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Le imprese illustri del S.or Ieronimo Ruscelli.

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DVCA. DI FIORENZA.. i3J<br />

Eaqual'è un ramo, che fi fuelle dairarb<strong>or</strong>e,rimanendouene però', Se come fi*<br />

biro fuccedendouene un'altro. La qual'Imprefa in quant'alla figura uerrebbe<br />

in effetto ad auer qualche imperfettione . Percioche non fi può in niun modo<br />

comprendere per la figura quell'atto di fuccedernefubito un'altro in luogo<br />

<strong>del</strong> primo,che ne fia fuelto.Et mi marauiglio molto, come il Giouionó auuer<br />

riffe quella imp<strong>or</strong>tàtiflìma parte,efTendo quelle medefime le Tue parole.Figu-<br />

, , rando un ramo,fiielto dall'arb<strong>or</strong>e, in luogo <strong>del</strong>quale ne fuccede fubito vn'-<br />

altro.il qual atto,com'h© già,detto è imponibile , che la figura per fé fleflà ci<br />

polla efprimere.Ma quello vitio,ò quella imperfettione le fi uien' à toglier'in<br />

tutto con l'aiuto <strong>del</strong>le parole Vno, avviso., <strong>Le</strong> quai due fole badano, &<br />

fono più leggiadramente pofle,che con l'aggiunta <strong>del</strong>l'altre, Tslgn deficit alter.<br />

Percioche queflacofa <strong>del</strong> rimo aureo,ilqual colfe Enea per <strong>or</strong>dine <strong>del</strong>la Sibil-<br />

la nel uoler discender' all'inferno,che Virgilio narra nel fello <strong>del</strong>l'Eneida, è tato<br />

nota,che tofto, che fi vede quella figura con quelle due parole, fi uien' ad<br />

intender tutto il reflo;& vengono le parole à far comprender con laméte <strong>del</strong><br />

remirate,quello, che p fé fleflo alle figure è comeimpoflìbile à.rappra(entare.<br />

Ora, l'interpretation <strong>del</strong>l'Imprefa è fàciliflìma , auendola iiDuca fatta nel<br />

principio <strong>del</strong> fuo principato per moflrar'à i maligni,che alla Cafa de' Media,<br />

fé ben n'era flato eflinto iiDuca Aleflàndro, non mancheranno mai huomi-<br />

ni da fuccedere nei Principato,ò nel gouerno di quella Repub.ilche tanto pia<br />

fi dee fperac'òra,uedendo,che egliefìèndo anc<strong>or</strong>gioueniffimo,& fano,&attif<br />

fimo à far de gli altri figliuoli , fé ne troua. auer tanti mafehi , & femine , & il<br />

primo già in età da faper gouernare,& da poter far' al padre ( fecondo la pro-<br />

mefTa di Dio a gli huomini giufli^ueder'i figliuoli , & anc<strong>or</strong> i primi,& fecondi<br />

nepoti de' fuoi figliuoli.<strong>Le</strong> parole di Virgilio,quado la Sibilla inflruifce Enea<br />

à douer far pruoua di coglier quel ramo,dicono, Trimo auulfo . Ma per accom<br />

modarlein quella Imprefa,quel giudiciofiflìmo gétil'huomo Pier Francefco<br />

daRiui, che fecondo il Giouio ne fu inuent<strong>or</strong>e, mutò molto gentilmente la<br />

parola,Trimo, & ne fece, yno>c\ie qui per quefla intentionc fta molto meglio,<br />

& èlecito,& uaghiflìmo il farlo..<br />

Llropre-

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