Le imprese illustri del S.or Ieronimo Ruscelli.

106 DI FRANCESCO
menti,& difficoltà fé gli attrauerfauano in tal'amor fuo,tanto più l'amor fi fa-
uea grande, conforme à quella vera fentenza del Petrarca ,
Viuace amor,che ne gli affanni crefce.
tanto più fi faceua maggio r'in lui la diligenza,& il defiderio,confbrmcà quel-
l'altra verifsinu,
lìhimur invetitum.
tanto fi faceua in lui maggior il valorcY& tanto più fi faceua nota,& illuflrefa
coflanza, & la fede fua . Nel qual-pcnfiero vien certamente l'Imprefà ad eflcr
bellifsima,& degna di giouene mngnanimo,di Signor di gran merito, & di generofifsimo
amante vero.
M a, fapendofi, che. quello Signore fin dalla prima fua fanciullezza citato
Tempre dato alta militia', ou e per fcgnalateopcrationiè flato fatto più d'vna
volta principal Capo di felici , & virtuosi efTerciti , & che ha lempre mofirati
chiarifsimilumi di defiderio di gloria, fi potrebbe per auentura con più faldo
giudicio credere, chetallmprcfafoffe leuata da lui piùtofloconintentione
diproporrc à fé flefTo,alla Fortuna,&à ciafeùn fuo così amico,come nemico
la ferma difpofitione dell'animo fuo di caminare, & arriuar'al proporlo fine
della gloria col fuo valore, non temendo di qualfì voglia impedimento, che
la Fortuna,ò gli andamenti del mondo,ò la malignità di chiunque fofTe,pote£fé
pararli auanti , per diflorlo , ò impedirlo ,dal felice corfo del voler fuo . Et
che quefta fofle fua propria intentione,fi può congetturar facilmente dal fa-
perù, la vita fua efTere fiata fempre impiegata in maneggi grand(,'& oltreall'ef
fere flato parente, &alleuo,&logotenente generale di quel gran Francesco
Maria della Rouere , Duca d'Vrbino , il quaì è flato vera corona
della militia ne'i tempi fuoi, & nodrito & crefeiuto quafi di continuo nell'
onorata fcuola di molte virrù con Gvido B a l d o, figliuolo del detto
Duca, & ere^le.non meno della virtù, & della gloria, che dello Stato del padre
fuo, fi è quefto Conte dato tutto à i feruigi della Cafa d'A vstria, cVèfla
to in particolar fommamente amato,& /limato dall'Imperator Carlo Quin
to,alquale molto giouinetto cominciò à feruire,& fotto l'ombra del quale,ol
tre all'auer confeguiti onori, & gradi,conformi alla fuprema grandezza d'animo
di quel gran Principerà poi corfa felicifsima.Fortuna in auer'occafioni di
moftrar'il fuo valore, non fola mente col configlio , ma ancora con l'arme, &
con la perfona,in più d'vna raraoperatione,sì come,per tacerne molte altre,fu
quella, quando l'anno MD X L VI. efTendo la guerra di Germania contra
i ribelli dell'Imperio, &auendoi nemici dell'Imperatore occupata vna riua
del fiume Albi in SafTonia, gl'Imperiali non vedean come da loro (ì poteffe
varcar'il fiume,profondo,& rapidifsimo,nè il tempo cócedeua in alcun mo
do il poter fiir ponte,Là ondeì'Imperatore,tra molti de' fuoi principali Confi
glieri, & perfonaggi di carichi grandi,elefle queflo Conte Landrianoà deuer
prender cura del pafTaggio di quel fiume, raccommandandoall'operj,& al con
figlio fuo cofa di tanta importanza, alla prefenza d'ambedue gli cflerciti. Il
qual Conte,tolti fubito feco alcuni de' più arditi Caualieri,fi mife à* varcai 'ol
tre contra i nemici,& mal grado loro pallàto nell'altra riua, & poflofi à combattere^
tenerli a" bada, fpacciò fubito indietro vn de' fuoi à far'mtéder'il tur
to