Le imprese illustri del S.or Ieronimo Ruscelli.

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PALLAVICINO. \VT
tuta,refterà Tempre così vigorofa & ìnuitta,come fi mofrra nella figura.
E t Te ancora poteflè in quello fentimento parer ad alcuno , che effondo
l'Idra animai velenofo, & maligno, fitlrfl&nuenga di volerli vn Signor vero
feruir di lei in fignificatione onoreuole, & rapprefentar con eflà l'animo fuo,
a coftoro fi tornerebbe a replicar quello, che s'è toccato ad altri cotai proponiti
altre volte per quefto libro, cioè, chenon (blamente in quella vaga pro-
fefsione deH'Imprefe,& nella poelìa,ò nelle cofe della filofofia, ma ancora za
quelle della facra fcrittura fi veggono prefi animali vili o vitiofifsimiper con
parationi o etTempi di cofe,& di perfone ottime & fante. Anzi ancor fi vede
chela gallina,animal vilifsimo , è prefadal Signor noftro per raflbmigliar fc
fleflb, dicendo d'auer voluto più volte raccorre il popolo d'Ifraelle, comela
gallina raccoglie i polcini fuoi.Et crudele & fiero è in effetto, & per tale è più
volte nominato nelle fante lettere il Leone, & per fino a raflbmigliar' à lui il
Demonio,il quale come Leon cherugge, vada cercando di deuorar l'anime,
tuttauia le ftefle fantelettcre l'attribuifcono per In fegna propria a fan Mar
coEuangelifta, & Cristo Signor noftro è detto Leone della Tribù di
Giuda figliuolo dilofef. Etfimigliantemente maligno, &uelenofifsimoè in
effetto il ferpente-, & la facra fcrittura lo raiTomiglia pur al demonio,& lo met
te per primo ingannatore dell'umana natura. Et tuttauia il medefimo Signor
noftro comanda a'fuoi di fcepoli, che fien prudenti cornei ferpenti. Onde da
quefti,& moltifsimi altri eflempi tali, fi può veder chiaro,che però quella Im
prefa,fi come molt' altre che uè ne fono beliifsime, &di grandifsimi Signori,
nonfolamentenon vengono ad efler vitiofeò fconueneuoli, ma ancora tanto
più belle & vaghe cosìfacendo.Et tanto più vien poi ad efler bella, &
vaga quella , quanto che fi vede poterli prendere in tant'altre maniere
,& in tant'altri alti &generofi lignificati, cheiorfhò
:
toccati difopra,& che fi può credere,che ve n'abbia da
poter dir l'Autore ftelfo,come quello, che col giù
dicio fuo,& con la dottrinala qual non me
no moftra di tener in conto,& di pofle
dcre,cheì valor deirarme,ha faputo
ritrouarla così bella ,
& così conueneuole
alfanimo,all'ef
fere,&al
grado
fuo,