Rivista italiana di paleontologia e stratigrafia
Rivista italiana di paleontologia e stratigrafia
Rivista italiana di paleontologia e stratigrafia
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
DI PALEONTOLOGIA .<br />
45<br />
posteriore, con le ra<strong>di</strong>ci obliquamente inclinate all' in<strong>di</strong>etro; per<br />
cui si può ritenere che assai limitato fosse lo spazio riserbatogli<br />
nella mascella, e che in <strong>di</strong>rezione sagittale tutta la dentatura fosse<br />
molto ridotta. Dall' aspetto generale facilmente si giu<strong>di</strong>ca che deve<br />
avere appartenuto ad una forma somigliantissima all'uomo; solo<br />
<strong>di</strong>versifica dal corrispondente molare umano per la grandezza assoluta,<br />
per la superfìcie masticante più rugosa e pel tubercolo<br />
me<strong>di</strong>ano un po' più sviluppato. Ma si accosta anche molto al M. 3<br />
degli Hylobates e degli Anthropopithccus, specialmente per la relativa<br />
riduzione d'ambo i tubercoli posteriori. Anzi opina il Dubois<br />
che la dentatura del Pithecantropus fosse del tipo stesso <strong>di</strong><br />
quella degli antropoi<strong>di</strong> ora ricordati , e non possedesse , benché<br />
vicinissima alla umana, la forma a ferro <strong>di</strong> cavallo che caratterizza<br />
quest' ultima.<br />
Assai lievi sono le <strong>di</strong>fferenze tra il femore del Pithecanthropus<br />
e quelle dell' uomo, ed occorre, per rilevarle, tutta 1' accuratezza<br />
<strong>di</strong> cui fa prova il Dubois nell'esame comparativo <strong>di</strong> questo<br />
« Schlusselbein der Skeletmechanik «. Nell'aspetto generale come<br />
nella grandezza, nella forma dell' articolazione inferiore , nell' angolo<br />
<strong>di</strong> torsione ecc., la corrispondenza è completa ; solo si può<br />
avvertire la mancanza àeW angiiliis me<strong>di</strong>alis ^ lo sviluppo minore<br />
del plajmm popliteiim e della linea obliqua, e la forma concava<br />
della cresta intertrocanterica. Il femore fossile si scosta assai<br />
più da quello delle Simiidae. Nel gorilla, oltre all' esser maggiore<br />
la grossezza dell' osso rispetto alla lunghezza, manca del tutto la<br />
torsione intorno all' asse longitu<strong>di</strong>nale, e la testa è meno sferica.<br />
Anche nelle Simla il femore è più grosso, ha il collo più sottile,<br />
manca dì fossa capitis e <strong>di</strong> crista femoris e presenta nei con<strong>di</strong>li<br />
e nella troclea tipo affatto <strong>di</strong>verso. Così pure, confrontato con<br />
quello degli Anthropopithecus, il femore fossile è più slanciato, ha<br />
lunghezza relativa ed assoluta maggiore, forma <strong>di</strong>fferente nel<br />
corpo e più ancora nell'articolazione inferiore; e in senso poco<br />
<strong>di</strong>verso s' allontana da quello degli Hylobates.<br />
In base al principio della completa armonia tra la forma<br />
e la funzione delle ossa, conchiude il Dubois, il possessore <strong>di</strong><br />
un femore così fatto doveva essere un animale a stazione eretta,<br />
che camminava su due gambe come cammina 1' uomo. Cessando<br />
<strong>di</strong> funzionare come organi <strong>di</strong> locomozione, le estremità<br />
anteriori dovettero via via <strong>di</strong>fferenziarsi, fino a <strong>di</strong>venire organi<br />
perfetti <strong>di</strong> prensione e <strong>di</strong> tatto. Questa <strong>di</strong>visione <strong>di</strong> lavoro fra le<br />
estremità è il punto <strong>di</strong> partenza per un processo evolutivo <strong>di</strong> tutto<br />
il corpo, che dà per risultato finale la forma uomo. Il Pithecantropus<br />
erectus, verosimilmente <strong>di</strong>sceso dagli Anthropopithecus , i<br />
quali alla lor volta hanno per antenati i Prothj-lobates, sarebbe<br />
dunque il precursore imme<strong>di</strong>ato della specie umana.<br />
Non si può tacere delle objezioni che già ve<strong>di</strong>amo elevate<br />
contro quanto afferma il Dubois. In una recensione comparsa<br />
pochi giorni fa nella « Nature » <strong>di</strong> Londra (^), viene molto chia-<br />
O<br />
Voi. 41, n. 1311