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Le imprese illustri del S.or Ieronimo Ruscelli.

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DI DON LVICI CARD. DA ESTK f)i<br />

ttérfe f<strong>or</strong>ti cf infirmiti, & egli da Mercurio fu legato nel monte Caucafo ali<br />

vn faflo , oue di continuo vn'Aquila , ò vn'Auolt<strong>or</strong>e gli mangia il c<strong>or</strong>e . Quefta<br />

fauola di Prometeo efpongono.i Grammatici con alleg<strong>or</strong>ie a l<strong>or</strong>modo,<br />

dicendo, che egli fu vn'huomo prudentifsimo, il quale fu il primo, chea<br />

gli Afsirij moftraffe l'Aftrologia , & che l'Aquila, la quale gli diu<strong>or</strong>aua il co-<br />

re, era la continua contemplatione > & follecitudine, che auea per auertire<br />

& offeruar'i moti & gli effetti <strong>del</strong>le ftclle,& de* cieli,ftando gi<strong>or</strong>no & notte nel<br />

Monte Caucafo , in Afsiria, che è altifsimo, & quali vicino alle ftelle »Et per<br />

elfer Mercurio il Dio <strong>del</strong>la prudentia &dcllaragione,finfero,chelo legafle<br />

a quel fiflb . Et in quanto al fuoco, ilqualaueua rubato dal Sole, vogliono<br />

che foffe poi così fìnto per auer lui ritrouata la ragione ,& il modo de fulmi<br />

ni, ò <strong>del</strong>le faette, & inoltratala à gli huomini,& d'auer ritrouata *ma certa arte<br />

ò via da prendere il fuoco dal Cielo . Quefto tutto quafi di parola in parola<br />

fcriueSeruio nella Sella Egloga di Virgilio. Al che io ho d'aggiungere, che<br />

Luciano Greco in quel particolar Dialogo, che fìnge fra Gioue & Prometeo<br />

fpecilìca come la detta pena di legarlo nel Monte Caucafo ,& farli diu<strong>or</strong>ar'il<br />

c<strong>or</strong>e dall' Aquila ò dall' Auolt<strong>or</strong>e, non era ftataper auer lui rubato il fuoco<br />

celefte,ma per auer f<strong>or</strong>mati ò fatti gli huomini . In quanto poi all'auer lui ri-<br />

trouato il modo di rubar ò prendere il fuoco dal Cielo ,è cofa certifsima,che<br />

quefto fu quel modo, oggi c<strong>or</strong>amunifsimo, di prendere il fuoco dal Sole per<br />

viadifpecchi, ò d'occhiali, ò di palla di vetro, piena d'acqua , ò d'altra tal<br />

cofa,sì come à lungo s'è dife<strong>or</strong>fo nell'imprefa di Papa Clomente. Il qual modo<br />

à quei primihuominidouea parer'altamétemiracolofo, comeper certo<br />

lì deue tener'anc<strong>or</strong>'oggi,anc<strong>or</strong> che fia commune & diuolgarifsimo. Et gli antichi<br />

teneano quel fuoco per fuoco puro & celefte, &quel foloadoprauano<br />

per riaccendere il lume, che perpetuamente teneuano nel Tempio <strong>del</strong>la Dea<br />

Vefta in Roma , & di Minerua in Atene , come pur' nella medefima Imprefa<br />

di Papa Clemente s'è detto apieno. '<br />

Ora, per venire all'efpofitione di qu efta Imprefa <strong>del</strong> Cardinal daEfte^<br />

è primieramente da confiderare, che quefto fuoprometeoftà figurato non<br />

in atto difeender dal Cielo, ma di falirui col fuoco in mano.Et con la parola<br />

Alti<strong>or</strong>a, moftra nell'intention fua di voler non imitar Prometeo , ma<br />

grandemente auanzarlo in quanto al viaggio, & in quanto alfine. Afcefe Pro<br />

meteo infino alla ruota <strong>del</strong> fole,che è Pianeta,ò'Stella errante . Et quefto giouene<br />

moftra d'afpiràre à falir più alto,cioèà Dio vero,fommo , & eterno So-<br />

lerai quale quefto Sole inferi<strong>or</strong>e prende lume, efIenza,vjrtù,<strong>or</strong>dini, & leggi.<br />

Afcefe Prometeo con la facella fpéta , & egli fi vede incaminato a falirui con<br />

la fece accefa,cioè col lume <strong>del</strong>la fede, & con lo fplend<strong>or</strong> uero <strong>del</strong>la gratia d i<br />

Dio .<br />

La onde fi come Prometeo ritrouandofi già con l'aiuto di Minerua ,<br />

cioè <strong>del</strong>la fapienza humana, falito conia contemplatone , & con Tali <strong>del</strong>la<br />

mente al Cielo meritò poi di ftar fempre rilegato in terra , oue dalla fenfuali-<br />

tà c<strong>or</strong>p<strong>or</strong>ale s'era lafciato ritrarr e, così all'incontro quefto Sign<strong>or</strong>e afpirando<br />

a fiilir di terra in cielo con la detta fe<strong>or</strong>ta <strong>del</strong>la luce di Dio , può prò<br />

metterli, & augurarti diuerfo fine da quel di Prometeo, cioè l'eternità <strong>del</strong>la<br />

glona,& <strong>del</strong>la vita felice , che èia più alta , & fublime cofa alla quale da ogni<br />

ciudidp.di mente fana debbia afpirarfi.Chi pur voleffe poi credere, che que<br />

ftalroy

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