Le imprese illustri del S.or Ieronimo Ruscelli.

»4* D'IRENE CASTRIOTA
ti diChiefe,reflauration di lor fabriche,con farne ancora delle nuoue,sì cóme
e quella molto celebrata, fotto nome di San ta maria di colorit
o nel Territorio diM vrano in Calabria.Et degna di gloriofa memoria
afanta,nondicoconfufione, ma correttone & gcnerofo rifuegliamento di
molt'altri Principi , ò Principefìe, & Signore grandi , mi par che debbia efTer
quella magnanima, & piifsimaoperationedi quelh Signora, ch'ogn'annonei
giorno di San Nicolo* nella Città di C a s s a n o fa raunarpiù di duo
mila poueri di quello , & d'altri paef i , à i quali ella /lefla con le proprie mani
da à mangiare con tanto onore, & fplendidezza, come fé foffero nobilifsimi
perfonaggi, & à tutti partendoti fa donare oncftifsime,& copiofe clemofìne
in denari. Et in quel medefimo giorno marita quattro pouere donne, 8c
oltre alla dote in denari , dona à ciafeuna d'elle delle vefti di efìa Signora prò-
pria.Et finalmente così in vita del marito, come doppo morte, non par che fi
fia veduta mai auer maggior diIettatione,ò contentezzs,che ii feruitio di Dio,
&ancorchefi fia moftrata femprelotanadaogniipocrifia , & fuperftitio-
ne, ò alterezza, conuerfando domefticamente, & benignamente con chi conuiene,&
viuedo da vera Signorà,tuttauia no fi è mai veduta auer cóuerfatione
fìrettacon altra perfona oltre al marito, che con Donna Mar i a, forella
carnale, &vnica del Duca di San Pietro, fuo padre. La qual Donna Maria,
oltre all'efler dottifsima nella lingua Greca,& Latina, & in molte rare feienticj
«poi degna d'illurtre memoria per la fantità della vita fua, che effendo lungamente
fiata defiderata, & domandata in matrimonio da grandifsimi Signoti,
non ha mai voluto accettarne alcuno, dicendo fempre, che ella era già maritata,
ò più tofto dedicata per ferua vmilifsima al fupremo Signor del mon-
do. Là ondeè viuuta fempre, & viuein virginità,non in monafterio,ma nel-
la cafa della detta fuanepote,di chi è queftaImprefa,fopra la quale mi è accaduto^
conuenuto di farquefto ragionamento, come per congiettura, ò pro-
na, che ITmprefa fia fìata fatta da lei ò da loro in quel primo, Se pr in cipal fen-
timento fpirituale,che di fopra ho detto, nel qual certamente l'Imprefa è bel-
lifsimn,& degna per ogni parte di chi l'ha fatta.
Inquanto poi allaCafa Scanderbega, che di fopra m'è accaduto di
nominar e, foggóingerò breuemente per chi non ne auefTe forfè notitia,com'c
ellaèftata,&èlamedefima conia Castriota, antichifsima,&nobilifsi
ma in Albania . Oue per molto tempo aueano auuto quafi vniuerfàl Signoria.
Ma effendo poi da Amorat,Imperator de' Turchi,ftata occupata la Mace
donia,&particolarmenteauendo voluto da Don GiouanniC a st r i o t o,
ìfuoi figliuoli per ortaggi, li fece il perfido Tiranno morir tutti di veleno,
fuor che il figliuolo minore, chiamato à battefimo Gì o rg i o. Ma facendolo
il Turco circoncideremo chiamaron Scanderbec, che vuol dir Aleffandro
Principe, ò Aleuandro Signore, ò Magno. Et fattolo nodrire, & ammaendar
nobilifsimamenfe, venne il fanciullo in tanto valore, che di diciott'an
ni cominciò à far cofe marauigliofe nell'arme, & in breue à vincere, & ftirpar
tutti i principali & più potenti nemici del gran Turco . Dal qual fu fiuto fuo
T Capitan Generale, & per moki anni non ebbeperfona più fecondo il cor fuo
ne più à fuo propofito cV vtile, che il detto giouene. Ma poi fra non molto
altro tempo per la molta inuidia,che fempre fegue le perfone virtuofe & gran
di, lo