Rivista italiana di paleontologia e stratigrafia
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74 RIVISTA ITALIANA<br />
sporangi, rendeva possibile lo sviluppo <strong>di</strong> macrospore particolar-<br />
mente favorite, le quali ottenevano la loro relativa grandezza alle<br />
spese delle vicine che rimanevano ru<strong>di</strong>mentali. Tutta l'analogia ci<br />
permette <strong>di</strong> supporre chea queste macrospore fosse congiunta la for-<br />
mazione <strong>di</strong> un protallo femminile; nei microsporangi non vedesi<br />
alcun accenno <strong>di</strong> spore abortive: tutte avevano uniforme grandezza.<br />
L'asse dello strobilo della C casseana ha una zona ben marcata<br />
<strong>di</strong> legno secondario, offrendo così una <strong>di</strong>retta prova dell' esistenza<br />
<strong>di</strong> uno sviluppo secondario in una crittogama eterospora.<br />
Gli Autori poi notano che la forma descritta da M. Renault<br />
col nome <strong>di</strong> Bruckmannia Grand' Euryi ha l'aspetto esterno <strong>di</strong><br />
Calamostachys e la struttura <strong>di</strong> Calarnìtes: sarebbe perciò possibile<br />
che le specie da essi descritte fossero nate in cauli a struttura <strong>di</strong><br />
Calarnìtes : ciò peraltro non potrà essere ritenuto vero che quando<br />
si saranno trovati gli strobili in <strong>di</strong>retta continuità cogli organi ve-<br />
getativi.<br />
Sphenophvllum. — E ben conosciuta 1' anatomia <strong>di</strong> varie spe-<br />
cie non dubbie <strong>di</strong> Sphenophyllum^ e nessuno dubita che alcuni<br />
fossili in varie memorie descritti sotto il nome <strong>di</strong> Asterophyllites<br />
siano realmente Sphenophyllum. La prima specie stu<strong>di</strong>ata dagli<br />
Autori è lo S. plurifoliatum (Asterophyllites sphenophylloides) il<br />
cui legno primario è centripeto e rassomiglia lontanamente a quello<br />
delle recenti Licopo<strong>di</strong>acee, colle quali del resto avea ben poco <strong>di</strong><br />
comune. Il cambio in alcuni esemplari trovasi eccellentemente con-<br />
servato, il quale fatto rimuove ogni dubbio sulla formazione del<br />
legno secondario in tali piante. Gli steli pii!i vecchi hanno un largo<br />
ammasso <strong>di</strong> tessuti secondarli all'esterno del cambio; essi si vedono<br />
consistere in parte <strong>di</strong> vero floema e in parte <strong>di</strong> strati interni<br />
peridermici.<br />
La seconda specie è Io S. insigne {Asterophyllites insignis<br />
Will.) la cui generale anatomia concorda con quella della specie<br />
precedente, a parte alcune <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> dettaglio. La più impor-<br />
tante particolarità <strong>di</strong> struttura consiste nella costante presenza <strong>di</strong><br />
raggi midollari continui nel suo legno secondario.<br />
Nel floema si trovano larghi elementi perfettamente simili a<br />
vari cribrosi.<br />
I maggiori esemplari, che hanno perduta la corteccia prima-<br />
ria per la formazione del periderma, hanno una sezione trasversa<br />
molto simile a quella <strong>di</strong> una ra<strong>di</strong>ce. Alcuni autori perciò hanno<br />
negato che essi appartengano a Sphenophyllum^ ed hanno suppo-<br />
sto che siano ra<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> piante per ora sconosciute. Ciò è er-