Le imprese illustri del S.or Ieronimo Ruscelli.

fr*
DI BARTOLOMEO
^fentfa di pio, pjer yOler man$feftarci ihmoda di condurci alla catitempfatfo-
rK.della ftja gloria |e*Ja fsak *delW cofe Create, o per foftenerla^cbilezztt del
la vifta così mentale, come cp/pora^e de di h uomini non purificati, che non
reggerebbe à tàhtfe fplejMor^ Et così alL'jccontto poi-quanào talVifta noftra
fi conofea dalla diuina Maefti fua tanto oflfufcata & tenebrofa, che picciola &
velata luce le farebbe come inuifibile , par che foglia quella infinita & ineffa-
bile bontà adoperar con diuerfa cagione ò intention dalla prima, la femplicc
& feoperta luce del fuoco» Il che manifefta mente fi può trarre dall'Iftoria del
la fantaBibia,che ci atTerma,come Iddio,effendofì fattofcorta,& duce del fuo
popolo nel deferto,& volendo che così con gli occhi del corpo,comé co quei
della mente s'auezzalfe a ftar fempre uolto & intento a lui , gli andaua dauan-
ti , ò gli precedeua come guida, il giorno in vna colonna di nuuola, & la notte
in vna colonna di fuoco. Onde fi può trarre il già detto, & molt'aitri prò fon-
difsimi mifterij , che qui non mi par neceflario ò conueneuole di voler'andar*
inueftigando più lungamente , ballandomi per Tefpofitione di quella Imprefa.
di foggiungere,che nell'ordine la colonna delle niyaoledeue tenerfì prima
& poi feconda quella del fuoco. Et le ragioni fono, prima perche nell'ordine,
dimoftratoci daDio, abbiamo, che a noi mortali furon prima le tenebre, che
la luce, & neiropéra della creatione dell' vniuerfo ,la fanta Scrittura incomin-
cia prima dalle tenebre o dalla notte,rcplicando tutti quei fei giorni:
Et fiat vefpere,& fiat mane^àks primus y di etfecmdus Zpf.
La feconda ragione e> perche il mondo in vniuerfale citato prima nelletene-
bre,che nella luce della gratia,concedutaci per la venuta del Redentor noftro.
La terza sperche,come s'è toccato di fopra,,la mente noftra non può dite ftef.
fa rifguarcìar fubito nella fempljcifsima luce & infinita dello fplendore & del-
la gloria di Dio, che fé ne oftufcherebbe,cV accecheria,& caderebbe eonfufa a
terra . Ma bifogna a poco a poco, cominciando dalle nuuole , che fono di materia
quafi meza fra il trafparente & l'opaco , venirli auezzando a rimirar po-
feia l'aere fereno , indi la Luna, & da quella il Sole, & così dimano in mano le
menti angeliche nell'edere & nei gradi ioro,comepiù diflefamente fi fon
moftrati in quello volume all'Imprefa di E nr i e a n. Re di Erancia, diùifando
per quella via la fcàla Platonica , & queltacatehdj per la quale d'vnair,
'altra fembianza puòThuomo venirfi idùandoairakà cagion prima, cioè a Dio
^Uddrfsimó,purifsimo, & incomprenììbile . Di che ancora molto più diftetemente
s'è ragionato nella mia L ettvra,
- Ora
per venire ali'efpofitione di queftaImprefa,ho da aggiungere (Juan-
•'tòfc'èdetto, che mdte volte là Scritura mette le nuuòl4,ò l'intende per le
'creature Angeliche', o miniftri di Dio ,. da 'rapir fa ménte noftra ài Cielo, b da
comunicare a noi la fua g-1'oria.Et fimilméte altre volte rinominalo circofcrJ-
%e efsiAngelijò miniftri Diuini,in forma dhfuoco.Onde è quello delPrefetà:
' Qjufivis \Angelos tuosJprhus ì& miniSÌYOs tùos ignem vrentefn.
%t polfono, o fanno > con quella intention e i dotti auuertire^come moltevol-
*ela Scrittura in quella ftefià operatane, oue vna vóifa nòmina Iddio efprefìamente
,, altra volta nomina l'Angelo , di che in quello luogo non accade di-
fcorrer'dtro. Voglio dunque per l'efpolìtidnèdì quella Imprefa. finir di