Le imprese illustri del S.or Ieronimo Ruscelli.

4o DELl/VNICO ACCOLTI ARETINO
didezza,& nello ftiIe,ett"endo per molt'arini auanti andata ferpendo co i Serafr-
iii,con gli Olimpico i Notturni,& con altri sì fatti,& cominciado allora à for
cere in efìTa ilSannazaro,ilBembp,il Martelli,& quello, che valfe per molti infceme,ildiuindLodouic»òAnofto.
nel quale la Natura pofe ogni sforzo fuo
per partorir la perfettione,& il colmo della Poefia.Et tornando all'Vnico, di-
co, cneauendo egìì per qualche anno amata,ò (come degnamente vfa dir'og-
gi la Spagna, &la Nobiltà d'Italia ) feruita la detta Signora con celebrarla in
verfi,& in profa, far per lei Lniree,A'Iafcherate,Gioitre, Comedie , & altre sì
fatte cofe , con che gli amanti valorofi foglionferuirlevalorofelorDonne,
tenne finalmente via d'auer'un giorno vna comoda audienzada lei in difparte,
oueben'erano molte D6nne,che li vedeano,ma niunà,che potette vdir le paro
le loro.Et quiui auendo lui con molta modcftia,& fopra tutto con molta elo
quenza narrato il grad'amor fuo verfo lei,la fua continuata dkiotione,rauer
tita fecretezza in auer fìnto gentilmente d'efTer prefo dall'amor d'altra Don-
na,per non far'accorto alcuno,fe non e(Ta Sigrrora,di tal'amor fuo , & molt'al-
tre ragioni tali à fuo vfo,cominciò poi ad interrogarla nella maniera, che fi ve
de far Socrate ne gli fcritti del diuino Platone . Alle quai ragioni venédo quel
la gentilifsima Signora rifpondendo fenfatamente, fi trouò al fine riftretta in
modo,chele conuenne conofeere d'efTer caduta in laccio, dal quale non fi poteuadiftricare,fenon
col confettar Iargamente,che ella per certo era tenuta,&
obligata per ogni parte crédergli guiderdone,& compiacerlo di que!lo,chela
maggior parte de gli amanti fi propon per fine, & come per vnficu rifimo teitimonio
d'etter'amati,& per vna intera poffefsione così del corpo, come del-
l'animo della Donna loro.Al quai pattò ritrouandofi già condotta, & riftretta
quella valorofa Signora,nè vedendo con quai ragioni potette vfcirfene, rifpo
fé con vifolieto,& feuero infieme, Che ella no poteua,nè voleua negar d'ef-
fergli ftrettamente obligata.Ma che egli all'incontro conof ceffe per cofa giu-
fta,& conu eneuole,che niuno debbia pagare fuoi debiti con le robe , ò denari
altrui.Là onde egli fapea molto bene, che ella quando fi maritò , fi diede tut-
ta al Signor fuo conforte,&à luipromife & giurò Fede. Et però non poteu2,
nèdoueuadifeftettà difporre fenza efprefla licentia d'etto Signor fuo, La
quai licenza ella gli prornettea largamente di domandarli quella notte medefìma,&auendola,farebbe
conofeere àlui, che ella non peccaua d'ingratirudine,nè
di crudeltà,come parea,che per tanti modi,con Sonetti, con Motti, con
Liuree,con Imprefe,& con altre sì fatte vie egli lamette troppo ingiuftamente
calunniata fempre. Quiui fu cofa poi da notar vagamente nella viuacità del-
l'ingegno deirVnico, il quai vedendofi caduto nelle fue reti &: prefo da chi
egli fperaua prendere,non fi fmarrì punto, ma conofeendo, che quella Signo
ra aueria potuto facilmente prenderli fpaffo di lui, & fra lei e'1 marito metter
lo in fàuola,o in traflullo di quella Corte,rifpofe fubito, che grandemente la
ringratiaua di quella bontà fua,& fi conofeeu a tanto più obligato ad amarla ,
&adorarla,poi che quella fola imperfettione , che prima li parcua,, che fotte
in lei dell'ingratitudine, s'era già ora {"cancellata del tutto nell'animo dilui,
ma che tutta uia per più fua fatisfattione, &per non poterli mai lamentar del
la fua diligenza, egli la pregaua a contentarli , che da lui ftettò doman da tte al
fuo Signore quella licenza. Di che la Donna con molta dolcezza mofhò mol
to di con-