Le imprese illustri del S.or Ieronimo Ruscelli.

CORSO. 485
ciparli con chine ha moflfrato defiderio , ma non volendo con alcuna
induftria porle in alro da fé frefib. Il che tutto è fiato dame toccatocofiin
corfo,perauerne la chiarifsimaintcntionedcirefpofitione di quella bcllifsima
lmprefa fua,ch.'è vn'AnfiteatEO,coi Motta SpagnuoW
Elbuenoàfimifmo.
ywbonwìpfefibi.
L'huomo.ch'è veramente buonore teatro ò anfiteatro à fé fteflb,cioè, chi ama
le virtù & la bontà per vera virtù & bontà d'animo ,non attende, ne cura di
farne fpettacolo al mondo , ne che i popoli li tengan volti gli occhi fopra , &
lo laudino , ma fi contenta della confapeuolezza di fé fteflo , & s'appaga che
l'animo ftiofappiailverode'fuoiftudii, & di tutti i defiderii , &difègni fuoi.
Con che vien certamente à viuer feliciflìmo ,& confèguir il degno premio , &
l'ottimo fine de gli ftudii , & delle virtù fue , non effendo efpofto alla leggiera
vanità, & ignoranza di molti x che fenza alcuna fatica ò confiderà tione fi met
tono àfarcenfùra delviuerc altrui, non fecondo che quello è, ma fecondo
cheefsi fono, ne alla malignità &inuidia d'infiniti, fempre pronti àfpruzzar
il veleno loro, né alla degnifsima della sferza d'Vlilfe con Terfite arrogante
& feiocca p rofefsion di molti. I quali fpcrando di farfi
Non per fàper,ma per contender chiari a
fìan fubito apparecchiati , non per far giudicio d'infinite cofè dotte, & rarc,&
degne difomma gloria, che fi veggono nell'onorate fatiche duno fcrittore,
ma come Momi, ò molto peggio , à notar fubito fenelle ftampe, ò nella ferit-
tura , ò ancor forfè, come auien'in ogni cofa vmana , nell'intelligenza medefima
dell'Autore fofle qualche piccolo neo,o errore, & la più volte non vi ePfendo
, 1 ignoranza & la malignità , & inuidia & pefsima natura loro gli fa
giudicar che yifia. II che tuttofi vien'à fuggire con molta felicità con quefto
bellif'imo documento di quefta lmprefa vfata da quefto gentilh 110 -
ino pi 11 per vna rara mod^ftia della fua Natura , che per bifo
gno,fapendoiì;C h e vna virtù rara & famofa, & illl|
lire nel colpetto del mondo , riceue non
men gloria dal vano biafmo degli
ignoranti , & maligni , che
dalle degne & me
riteuoli
lodi de i dotti, & de'buoni, per
chi foli li ha da tener
cara la virtù,& la
bontà ve-
ra.
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