Le imprese illustri del S.or Ieronimo Ruscelli.

j$o DI DONNA GIOVANNA
te volte commoflà, & fpinta per vfficio di gratitudine, per gentilezza di core?
& per conofeenza di meriti à riamarne alcuno . Nel che ancora potria auer
auuto,ò auer molca'ibrza laTiatura,ò proprietà de' fentimenti del corpo,la pò
tentia de' quali chiTqperititiofamente vofeffe negare in ogni perfona vmana,
verrebbe non foloà negarele ucre'forze della Natura, ma ancor la gloria , & il
merito della forteza,& della prudentia di chi li vince.Ondein quefta Imprefa
il Leone potrebbe intenderli per quel potentikimo penfiero, del quale grid*»
uaancor'in fé fteflb il Petrarca :
/So come Amor fopra la mente rugge,
E come ogni ragione indi difeaccia
Et delle trefaci accéfeli può intendere vna per quella , che la tien'illumi-
nata à conofeer fefteflà, la dignità fua , la fua nobiltà, la fua vita lodatifsima
& la diuinita dell'animo fuo. La feconda quella,chechiarifsimamente le tenga
inoltratala vanità del mondo, l'amarezza, &breuità de' piaceri vman ^quando
fon contral'onor del mondo,& voler di Dio,rinftabilità, &leggerezza,&
ingratitudine degli huomini, & parimente la vera fermezza -delle bellezze
corporali,così in efsi,come in lei, attifsime, & facilifsimeà mutarli , & perde-
re'per età,per.infermità,& per altri mille corali accidenti,rimanendo^li'incon
tro fempre viua, & eternala macchia del difonore, & il rimordimento della
cofeientia apprefTo il mondo,&auanti à Dio.Et perla terza^ principale d'ef
fé facelle,ò lumi accefi ella potrebbe volere intendere la vera luce,& lo fplendorvero
della ragione, & della diuinita dèliamente fua , chele moflri à paragone
d'ogni bellezza,& pìacer'mondanoi i fempirerni, & incomprenfibili pia-
ceri del Cielo, & le infinite bellezze del fommo Iddio, fonte, & datore d'ogni
bene,& d'ogni bellezza,& appreflb al quale ognibene,& ogni bellezza in que-
llo mondo ila veramente carbone fpento •
O pur forfeper quel Leone ella abbia voluto intendere quel contìnuo , Se
follecito tentatore nemico noftro,del qualela fanta Chiefa ci ammonifce,chc
fìamovigilanti,&auertitià guardarci .Perche egli di continuo va intorno cercando
qualcuno per diuorare. Et per le tre faci accefe abbia forfè voluto in-
tendere le tre virtù, chedi fopra ho dette.Ouero la particolar gratia di Dio , la
diuinita della ragione, che viueinnoi,& la fede, chela m ed eliima Chiefa nello
fìelfo documento ci infegna à deuergli opporre, quando alle parole,
tjtduerfarìus vefter Diabolus tanquam Leo rugiens cÌYcuit,qu#res quem deuoret,
Soggiunge, Cui refiftite fortes in fide.
T v t t e adunque legià dette intentioniinfieme, ociafeunain particolarefi
può creder che abbia auuto quella Signora in quefta fua bellissima Imprefa,
ò qualc'altra forfè, ch'ella fteflà, ò altri di molto maggior ingegno, che
nò fon'io,ne potrebbe dire,ò confiderare.Etfi può ficuramétearFermare,che
ella fé ne vegga pienaméteauer'cffettuato il ddiderio,&il penfìer fuo.Pcrcio
che in quanto alla particolar intentione verfo chi quefti anni à dietro attédeua
ad inq^ietarla,auédole fatto cómandaméto, che non ufeiffe di cafa,che non pò
tefle maritar la figliuola fua propria à chi le piaceua, & caminandoà più altre sì
-fatte maniere ftrane,ella con infinita fua gloria, & co fornma uaghezza,& cote
tezza di tutti i buoni adoprò in modo le tre già dette faccllc ò lumi, eh e co tut
tele diligentic, le quai fi ufauano p guardarla, fene ufcì di Roma per la porta,
ingan-