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Le imprese illustri del S.or Ieronimo Ruscelli.

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jrf*<br />

D'AVRELIO<br />

Et quello era,cheà gl'intendenti accennarono foftantialmentegH Accademl<br />

cì,quando differo , che à col<strong>or</strong>o , i quali defiderano diuentar dotti,& fìuij t c5<br />

venga diuenir primieramente am<strong>or</strong>ofi,accioche attratti dalla bellezza,& dall'<br />

am<strong>or</strong> <strong>del</strong>le cofe fi mouanoà cótemplarle, da chenafcepoila cognition vera.<br />

Sotto dunque cotaifauole vengono di continuo i begli ingegni ritrouando,&riconofcendoprofondifsimifecreti<br />

<strong>del</strong>l' vna & <strong>del</strong>l'altra Filofofia. Anc<strong>or</strong>ché<br />

la maggi<strong>or</strong> parte de' Gramatici fi veggiano con l'interpretationi,& alle<br />

g<strong>or</strong>ie l<strong>or</strong>o auerle impiegate nelle cofe m<strong>or</strong>ali. <strong>Le</strong> quali certamente non è da<br />

credere, che quei grandi huomini aueffer voluto con tanta diligenza occultar'<br />

al mondo , ma che molto più alte,& più imp<strong>or</strong>tanti cofe vi fi conferuino<br />

Il che quei, che confideratamente fono esercitati nella lettione de' migli<strong>or</strong>i<br />

Filofofi,pottranno trarre da molte cofe,& particolarmente dal diuino Plato*<br />

ne,ilqual afferma,che gli antichi Poeti fotto il velo <strong>del</strong>la Po efia penetrarono<br />

ne ipiùafcofi,& profondi fegreti <strong>del</strong>la Natura. Onde vedendofi con quello<br />

all'interpretar ione <strong>del</strong>l'Imprefa,quì dauanti pofta , fopra la quale ho comin-<br />

ciato quefto difc<strong>or</strong>fo,dico,che quei primi diligétifsimiinueftigat<strong>or</strong>i <strong>del</strong>leco<br />

fé <strong>del</strong>la Natura auendo auuertita in queftapianta d'Eliotropio la marauiglio-<br />

fa natura fua di girarli manifeftamente al Sole, & penetrando con l'intelletto<br />

nella confideretione <strong>del</strong>le fue cagioni, & al frutto grande, che da efla poteua<br />

trarfi,volendone far mem<strong>or</strong>ia a fé ftefsi, &ai pofteribuoni,&ftudioii,&oc<br />

cultarla al volgo , & à gl'indegni , ne fecero quella bella fauola , che poi Ouidio<br />

molto leggiadramente raccolfe in verfi nel quarto libro <strong>del</strong>le Trasf<strong>or</strong>ma<br />

tioni, dicendo, eflTere ftata vna bellifsimagiouene chiamata Clitia, la<br />

qual'effendo fieramente innam<strong>or</strong>ata <strong>del</strong> Sol e, fu finalmente trasf<strong>or</strong>mata<br />

in vn'erba,la qual' anc<strong>or</strong>* ella ne rimafe pur di continuo innam<strong>or</strong>ata , & fi viendi<br />

continuo girando a lui . Nella qual fauola fono molti bcllifstmi fecreti , &<br />

non dico d'auertimenti m<strong>or</strong>ali ,manuturali,& diuini , & principalmente<br />

quello imp<strong>or</strong>tanrifsimod'infegnare all'huomoilmodo diacquiftar miraco-<br />

lofamente ogni fcienzaper via de gl'flufsi e eletti, odi diuinainfufione. Il<br />

qual fecreto quegli (tu diofi,che fono ottimaméte effercitati ne gli aut<strong>or</strong>i Gre<br />

ci,debbono auer'auuertito,che affermano auer'auuto quei gran Filo fofi,i qua<br />

li da mattinai fera ftauano ignudi à contemplar' il Sole, onde fi chiamauano<br />

Ginnofofifti,cioè,faggi,oFilofofanti ignudi .Et il qual fecreto non folamente<br />

infegna à chi intende gli fcritti fuoi, Plotino , ma fi fece con l'efperienza cono<br />

fcere d'auerlo lui pollo in opera perfettamente, effendone diuenuto tale, che<br />

n'era quali trasf<strong>or</strong>mato di natura vmanain celefte,& ne venne cognomina-<br />

to , NouV, Nus,cioè Mente, arTermandofi,.che egli era già diuenuto così perfet<br />

to,& quafi nudo , & fpogliato <strong>del</strong>la fenfualità c<strong>or</strong>p<strong>or</strong>ale, che comprendeua la<br />

verità <strong>del</strong>le cofe fenza difc<strong>or</strong>rerle ,ma per fola apprenfione,come le compren<br />

dono le menti,ò le foftanze attratte • Et fra molti luoghi,oue egli più infegna<br />

quefto gran fegreto à gl'intendenti ,che lo accenni à i rozi , cvno fommamen<br />

te imp<strong>or</strong>tante qucllo,nel quale afferma, che gli huomini per Venere,per Mercurio,<br />

&petilS ole polfon farli fcala à falireaDio.EtpofTon in quefto pen<br />

fiero gli animi eleuati confiderarquello,cheTolomeo,Dionifio,& altri fubli<br />

mi fcritt<strong>or</strong>i hanno detto , toccando a diuerfi propofiti l'<strong>or</strong>dine <strong>del</strong>la Natura ,<br />

on la conf<strong>or</strong>mità,& dilipolìtione <strong>del</strong>la mente noftra alle cofe celefti . Né è da<br />

credere

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