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Rivista italiana di paleontologia e stratigrafia

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no RIVISTA ITALIANA<br />

plasma della specie C. fvagarìa non può certamente mutarsi in<br />

quello della C. cassis, ne deriva la conseguenza, che in quest' e-<br />

semplare vi sono due in<strong>di</strong>vidualità <strong>di</strong>stinte, delle quali la seconda<br />

è succeduta. meccanicamente alla prima, quando questa si trovava<br />

nel declinare della sua forza vitale ». Per spiegare poi la presenza<br />

<strong>di</strong> queste due in<strong>di</strong>vidualità <strong>di</strong>stinte in un solo esemplare, 1' A.<br />

ricorre alla seguente ipotesi . «. Mentre la prima parte, che appar-<br />

tiene alla C. frag-aria, si trovava in quiete in mezzo alla sabbia,<br />

casualmente una cellula embrionale proveniente da una C. cassis<br />

vi sì depositò sopra il protoplasma uscente dall' apertura deli' ultima<br />

camera, ed essendo questa cellula <strong>di</strong> C. cassis rimasta aderente al<br />

protoplasma della C. fragaria, trovò con<strong>di</strong>zioni favorevoli per il<br />

suo sviluppo e senza servirsi della vitalità della prima vi crebbe<br />

quasi fondando la sua conchiglietta sull'antica della C. fragaria ».<br />

L' esemplare proviene dall' eiveziano <strong>di</strong> Torino. F.<br />

Dervieux (E.) — I foraminiferi della zona ad Amphistegina,<br />

presso Pavone d'Alessandria. -- Ibidem, p. 113-115.<br />

In una marna sabbiosa giallastra pliocenica, <strong>di</strong> cui ha scritto il<br />

prof. Sacco in uno dei suoi lavori, 1' A. ha riscontrato numerosi<br />

esemplari <strong>di</strong> Amphistegina Lessoni d' Orb. , e otto altre specie <strong>di</strong><br />

foraminiferi, fra cui la Textularia trochus à' Oxh. Pare all' A. «che<br />

la T. gramen d' Orb. debba essere sinonima della T. trocìnis o tutto<br />

al più una varietà della medesima ». F.<br />

Foresti (L.) — Enumerazione dei brachiopo<strong>di</strong> e dei molluschi<br />

pliocenici dei <strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong> Bologna, — Boll. d. Soe. Malac.<br />

hai., voi. XVIII, pag. 241-413. Modena 1895.<br />

L'A. continua la descrizione dei lamellibranchi pliocenici del<br />

Bolognese, fornendo copiose notizie intorno a 141 specie e 49 varietà,<br />

spettanti a 43 generi e 21 famiglie, fra le quali quelle dei Vene-<br />

ridae, dei Car<strong>di</strong>idae, dei Nuciilidae ^ degli Arcidae e dei Pectini-<br />

dae, sono rappresentate dal maggior numero <strong>di</strong> specie. Delle 190<br />

forme descritte 24 sono nuove : Psammobia ferroensis (Chemn.)<br />

var. /d'erw, Meretrix pedemontana (Agassiz) var. sulcata, Car<strong>di</strong>um<br />

inaequicosta, C indetcrminatiim , C. {Laevicar<strong>di</strong>iim) cypriiim<br />

(Brocchi) var. gracilis, Nu<strong>di</strong>la felsinea , Yol<strong>di</strong>a subtrigona, Tin-<br />

darla interme<strong>di</strong>a , T. fragilis , Arca {Barbatia) arenosa, A. (B.)<br />

Berta , A.(Anadara) <strong>di</strong>luvii Lam. var, rotundata, Limopsis clathrata

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