Le imprese illustri del S.or Ieronimo Ruscelli.

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delicato fiore,ne fa conofcere anco non efler cofa alcuna pe£ cattiua,&mala-
geuole cheànoi paia,cheilnoftro ingegno non balli à trarne prctiofifsimi
frutti.Per laqual cofa AnafTagora ditte che l'huomo non per altra cagione pa-
reua fapientifsimo fopra tutti gli altri animali, fé non parche era ornato de'le
mani.ilqual detto Plutarco ne i fuoi morali addufl~c,& fimilmète non lo dissimulò
Ariflotele.Et perciò Ariflofane rimprouerando artificiofamente i foldati
pigri,fece fembianza di commendar quegli ch'erano fiditi fu le naui con
buona prouifione di cipolle & agli , come che fieno atte veramente à rinfor"
2arei foldatialcombattere,fccondo che voleua Socrate predo a Senofonte
nel conuito de' Filofofì
Po rebbe Ancora l'Autore di tale Imprefa hauer voluto alludere all'imbe-
cillità vmana,laqualeefsédo inqilofcuro carcere opprefla da molte anguftie,
fé ben l'huomo ne tragge qualche dilettatione,è limile però alla rofi>,la quale
nello ifteflb giorno che nafee fi muore.perciò elegantemente diceua il Poeta:
Miramur celerem fugitiua mate rapinarti ,
Et durn nafeuntur confenuiffe rofas
Si come confermano ancora quelli feguenti verfi nello ifìeflo fenfo :
Quam longa vna dies, Mas tam longa ì\pfarum >
Qtias pubejcentes iunclafeneclapremit.
Imperò l'huomo prudente confideranno per l'eflempie della rofa quanto
e fragile & caducala vita vmana, & di quanti mali & pungenti trauagliè circondatacela
con la virtù propria cioè con l'odore \iuo de foaue, delle ben
fatte &generofeoperationfue, di farli immortale, il eh e tanto più l'huomo
viene à rare , quanto più fi ritroua , dalle maleuolentie,& inuidie circondato;
fuggendo! vitij, fi fa più vigilante & più ardente, aila virtù, la quale rendendo
d'ogni parte di fé odore gratifsimo,genera fina'mente à chi la fegue,g!oria
eterna. Lafciando adunque le»Cipolle,come cofa puzzolente & ingrata, lì co-
glie la rofa di mezzo,& fecondo il valore del fuo odore,viene laudata & efial
tata, così medefimamente viene lafciato il maligno , innido delle virtù & grane
d'altrui,come abomineuole & indegno di effere nominato fra l>uoni;lafaa
do godere il fuo trionfo, che finifeein maledittioni,non eccitando da fe,sì come
la Cipolla,altro che infoauità, pianti & mali odori; doue del virtuoìb rcfla
fempre la memoria viua,sì come l'odore foaue del bel fiore refla fempre
grato nella mente di quelli che l'hanno goduto , così reitera parimente fem-
ore grata la memoria , in quella nobilifsima cafa d'£ile, delle onorate fatiche
che per lei ha fatto quello Autore. Hauerà forfè ancora voluto lifte-flo inferi
re per quella fua Imprefa,con quinto lludio & cura in quello mondo abbiamo
da fcegliereil buono, fuori del male, & quanti pericoli l'huomo ha da-
paflare sì come fa colui che con le mani vuol cogliere la rofa dalle fpine, ilche
anche col bel modo tratta S.Ambrofio, facendo comparatone della Rofa al
la vita vmana , dicendo la Rofa elfere polla, come per vn fpecchio ali'huomò
mortale,Ia quale la natura ha voluto che così nafca,con le fpine d'intorno , &
finchenonevenutaaperfettione,nonrcnde di fé odore, ne cofa che molto
grata fia,& ogni poca cofa di mal aere,ò vento l'oifcnde,& fa perire,a guifa di
quello dice Iob.dellamiferia vmana,parlando :
Homo naw de muliereJbreuì v'mens tem[Qte tYepUtm multis mìftrijs , qui quafi
F ti" fìvs egre^