Le imprese illustri del S.or Ieronimo Ruscelli.

MARCHESA DI PESCARA: 2*7
do (Urìncontroà qualche feneftra d'una ftantia, fi vede, che nelFaere fofpe/b
ò alto di tale ftanza , non apparifee il color del Sole,ma fé à quel dritto viene
à pattar o metterfi alcuna perfona,ò cofa,fi vede fubito , che il Sole,trouand
oggetto doue fermar{ì,fìfavedcre,&nfplendeinmodo,che fé t&Y effetto fi
poteflfe veder di notte,& principalmente tenebrofa,parria che veramente fof-
iè fuoco,& tanto più fé quella cofa,doue quello fplédor battette , fotte picco-
la,& riftretta inficine.
O' pur ancora fi potria credere,che quello fplendore in forma di fuoco,i!
qual ne i tempi delle tempefte rifplende,come è già detto,fi facefle dallo fplen
dorè della Luna,ò d*alcune ftelle,le quali per l'interpofition della caligine del
la notte,& delle nuuole,in cotai tempefte,non appariflèro precifamente in Cie
lo,&noniUuftraflero efficacemente l'aere,ma chetuttauia pattando il Itimelo
yo per qualche parte più rara ài cotai nuuole,come Sol per vetro, veni tte po-
scia cotale fplédore à vecierfi vnito fopra quella cofa corporea,sì come quafi
puntalmènte pofsiamo ima^inarcelo con artificio , mettendo fra l'occhio del
Sole vn gran vetro,tinto d'alcuni colori ombrofi,come nero ò bertino , fenza
corpo,in guifr'jchc rapprefenti in vn certo modo le nuuole r& in mezo à tal ve-
tro far'una feneftreila forata,ò lafciario bianco & chiaro fenza tingerlo, come,
s'è detto di farlo tutto.Che mettendo poi di qua da tal vetro vn panno,ò fpec
chiopkcolOjfi vedrà battere in efsi in piccola parte cV riftrettamente lo fplen
dor del So!e,che auerà verifsima fenlbianza di fuoco, reftando l'aere d'attorno
nell'eifer fuo,cioè quafi tenebrofo à comparatone di quel poco fplédore così
riftrctto.Et il medefimo ancor fi farà con la Luna,riceu endola in tempo fere
no dentro qualche ftantia per feneftra ò porta col vetro tinto nello fletto mo
do, che del Sole fi è detto.
E t potrebbe ancora quello fplendore,in forma di fuoco fopra tal canape
ò panni bagnati,& congelati in quelle tem pelle, farfi con qualche proportionata
ragione à quella de i legni marci , che in qualche parte, ò ftan2a alquato
ofcuraattembranfuoco,& così di quegli animaletti,che la fiate volan di -notila
paion vere candelette ò fuoco. Che non èperò da dire farfi tal fuoco ò
splendor per efalatione& per freddo, comedi quefto lumeo fuoco han det
toifilofofi. Ma in Qualunque modo la prouidentifsima Natura, Se l'infinita
fapienza di Dio ne contenga ò muoua la ragion vera, à* me è badato in quefto
propofito,chelo richiedeua,raccontame quell'effetto, che ciafeuno può ve-»
.der con efperientia.Et voglio conchiudere^che per auentura potrebbe effere,.
che in'quelle tempefte alcuni pezzetti, ò peli di tela,ò canape nell'efiremità
delle vele, ò delle corde così imbeuute, &riftrette dall'acqua & dal freddo,
-prendetter poi quella qualità ò color di fuoco, come ho detto che fi vede fca
iàtamente,facendo fi à bello ftudio.CV forfè ancora sfilandofi, & diftaccan-