Le imprese illustri del S.or Ieronimo Ruscelli.

DI M ANOLIO B OCCALI. 457
fteflb Signor noftro vien dalle facre lettere chiamato Leone: vìcìt Leo de
tribù luda. Il che in quefto corfodi ragionamento può baftarcia far com-
prendere col penderò la gran nobiltà, & dignità del Leone. Onde non foto
la gran Republica di Venetia,& tanti altri gran Prencipi l'hanno ò
folo, ò accompagnato nell'Arme Ioro,ma ancora molti gran Re antichi,molti
fommi Pontefici , & molti Santi eleficro di chiaraarfi Leoni per nome
proprio.
Si vede adunque chiaramente , che con quella confideratione dei valore,,
& della dignità di quefto generofo animale, quefto Signore ha molto gen-
tilmente fabricata quefta (Uà belliflimalmprefa, formandola dall'Arme della
Cafa loro , come ho già detto.Et tanto più fapendofi,chegIi Aui, ò progenitori
fiioi fono flati Prencipi duna gran Città chiamata Leon pari
con molt'altre Terre nella Morea . Et leuando vno de' Leoni , & la fpada,
C perche ora non fono neceìfarij) per ridurla à forma d'Imprefa, ha voluto
ancora con molto giudicio in luogo della corona Reale,metter quella di Lauro
, sì per molta fua modeftia , sì ancora perche così vien'ad efler più vaga, che
i'altra,sì poi molto più, perche la corona di Lauro fi può (tendere ad intenderfi
per ogni vittoria, per ogni onore , per ogni gloria, & per ogni grandezza, &
sì poi finalmente perche rapprefenta molte dignità di quell'arbore nobilifsima,
che naturalmente non è mai percoffa dal fulmine , non perde mai fronde,
è facrata al Sole, ò ad Apollo, lume del mondo , & Iddio , ò padre delle faen-
ze, che è premio de vincitori, così in arme, come in lettere , onor etimperatori,
& de' "Poeti, come diceil Petrarca,& ha moltifsim e altre dignità, sì fattamente,che
Empedocle la chiama fuprema a tutte le piante , come ne i due qui poco
auanti podi verfi Greci s'è ricordato.
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poi da confiderare , che in quefta Imprefàla corona non è (opra la teda
del Leone, come nell'Arme, denotando allora forfè il prefetite ftato de*
fooiantichi. Maquìèpofta alquanto difèofta, & il Leone fta in attod'afpi-
rar a prenderla con la mano , & da vn lato di fopra (ì vede vna nuuola , che fta
in maniera di volerla adombrare in tutto , & dall'altro latoè il Sole , che manda
i fuoi raggi così verfo la corona , come fopra la teda del Leone fteffo . Ne
però fi dirà , che fia ingombramento di molte figure. Percioche veramente
le figure effentiali dell'Imprefa non fon più che due, cioè la corona, &. il
Leone, eflèndoui poi la nuuola, & il Sole aggiunti per ornamento , il qual*
ornamento viene ad efter tanto maggiore , quanto chele aggiunge efficacia
d'efprefsione, & chiarezza, non confuiìone . il che non (blamente non è vietato
nelle leggi dell'Imp refe,ma è anco molto vago,& da procurarlo, sì come
nei primi fogli di quefto libro al Sedo Capitolo ,cheè proprio del numero
delle figure,sè trattato diftefamente.
Il Motto è in lingua Greca, GEOf AIAG'NTOs, che
in Latino direbbono , DeoDante;, Deo Concedente,
Et in Italiano, Dandomela Iddio, Concedendomelo
iddio. Con l'aiuto di Dio&c. Onde fi può chiarifsimamente comprendere,
chel'intentione di quefto Signore, di cui è limprefa, fia principalmente
dimoftraria generalità , & 1 altezza dell'animo fuo, il qual dadi
non foiamente non tralignare, ò degenerar punto dall'antica, & chianfsi-
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