Le imprese illustri del S.or Ieronimo Ruscelli.

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Mille volte il dimoro, e milk nafco,
-& .ri tre fu e sì fatte paftocchierie.
Qv'E-STO Caualiere adunque trouandofi perauenturaprefo deiramor
di qualche dignifsima, & altifsima donna,oue conofcefTe impofsibilitàjtrauaj-
gli,contrarictà,orFc:fc,minacce,& pericoli infiniti, & spendo, o tenendo per
fermo, C?h e vn'animo coftantifsimo,& fortifsimo ogni perigliofa, & impof
'fìbil cofa, & principalmentcl'amorofe,conduceà finc,voleflc con quella fua
belli fs ima Imprefa furfene come vn felici fs imo augurio, &proporfelo come
per meta,o fegno , & manifeffarlo alla donna fre{Ta,a' fuoi riuali , & al mondo.
•Et fi veggono le figure in quefto lignificato efTer pofte tutte con molta conue
neuolezza , mettendo l'Aquila per fcfteflb, & peri* altezza, &generofità de*
fuoi penfieri , & mettendo il Cielo turbato,con piogge, venti,grandini,& ful-
gori,per ogni forte di trauagli,d'impedimenri,d'ofFefe, & di pericolj,cheo in
effetto egli vedette in tal'amor fuo, o potefle penfare, o prefupporre , che fra
via gli potefle occorrere.Per il mote, al quallì vedeauer volto il fine del viag-
gio fuo, intendendo l'altezza,& ancora la difficoltà di tal'amor fuo. Et per il
Sole intendendola donna amata, fpefsifsimo folita di chiamarfi Sole da gli amanti,
o quel diuinolume,quel diuin calore , quel diuino influflo,& quella
diuina virtù,che nfplende fempre,& opera ne i petti de' veri amanti.Et sì come
con le figure ha vaghifsimamente diuifato l'amor fuojilfine, al quale afpi
ra;Paltezza,o la dignità della donna amata , & i trauagli,& pericoli, che fono,
ò gli poti- ebbono occorrer fra via,così generofamente con le parole del Mor
to in lingua Spasjnuola ;
NIMATARME, NI SPANTARME.
che in Italiano direbbono,
N'E VCCIDERMl, NE' SPAVENTARMI.
voi effe far'augurio,& fegno della fua fperanza, & della fermifsima difpofftio
ne dell'animo , & del valor fuo , di non poter da alcun'accidenre eflcr ne vin-
to , ne fpauentato, che non feguifTe la magnanima imprefa fua, & felicemente
teportalfeà fine. Che certamente viene ad efTer propofta degnifsima d'ogni
nobile , & vero Signore , & d'ogni nobilifsimo , & vero amante .
"
* M a oltre à quefta efpofìtione in fentimentoamorofo, potrebbe andarli
confiderando,cheancor'altraintentionein diuerfo foggetto abbia auuto, &
abbia in efla l'Autor fuo. Perciò eh e fapendofi, ch'egli è della cafaf regosa,
la quale per molt'anni ha tenuto il Principato della Città di G E nova. Et
ìapendoìijche quefto Caualiere fin dalla prima fua fanciullezza hamoftrato
fempre fpeciofi fegni d'altezza d'animo, lì potrebbe facilmente far giudicio,
che con quefta Imprefa abbia voluto farne come augurio, & fegno à fé mede
lìmo, & farlo parimente con bel modo veder dal mondo .Là ondeper l'Aqui
la ( la qual è ancor'antico Cimiere dell'Arme fua ) s'intenderà in quefto fenti
inento l'altezza fimilmente del fuo penfiero , comeancor s'è detto nell'amo-
rofo.Peril monte, oue tien volta la mira del corfo ,o del volo fuo,s'intende+.
rà la virtù , & la gloria , di Dio, laquale non manca mai di dar lume, fare feor*.
ta,& aiutar ciafeuno che fotto la fua fperanza s'incarnirla , & fi volge ad òpe*
rationi virtuofe,& a lui medefimo con giufta,& lodeuoIi(simaìntétiòne. O*
de per le pioggie,per le grandini , per li venti,& per le iaette , che d'intorno le
' piouonO)