Le imprese illustri del S.or Ieronimo Ruscelli.

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Imprefa per amorofa. Percioche egli come Caualiere di nobil /àngue, de
di nation Francete, ò Prouenzalc,i quali per ordinario fono gentilizi*
mi d'animo, & amorofi di natura & profefsione , non fi reca fé non a fauore
d'effer tenuto , com'è veramente, amatore, & fcruitore di Donne , che ne fien
degne. Ma per quelli poi, a chi a lui appartiene, oc caro , che più à dentro
abbian contentezza de'fuoi penficri, ha procurato , che con quefta Imprefa fi
faccia nota la vera intcntion fua.Laquai'c,cheauendo egli daxxj. òxxxij.an-
niferuito il Re,di chi era fuddiro per nafeimcnto, & aucndolo particolarmen-
te feruito in Leuante cinque, ò Tei anni per Ambafciatore con canta debita fodisfattione
del detto Re, fi è trouatopoi finalmente perfeguit-no in modo
dalla malignità d'alcuni Tuoi auuerfarij, che egli era in tutto precifa la via di
poter pur andar'in alcun modo a domandar giuftitia al Re, allor Tuo Signore,da
chi,come da ottimo, & giudiciofifsimo Principe, la fperaua ficuramen-
te. Onde,vedendo la gran perfecutione di detti Tuoi auuefiarij,& i molti lacci
teli contra di lui , doppo l'elTerfi con vna lunga lettera , la qual'intcnde di vo-
ler mandar'in luce, giuftificato con Dio,& con chi gli fi conuiene, fu sforzato
di dar'orecchie à chi per fola generofacompafsione, & integrità d'animo li
promettcua , che la fòmma giuftitia & cleraentia del Re Catolico,
non aueria mancato di riceuerlo (otto l'ombra fua, per non lafciarlo patire
à torto , & riportar così indegno guiderdone dell'ottimo & fidelifsi mo feruir
fuo . Talche,effendofi il detto Re Filippo, con molta facilità indot-
to à riceuerlo fotto l'ombra & protettion fua , quefto Caualiere sì cerne
non volfe di fé prometter alcuna cofa in particolare, fé non la vita propria,
tempre prontisfima & paratisfima ad ogni occafione, ò comandamento di
quella Maeftà così non domandò alcuna particolar conditione ò gratia ,
fé non che gli folle lecito , non (blamente di non dir lui, ma ne pur d'afcol-
tar patientemente alcun fuo eguale, che in fua prefenza dicefle male della
perfona del Re Enr i co, primo fuo Signore, non volendo delle
lue perfecutioni attribuir alcuna colpa ad altri, che alla fua mala fortuna.
La qual modeftisfima maniera così ncll'offerire ò promettere, come
nel dimandare, piacque tanto al magnanimo Re Filippo, che
molto più lietamente l'accolfe. £t,auendo elfo Codignac à tal propoli to
leuata allor quefta Imprefa, oue fpogliandofi la vecchia mala Fortuna, s'auguraua
l'altra nuoua,6c migliore^ è veduto elfere flato come fatalmente augurio
alla Chriftianità tutta, poi che in quelli ftesfi giorni dell'arriuar fuo
alla Corte,in Fiandra, quei due gran Re, che tanto tempo auean fatta guerrainfieme,
fi fpogliarono ancor'esfi la lor vecchia commune Fortuna, che
glifaceasì nemici. Et propriamente nella fteifa nuoua ftagione dell'an-
no quando , non fblo le ierpi , ma ancora gli arbori , & la terra fi veftorio di
nuouo manto , & il rinouano:, iì rihoUarono ancor'esfi il vecchio Itile fra loro
, veftendofi di nuoua forte , & ancor di nuouo animo , diuenendo ami-
ci , & parenti con nodi ftrettisfimi di vero amore, & con feguen rem ente
nuoua, & miglior Fortuna alla già tanto per quelle lor prime difeordic travagliata
Chriftiana Rcpublica . £t in particolare l'Autor dell'Imprcfa
cominciò fubito à fentir gli effetti de' fuoi ftesfi auguri}, auendolo quel
granRe i àchinuouamente s'è dedicato, trattato cosi bene di parole , d'a-
iuti