Le imprese illustri del S.or Ieronimo Ruscelli.

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D'ALBERTO
Che poco puro abbia con molta feccia ,
Se ne vede
auenire,che con lei non vale alcuna parte buona di virtù,d'ingegno,ò valor'
alcuno , ma (blamente fi muoua ò per vanità del ceruclJo fuo , ò per isfrenata
lufTuriajO per conformità di baflezza d'animo,com'è il fuo,o per altra vilifsima
cagione , & principalmene perl'auaritia ad amare qualche briccone ,
qualche fcelerato,qualche vile qualche ignorante, o altro sì fatto indignifsi
moanimalaccio. Et fé ancora con qualche perfona di non bafTò affare ella fi
moua, lo faccia folo per brutta auaritia, sì come con tanta leggiadria dimo-
ftrò il diuino Ariofto con tutte tre le prime danze del ventefimo Canto:
Che d'alcune dirò belle, e gran donne,
Ch'à bellezza , à virtù di veri amanti
A' lunga feruitù , più che Colonne
Io veggio dure,immobili, e collanti ?
Veggio venir poi l'auaritia , e ponne
Farsi, ehepar che fubito l'incanti,
In vn di fenz'amor , ( chi ria che'l creda ? )
A* vn vecchio,a vn brutto , a vn moftro le dà in preda.
Oue però couuien'auertire, chefe ben'egli in tai verfì dice Belle , Si
Gran Donne,non è da intendere , che egli però v'inchiuda le vere belle, &
le vere grandi . Pcrcioche vere belle fon quelle,che fon beile d'animo, & vere
grandi fon quelle,che fon grandi d'animo, ma egli dice di quelle, che fon ben
di bel córpo,ò bel volto,ma di bruttifsim'animo.Et grandi dice quiu i quelle,
che fi trouano in alto fiato della fortuna, la qual fu ole molto fpeflb alzar'indegnaménte
ad alto ftatomolte perfone indignifsime, sì come all'incontro
tener'oppreffi, & poueri de'beni fuoi molti huomini pienamente degni d'al-
tifsimo grado. Voglio dunque finir di dire, che con quelle tali di così brutto,
& vil'animo,è principale inftrumento il tempo à farle vincere . Il quale ha per
natura di non portar molto auanti le co fé violéte, & difeoprir'ogni cofj finta.
E{ molto più poi vale l'ingegno dell'huomo a conofcerle, & conuertirne
l*amorein odio, pentendolù&fdegnandofì d'auer porto l'amor fuo in donna,©
più tofto in femina così indegna, disi vil'an imo. Onde quello chenon
abbia potuto con lei operar' alcuna virtù di lui, alcun'arte, alcuna feruitù, de
alcuno ingegno, fi faccia poi per fola virtù dello Sdegno, sì come leggia
dramente moftrò il diuino Ariofto in Rinaldo, alquale, mentre andaua tutto
accefo per feguir'Angelicajfa apparirli Caualiero con la mazza di fuoco, che
prima lo libera dall'orrendo moftro , & poi condottolo alla fontana , & fanatolo
delfamore,gli fi manifcftò, che era lo fdegno, volendo quel diuino Poe-
ta moftrarcijche perfona di molto valore , & di nobil'animo , qual era Rinal-
do,artcorche per qualche fpatin di tempo , credendoli di poterli far degno di
premio dalla lui Donna,fi lafcialfein predi a i feniliche mirando di lei la bel
lezza delcorpo,l'induccanoadamaila, tuttauia poi che egli finalmente fi fu
accorto > che ella fenfualmente& sfrenatamente aueua più apprezzata vna va
ga bellezza di volto in vn fante , che tanto valore, tanto ..more, &: tanta virtù
in vnCaualiero,coin'egliera,fi riconobbe sì fattamente, & tanto potè in lui
la ragione, che lo fece fdegnared'auerla giumai amata, non che di più amar-
la, ne di feguida con tanta pena
Del quale