accade evidentemente che il collo della<br />
prima rimane nell'interno della seconda loggia. Tale è l'origine<br />
delle forme entosoleniche. Da principio la seconda loggia potè cer-<br />
tamente possedere due tubuli, uno interno e uno esterno, avendosi<br />
così una forma <strong>di</strong>stoma entosolenica, <strong>di</strong> cui fornisce un bell'esempio<br />
la L. aspera dell' attualità. È molto probabile del resto che origi-<br />
nariamiente la separazione tra due logge procedesse con maggiore<br />
lentezza, e che rimanendo esse unite per un certo tempo, l'apertura<br />
della seconda loggia fosse conservata per le necessità della vita ; ma<br />
che più tar<strong>di</strong>, quanto più rapida si fece la separazione, tanto più<br />
inutile <strong>di</strong>venisse quell'apertura, fino a scomparire interamente, come<br />
avviene in quasi tutte le entosolenie. Quanto alla riproduzione <strong>di</strong><br />
queste, l'A., alla domanda: « come avviene che un'entosolenia<br />
possa, riproducendosi, fornire il proprio tubo, che è interno, alla<br />
loggia figlia? » risponde citando due figure <strong>di</strong> Brady (Chall. ,<br />
pag. 441, fig. A', /), dalle quali si rileva come la loggia entosolenica