Le imprese illustri del S.or Ieronimo Ruscelli.

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&difcendentì di eflb Cavaliere. I quali figliuoli fotto altri Prinripi in diuerù'
luoghi, feguen'dolamilitia, fi veggono venir' onoratamente afeendendo di
gradoin grado, Se feguendo il valore con la gloria di così valorofo padre, del
quale certamente nonché i fygliuoli,& difeendenti Tuoi, ma ancor tutta l'Italia
fi deue gloriar fempre,& aggradir,che con così conueneuoli occafioni, co
me à me è Itata quella, fi tenga perpetuamente viua la Tua memoria
CON quella informatone adunque, ch'io, comeconrinuo ofleruatore
delle perionefàmofc, &rare, hoauuto da già mplto tempo delle co fé di que-
poflb venir traendo per 1'cfpofitione di quella Tua Irnprcfa, che
llo Caualiere ,
egli la leuafTe confideratamente, perche potefle feruirli in fenrimento così
amorofo,come militare, & morale, Se particolarmente in qualche fuo principal
penficro.
NEL fentimentoamorofo fi potrebbonoconfiderar molti cafi, òmoltc
occafioni , nelle quali l'imprefà fotte fatta, come farebbe ,che hauefle voluto
moikar'alla Tua donna,che egli era già come rifoluto,& fermo di leuarlefi difperato
dauanti à gli occhi, 6c a ndarfenc fperduto perilmondo.Et perauertturavolfe
morirai- di voler procurare di fuggir dalle crude pene d'Amore, ad
imitation di quei verfi, che di fé fteflb infirmi penderò di/Te il Petrarca, a«l
Amor parlando:
Io fuggia le tue mani , e per camino
Agirandomi i venti, e'1 cielo , e l'onde
M'andaua feonofeiuto, e pellegrino
Et però con vaga maniera d'Imprefà metterle Ja fola figura del Pellegrino,
col Motto, ET CETERA, quafi volerle dire, Baila, ch'io v'accenni la fola
foftanza del mio penfiero,che poi l'altrecofe, che feguono nei verfi del Petrarca
, da voi fi (anno
O' forfè anco il cafo era flato, che egli con la fua donna auefle già detto di
rolerfi fùggire,& liberar da lei,ma poi non gli fotte fiato poflìbile. Pcrciochc
Amore gli auciia mandati i minifln fuoi à pigliarlo , si come il medefimo Petrarca
fubito dopo i già detti verfi morirà efTer'auenuto à lui con quell'altri
che foggiunfe per fin del Sonetto :
Quando ecco i tuoi miniftri , i© non fo donde
Per darmi à diueder, ch'ai fuo deftino
Mal chi contrarla , e mal ehi fi nafeonde t
Et per quefto con molta leggiadria li baflafied'auer polla la figura del Pellegrino^
col Motto ET CETERA, inoltrare, ch'ella fapea poi il tettante
ài quello,chc narraua ettèr'auenuto à lui.
NEI (enumeriti poi militari,óc morali potrà confideraifi,che egli,guidato
forfè da quello del Petrarca:
Salendo quafi vn Pellegrino fcarco
abbia voluto moftrare,che sì come vn Pellegrino, fcarco d'ogni pefo,tien fempre
volti ipaflì,gli occhi, el'penfiero al fine del viaggio ,ou'ha d'andare, così
vn buon Caualiero ha tèmpre da tener volti tutti i penfieri , & ogni operation
fuaalfblo fine di feruir il fuo Signore.
O V E R O, effendo cofà notiffima , come la vita noftraè vn vero pellegrinaggio,nè
alcuna cofa ci portiamo , fé non le buone operationi , né altro ne lafcianiOjCheia
gloria, laqual per quelle noi meritiamo, deue ogn'animo gene*
rofo francarli d'ogn'al tra turaA a quella foia riuolger fi, èV dar fi tutto.
KKK ET