Le imprese illustri del S.or Ieronimo Ruscelli.

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DIOTONE TRVCHSES
ch'ei non allega Eliano Greco, ilquale arteorche non dica, ch'egli fi caui col
becco il fangue , per tornar viui i figliuoli , dice tuttauia , che gli ama fupremamente
. Gli Egitij , per quanto fé ne legge principalmente in Oro Apolline,non
dicono, ne accennano in niuna maniera quefta cofa del trarli fangue,
ma nedicono vnanon forfè di minor lode. Et quefta e, che il Pelicano in
Egitto non fai nidi in luoghi alti, come la maggior parte de gli altri vcclli,mava
ritrouando luoghi piani, &larghi, & quiui facendo vna foflà,vi
mette dentro l'oua fue,& le coua,fin che ranno i polli. Oue quei del paefe fogliono
metterui d'attorno alcune cofe da ardere, & vi pongono fuoco . Il che
vedendo la madre, v'accorre fubito» & fa-proua di fpengef qUel fuoco con
{Vaie, ma elTa in tal modo lo vien'àd accender più', & finalmente à bruciarli
le penne, & così non potendo Volare, rifnan fàcilmente p/efa da colorot, che
à quello fine han fatto il fuoco . Et perqueflo il^popolazzo d'Egitto teneua
il Pelicano per vedilo di poco,, òniun fenno,& imprudentifsimo,&l'aUeaQO
indifpregio, come cófa vile. Ma ipiù faggi Sacerdoti loro aueano all'incon-
tro quello generofo vcello in molta veneratìone, & còme^acro non l'vfauano
di mangiar , né dVccidere, giudicando quel fatto fuò d*efporfi al fuòco ,
& alla morte perfalute de' figliuoli efler degno di moltalode. Per'ciocbe l'ingannar
gli vcellatori, ò i cacciatori, come fanno far molta vcelli, non par , che
iiaperò' cpfa ditanto grande importanza . Et il Pkrio v'aggiunge, che fìa ancor
di poto momento il cauarfi fangue della propria p e rfon a, rrfgèttoà quel-
lo d'efporfi al fuoco , chea tutte forti d'animali fi fa fubito fentfjÉcJosì aframente
x & conia fola viltà fua fpauenta non folo i piccioKy &tgt&ndi vcelli
màiferoèifsimiL^oni,comeneirimprefadi.DonnaGi o v'A n n a d'A: R a
e o n a s'e-dettoà lungo. Et vi aggiunge il Pierio per/fimigliantifsimO' effempio
quello d'Affinoci fò'rella di Tolomeo Rexr'Ègitto , la qiial effendo fiata
ingannata dal detto f$p fratello, promettendo di. volerla per fuamogliera,
& erede nel Regnò, m'andò poi glifcheranipser ainazzar due figliuoli di lei,
ch'eran'ancor fanciulli, oue ella gli:.corfead abbraccile., &iì paraua tut-
ta da quella parte, pueq.ueimifnadieritirauano'i rolpiàrriiferi, & innocen-
figliuoli, sforzando fi di difender quelli dalle percoffe, &riceuerle tutte in
lei . Ne però la mifera Donna potè fare, che gl'infelici fanciulli fra le braccia
&i baci della madre non reflafTero crudelmente vecifì. Et in conformità ài
ijiuefta lode , che à tali vcelli fi deue per tal pietà loro , ne foggiunge pofeia il
• P erio l'autorità di CeIfo,il quale s'ingegna di mo(lrar,che quelli vcelliauan-
•zanodi pietà gli huomini ftefsi, quantunque Adamantio dica, che ciò cfsi
fanno non per virtù , ma per folo inftinto della Natura , cofa per certo , che
quello Adamantio porea far fenza dire, fé forfè non fi credeua di fcriuer a gli
itoli di, ò infenfati
Óra non èalcun dubbio, che fin Ieronimoafferma,che quelli vcelli effendo
nel nido", fono col becco vecifi dalla madre. Di che fubito pofeia pentendoli
, fi Ita tre giorni continui nel nido piangendo , ò dolendoli , & all'vltimo
fi batte da fé fteflìi col becco il petto, & fpargeil fangue fopra i figliuoli
morti,i quali con tal fangue ritornai! viui
Hanno ancora alcuni Autori fcritto, che i pulcini del Pelicano nel nido
quando co.niaciano à crefecre, cominciano a dar di becco alla madre nel-
la faccia;