Le imprese illustri del S.or Ieronimo Ruscelli.

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22* DI D. GIOVANNA
& d'ogni allegrezza, la rcndea fìcurifsima , che i fenfì non poteano far' alcun*
oltraggio alla ragione per niun modo.
E fé all'incontro il nemico dell'vmana natura, defidcrofo di tanta vittoria,
ola Fortunali quello ftcfTò sì gran trionfo ambitiofìf>ima,ò icorrenti andamenti
del mondo,ò forfè anco Iddio per più dcgmficarla in fc fteflb,& glorifi
caria nel cofpetto del mondo,la faceano, 6 lafciauan cadere in trauagli mon-
dani,de' quali ella fi e veduta più circondata clic forfè alcun'altra donna dell'
età fu a, veniuan tuttauia quelle tcntationi & quei trauaglià fdrfi dolcifsimi,
& à tolerarh da lei con ogni vmiltà , .& fortezza d'animo , fempre che col fuo
motto iì ci reo fcriua il cor fuo, eh e non folle mai per ceffir da Dio,il quale fecondo
fan Paolo non lafcia mai tcntar'alcuno fopra quello, che può foffrire
il quale doppo le tenebre fa mandarla luce,confolar quci,che fon' afflitti, ef-
faltar gli vmili,non làfciar niun male fenza il fuo caftigo, né alcun bene fenza
il fuopremio,& dclqualecó fantifsima,& vcrifsima fentéza diffe il Petrarca,
Che doppo il pianto fa far lieto altrui.
Conia qual via. s'è veduto, che quella veramente diuina Signora , viuendo
tuttauia fecondo il fuo grado,ha vinto il mondo in modo, che ha veduti con
fu(ì,& efh'nti tutti coloro, 1 quali in qual fi voglia modo abbiano mai cercato
di farle offefa.Et queIlo,che più importale , che ella non folamente èftata ca-
flifsima,& onoratifsima con gli effetti, ma ancora ha auuta grafia daDio,chei
maligni,nèalcun'aitra forte di per fona viuentenonhamai ardito di pur fìngere
, ò imaginarfi vna minima calunnia, ò uoce contra l'integrifsima fama
dell'onorfuo: dono certamente , ilq-uale nella tanta malignità del mondo
fi vede conceduto àpochifsime di mezana,&àquafìniuna di grande, ò fuprema
bellezza.
Auendo dunquequefta Signora vfato per molt'anni quelbello,& veramen
tediuinoMotto,che già s'è detto,accadde quefVanni a dietro, cheritrouan*
doli ella in Roma, le fu da qualcuno di fupremo grado incominciato à ino-
ltrar mal'animo,con andamenti indegni di lei, & con minacce vane nella for-
tezza,&generofità del fuoreal'animo. Onde alcuni fuoi feruitori,ò deuoti,fi
mifero a ritrouarle vn'Imprefa,che era un Leon già vecchioni quale s'era pò»
fto attorno ad vna Ninfa per diuorarla, col Motto Greco,, che dtceua*
e'TK A"AAA A E' ONTOS.
Non ha egli di Leone altra cofa k
Et quefto quei Degl'ingegni auean fatto,perche,eflendo ri Leone, animale, il
quale ha in fé pur molte parti gencrofe,.& lodeuoli, quando poi è vecchio, fi
riuolge tutto àdiuorar carne vmana.Onde fi legge, che i Carraginefì vna vol-
ta eran tanto inquietati da loro, che non potean quali vfeir dalle porte, talché
ne fecero crucifigger'alcuni,per così fpauentare gli altri. Et voìeana gl'inucn
tori di detta Imprcfa in ferire,chè colui, il quale allora fi dauaàmoleitar quefta
Signora,cflendo già molto vecchio,nó aueffe altra parte, ò qualità di Leo-
nc,fe non la rapacirà,& la rabbia,diuoratrice delle perfone. Talché i fuoi pa-
renti ftefsi,di piùvigorofaetà, di piùfaldogiudicio,& di piùbontà,nonauci
potuto tutti inficmc,& con molti pricghi,.rimouerlo da tale ftrano proponimento
dui quietar fuor d'ogni colorata ragione, quella gran Signora , da loro
tutti