Le imprese illustri del S.or Ieronimo Ruscelli.

. pò
DI SCIPIO COSTANZO. 487
to,òuicina,fi rallegri, &quafi renda gratic à Dio,chcpcr mezo dell'Arme,
& di nemici ella ètuttauia pattata auanti aluiaggio (ue^k condii tu in porto.
Nel prefentepuò intenderai, che fi truoui in mar tcmpc/tofifsimo , & afc
falita da nemici , onde, ò fi doglia della Tua fortuna , ò più tofìo lì taccia animo^
au Miriodi dctiermal grado loro pa (far oltre, & condurli in porto. Nel
futuro , può infenderfi , che cflendo la galea in mare , & non lontana dal porto,non
jn fine , ma in principio , ò mezo del fuo uiaggio , fi ponga auanti nell'
ammo,conuenirle,in tal fuo maggio pattar per molti trauagli & pericoli, &
che però fi disponga , & s'ingegni & sforzi a generofamente, & ualorofamente
uincer'i tutti.
E t potrebbe ancora nonmen vagamente, che in tutti già detti penficri
prenderli, che , ne del pattato, ne dehprefente^è del futuro l'Imprefa parli per
uera iftoria dello flato fuo, ò perche così fi fia trouata , òfi truoui,ò fappiadi
auerfi a trouar del certo , ma che dica come informa di prefupporre , che
quando ancor le conuenitte efporfi manifeflamcnteadogni ettremo pericolosità
non manebcria di farlo arditamente , per confeguir qualche fuo onora-
to fine,ò fatisfare , eV fcruire a chiunque uoglia comprendere nel penfier ilio
E t uedendofi chiaramente, che per la galea , l'Autore dell'Imprela intende
fé fletto , fi può venir ora considerando nell'ctterior fentimento fuo, rap-
prefentato fotto i già detti allegorici della galea , che in quanto al pattato uo-
glia qucfto Signore inferire , che la cafa fua anticamente nobilifsima , non fìa
peruenuta a tal grado pigramente , ò per molti modi,con cui la capricciofa for
tuna, & moltifsime uie fcelarate & vili fògliono inalzar alcuni a ricchezze
più tofto chea nobiltà uera. Ma che labbia htto col valor fuo ,&conlavir-
tù,alla quote non retta qua fi mai la Fortuna di contraporfi, & di fpingerle fo-
pra infinite tempeftofe procelle & nemici per impedirla. Et qucfto fentimento
, ò quella efpoiìtione per tal'Imprefa , può tener per veniìmile & molto*
propria chiha notitia per molte teilimonianze publiche,c mela detta Ca-
fa,© famiglia di quefto Cauagliere ebbe principio in Italia da alcuni gran Signori
d' A lemagna,i quali furono inftauratori,& ancor fignori per alcun tem
pò della celebratifsima Città di C o s r a n 2 a, & fi legge che in vn temfletto
furono di quella Cafa 1 2 . perfonaggi , i quali uinlero una gran battaglia
contra di molti Baroni , ches erano lor mofsi contra , auendo efsi Collanti
la gratia& la protettione dell'Imper. Barbaroffa. Ma in di a certo tempo
vno d'efti auendo in vna contefa particolare, data vna ferita nel volto ad
vn fratello baftardo dell'Imperatore, ancor che con gran ragione, furonconfi-
gliati & aftretti a lcuarfi d'Àlemagna . Onde venuti in Italia , furon fu b ito ac-
colti con granfauoreda Ruggiero Guifcardo, Redi Napolijntorno a gli an-
ni mille & cento trenta , dali'auenimento di Crifto. Et effondo Capo , ò prin-
cipale di tutto loro, quello Scipio, che auea ferito colui nella faccia, fu dal
detto Re Ruggiero, & da tutti chiamato fempre Scipio 5 pat in faccia . Il qua-
le infieme con gli altri fuoi fece molto valorofè prodezze aferuigiodi quel
Re in guerre, che egli aueua da moke parti» Onde ne vennero in tanta flima
&beniuoIenza del Re, che il fecondo d'efsi, chiamato Antonio,fu fatto Con
te di Nicaftro ,& ebbe per Arme , ò lnfe£na , lo feudo ccleftro , con tre fpade
d'argento, & denti d'oro intorno,, &per cimiero vn Re Coronato,con .la fpadanudi