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Le imprese illustri del S.or Ieronimo Ruscelli.

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f 4 DI ASTOUE<br />

ine <strong>or</strong>dinatamente . Nel pattar poidc'fiumi,fanno pet contrario andar*auarì«<br />

ti i più gioueni,&di min<strong>or</strong> c<strong>or</strong>po. Percioche fé andartelo a uantii più gran-<br />

di, farebbono inalzare,&crefcer l'acque, onde i min<strong>or</strong>i aurtbbono il palìàg*<br />

giomalageuoìe, &pericolofo. Vclendo vna volta il Re Anriocho chiarirli<br />

<strong>del</strong>ia profondità d'vn fiume, che auean da parlarle genti Tue , volle fami en-<br />

trar vn de* fuoi Elefanti, che era ftmpre il primo, ò capitano di tutti gli altri<br />

& p er nome proprio lo chiamauano Aiace.. Ma egli non vi volle entrare . Là<br />

onde il Re fece far grida, che qualunque di erti Elefanti fi metterle à paflàr pri<br />

ma,farebbe da lui esaltato alla dignità, ò al grado <strong>del</strong> principato di tutti gli altri.<br />

Ailaqualpromefìà fi mife ad entrami fubitovn'altro di l<strong>or</strong>o,che per nome<br />

proprio chiamauan Patroclo . Il quale fecondo la promeflà fu creato Capitano,<br />

& Duce di tutta la fchieral<strong>or</strong>o, Se donatigli dal Re alcuni <strong>or</strong>namenti<br />

d'argento da p<strong>or</strong>tar fopra,come fanno i caualli . Di che gli Elefanti fi' rallegrano<br />

fu pre-mamen te. Et quel primo capitano, ilquale non auea voluto entrar<br />

nel fiume,vedendofi fc<strong>or</strong>nato,& biafimato,non volle mangiar mai più,&<br />

così m<strong>or</strong>ì . Per notabiliilìmo fegno di conofeimento fcriue il medefimo Pli-<br />

nio,che Pompei© nel fecondo fuo Confolato facendo felìepubliche, & giuo-<br />

chi per la confecratione <strong>del</strong> Tempio di Venere Vincitrice, efpofeventiElefàn<br />

ti in piazza,& mettendofi i GetulÌ,popoli d'Africa cru<strong>del</strong>iflìmi,à faettarli , vn<br />

Elefante eflèndo ferito ne i piedi,i quali hanno teneriffimi, fi diede à caminar<br />

con le ginocchia,& entrar nella fchiera d'eflì M<strong>or</strong>i , & togliendo l<strong>or</strong>o gli feu-<br />

di,ò le targhete gettaua in aere con tanta deprezzacene t<strong>or</strong>nauan poi à cadere<br />

in terracon vn giro così leggiadro, che pareano buttati da quell' Elefante per<br />

artificio , & non per ifdegno,ch'egli auefTe . Poi finalmente elTendo flato ve-<br />

cifo vno di tali EÌefanti,& gli altri vedendofi oppreffi da frezze,&arme,fi vol-<br />

fero per fuggire . Matrouandofi racchiufida sbarre di ferro, & da infinita<br />

gente,fi vollero i mefehini ad andar'int<strong>or</strong>no con tanto pietofa , & compaffioneuole<br />

maniera,chiedendo mercè,& aiuto àgli huomini , che tutto quel po-<br />

polo fi mife à piangere,& à mandar con tra Pompeio quelle cru<strong>del</strong>iflìme berte<br />

mie,& maledizioni , che fra non molto tempo con gli effetti li fopiauenne-<br />

ro,eirendo flato rotto in Tenàglia, Se feonfitto da Celare, Se vituperofamente<br />

fìiggendojvccifopoiviliflìmamentedavn M<strong>or</strong>o in barca fu<strong>or</strong>i d'Aleflàndria<br />

in Egitto . Ne per tutto ciò fi rimofsero d' vfar la medefima fceleranza Cefare,Nerone,&<br />

Claudio, Commodo, Se altri , che pur gli metteuano nei giuo-<br />

chi publici à far combattere, & tagliar à pezzi . I quali Imperat<strong>or</strong>i non fecero<br />

poi anc<strong>or</strong>'effi molto più felice fine , che Pompeo . Che , quantunque non<br />

sì debbia però dire, che principalmente quella fceleranza di far così diflratiar<br />

quei mifen animali fu<strong>or</strong> di propofito,fofle cagione <strong>del</strong>lo fdegno diuino con-<br />

tra quei Principi,tuttauia quello era gran fegno <strong>del</strong>la cru<strong>del</strong>tà <strong>del</strong>l'animo l<strong>or</strong>o,&,come<br />

ben dice C<strong>or</strong>nelio Celfo,la cru<strong>del</strong>tà de' Cani, che fi cominciò à ve<br />

der contra le <strong>Le</strong>pri,& contra i Cerui,cominciò à metter gli huomini nella cru<br />

deità d'vccider gli altri huomini, &fapendo, che Iddio clementiflìmo dat<br />

efeam omni carni, &pnìlìs c<strong>or</strong>naruni, & che , bomines lamenta falttabit Donunus,<br />

Rilegge detto dal Profeta, non faria però in tutto fu<strong>or</strong> di ragione il credere,<br />

che quelle cru<strong>del</strong>tà fenz alcun bifogno,ò vtile,contra i miferi animali, né fok<br />

fero grate alla fua diurna bontà*<br />

Sot TO<br />

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