Le imprese illustri del S.or Ieronimo Ruscelli.

R E G I N A DI SPAGNA. :±ùq
ftare , & à dar luce à tutto quefto noftro inferior mondo, l'abbian à far noti
più con interuallo di tenebre,&diuifamente,ma tutti in un tempo ileilo, Se
unitamente. Et perche ben ella conofee , che ciò per corfo umano farebbe dal
mondo tenuto imponìbile, come fin qui l'efpenenza ha moftrato in tutti i
predeceflori di eflì Re,ella con le figure della fua Imprefa, che moftrano que-
lli naturalcimpoflìbilità nel Cielo, viene à leggiadraméte moftrare,cheadù
que (la per farli per fo!o fàuore, & uoler di Dio , al quale niuna cofa è impol-
fibile,béche paia marauigliofa ne gli occhi noftri. Nella qual (entenza mi ricordo,
ch'io dagiànouc anni feci vn Sonetto alla Regina Caterina, madre
di quella giouene, fopra il Teodoreto della Prouidenza di Dio , dedicatole
da Paolo Rofello Padouano,mio amiciflìmo:oue mi ricordo che io, non for-
fè fenza mouimento fuperiore, annunciauain foftanza quello vniuerfale
fplcdore,& acquifto di tutto il mondo alla Fé di Grido per mezo fuo,quatunque
per corfo ordinario fi potteftè allora tener come impo (Ubile. La chiufa del
qual Sonetto mi par,che fofTe quefta,parlando della diuina Prouidenza :
Quafi uoglia inferir'op ra mortale
Ciò far non può, ma fol perfetta,e uera
Prouidenza è di Dio,che così fia.
Et potrebbe ancor dirfi, che quefta Regina di Spagna, di chi è Nmprefa,
abbia uoluto leggiadramente moftrar d'accennar' à quello del Sacro
Scrittore dell' Apocahfte, il quale pronuntiandola perfettione, Se felicità
Erit Cdum nouum, & Terra noua. (dell'uniuerfo dice,che.
La qual Terra, deuendo fi prefupporre allora purificata,&lucidi(Iìma, come
faranno parimente i corpi de' beati , non è da credere, che fia per fàr'ombra,&à
cagionar le tenebre della notte ;Se tanto più, ch'ella allora deuerà
auer' il Cielo (labile, non uolubile. Talché in un tempo fteilb, con l'infini-
to,»^ à noi incomprensibile poter di Dio, niun Iumeoflufcherà l'altro, riceuendo
tutti {labilmente fenz'altro mezo la luceloro dal fommo Iddio. Onde
quefta Imprefa,infpirata diurnamente , uenga à uoler moftrar la prefente,
ò uicinilfima felicità di quello noftro mondo per l'union della fede Se lo fta-
bile , & perpetuo fplendore fenza concorrenza , o alteratione, Se offufeatione
alcuna fra eflì primi lumache l'hanno à fare .
Et perche ancora noi fappiamo , eh e qualunque terreno abitatore di que-
llo noftro inferior mondo ha fempre emisferio , cioè, non vede mai fé non la
metà del Cielo, onde non polliamo ueder mai de' lumi celefti fé non quello,
che (la nel noftro fuperior' emisferio , potrebbe forfè quefta ualorofa Regina
auer co quefta fua Imprefa uoluto moftrar'à fé fteflà,& altrui, che ella lì truo-
ui con la mente tanto eleuara,&vnitacon Dio che'l Cielo le uenga ad efTer
tutto vifibile, non per emisferio , Se diuifo, ma rutto intero, Se così ueda in
elfo tutti ifuoi lumi in un tempo (ledo , come di Cielo lo ueggonoiBeati.Et
così uenga confeguen temete a moftrar la pienezza dell'obligation fua à Dio
per tanta grana, & il colmo della fua contentezza di uederiigià felicemente
conleguitetuttequellcgratie,le quali il padre, la madre, & il marito aueano
fapute defiderare,& augurare à fé fteilì,à ìei t Se al mondo, le quali trafeendono
ogni corfo umano, & le quali non s'abbiano fé non per particolare, Se
efprello uoler e, «Si fàuor di Dio •
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