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Rivista italiana di paleontologia e stratigrafia

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DI PALEONTOLOGIA 43<br />

lis Haeck. , Sethocyrtis<br />

cyclas ; i ; Tricolocapsa<br />

i ;<br />

i ;<br />

Sethopilium i ; Dicolocapsa i ; Calo-<br />

Cyrtophormis 2 ; Lithomitra i ; Eusyringiiim<br />

i ; Stichocapsa i ; Cyrtocapsa ; 7 Dictyospyris 5 ; Therospyris<br />

i ; Cantharospyris i ; Botryopyle 3 ; Botryocella i<br />

;<br />

Botryocyrtis i ; Plagiocarpa i ; Zygocircus 2.<br />

Quanto alle cause che poterono determinare una così ragguardevole<br />

accumulazione <strong>di</strong> organismi silicei in punti limitati<br />

dei depositi miocenici, io non sarei alieno dall' ammettere, con lo<br />

Spezia (^), che per la moltiplicazione <strong>di</strong> quelli organismi costituisse<br />

una con<strong>di</strong>zione eccezionalmente favorevole la sovrabbondanza<br />

nelle acque <strong>di</strong> silice endogena. Se infatti una sorgente geyseriana<br />

fosse scaturita sul fondo del mare miocenico, i ra<strong>di</strong>olari avrebbero<br />

prosperato intorno a quella, originandosi cosi un accumulo,<br />

limitato in estensione, <strong>di</strong> questi organismi. Quanto all'altra ipotesi,<br />

opposta dal Pantanelli (^) allo Spezia, secondo la<br />

quale accumulazioni consimili sarebbero dovute al trasporto loro<br />

nel Me<strong>di</strong>terraneo, operato da « una corrente proveniente da regioni<br />

<strong>di</strong> facile sviluppo <strong>di</strong> organismi silicei e calcari d' origine<br />

pelagica, obbligata a percorrere un mare relativamente ristretto,<br />

dove potendo affluire acque dolci e limpide fosse favorito in<br />

parte lo<br />

ni dello<br />

sviluppo <strong>di</strong> questi organismi » oltre che dalle osservazio-<br />

Spezia mi pare infirmata da due fatti. Il primo è quello<br />

della in<strong>di</strong>pendenza delle faune (provata specialmente da quella<br />

<strong>di</strong> Caltanissetta) la quale non potrebbe verificarsi qualora tutti i<br />

ra<strong>di</strong>olari fossero stati realmente trasportati da un' unica corrente. Il<br />

secondo è almeno nel nostro caso, il fatto della natura abissale<br />

della fauna, che <strong>di</strong>mostra 1' impossibilità del trasporto per mezzo<br />

<strong>di</strong> una corrente marina, naturalmente incapace <strong>di</strong> agire a gran<strong>di</strong><br />

profon<strong>di</strong>tà. Il Pantanelli osserva allo Spezia che con una sorgente<br />

geyseriana non si sarebbero arricchite sensibilmente <strong>di</strong> silice<br />

le acque del mare; ma questa obbiezione, che può sembrare<br />

giusta a prima vista, perde forse del suo valore quando si osservi<br />

che anche la produzione <strong>di</strong> una piccola quantità <strong>di</strong> silice può<br />

mantenere in aree ristrette del fondo marino uno strato <strong>di</strong> acqua<br />

relativamente molto silicifera, per la grande lentezza della <strong>di</strong>ffusione.<br />

In questo strato poteva quin<strong>di</strong> benissimo prosperare una<br />

fauna <strong>di</strong> natura abissale quale è quella dei ra<strong>di</strong>olari <strong>di</strong> Arcevia.<br />

Invece quanto alle <strong>di</strong>atomee, abbondanti nella marna stu<strong>di</strong>ata<br />

non meno dei rizopo<strong>di</strong> e degli spongiari, è lecito ammettere il<br />

trasporto operato dalle correnti che lambivano la costa.<br />

E. Tedeschi.<br />

(1) Spezia — La silice nei tripoli <strong>di</strong> Sicilia — Atti della R. Ac.<br />

delle Se. <strong>di</strong> Torino, voi. XXIX. 1894.<br />

{*) Pantanelli — Zona miocenica a ra<strong>di</strong>olarie dell' Appetinino<br />

settentr. e centr. — Atti della Soc. dei Nat. <strong>di</strong> Modena, serie III, voi. XII.<br />

18tì4, pag. 170.<br />

. ^[a]^4-<br />

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