Le imprese illustri del S.or Ieronimo Ruscelli.

V T^augelfolo -tèycbefi rinoua ,
E riproduce delfuo proprio feme ,
CONTE DELLA TRINITÀ» A G %0.
E fra gli odorfua lunga età fini/ce,
Quindi è fama > che eletto ad altretantì
*Anni varcar, da le paterne membra
Non biada, ò erbe,ma di puro Incendo "Rafia di nuouo vn pargoletto augello ,
Lacrime^ efucco d'odorato *Amomo .
il qual come in robufia età fifinte
Quetta,poi ihe cent'anni ha cinq, uolte *Atto ape fi portar,delgraue nido
yiuendo cor fi, fipra vn'Eke ombrofa ,
Difgrauagli alti rami, e grato, e pio
d'vna Talma tremolante in cima De la natia fina cullale delp aterno
Con l'ungbie,è'l duro roflro afe co mpone Sepolcro ìnfieme afefa dolcefoma,
Già vecchia , e fianca ilfortunato nido Ch e poiper l'aere a la Città del Sole
Di nardo ad un con Cinnamomo e Mirra Giunto dauanti à le/aerate porte
Cottmtto vnrogo, à quelfipra fi pone, Delgrantempio diluidepone, elafcial
Onde chiaramente fi vede, che fé ben fra lui, & Cornelio Tacito è differenza
in qualche cola, & mafsimamente dicendo Cornelio,che il nuouo vcel-
lo porta alla Città del Sole il corpo proprio del padre, & Ouidio aon dice
del corpo del padre, ma del nido fuo, sì come dice ancor Plinio, niente dimeno
inquanto al non bruciarli della Fenice, tutti quefti già detti Autori antichi
conuengono in vno
Et per gli ftudiofi,che n'han bifogno,non refto ancor d'auuertire,che quatunque
Ouidio vfi il nome della Fenice nel genere così di femina,come di ma
fchio, nel qual folo genere mafehile la dicono gli altri due,niente dimeno ancorerò
Ouidio, come ambeduegli altri, chiama femprela vecchia Fenk^
dre,& non mai madre del nuouo vcello,ò Fenice, che poine nafee
D e' noftri mo derni Scrittori fi vede poi, chela maggior parte hanno detto
ancor'efsi, che la Fenice fi bruci, sì come de gli antichi di fopra è detto, che
fcriffero,Clau diano,& Lattantio.Onde il diuino Ariofto,auendo inquantoal-
la patria detto ancor'egliilmedefimo,chenc dice Plinio, & tutti gli altri, cioè
che ella nafea, & viua in Arabia, così dicendo nel quinto decimo Canto, defcriuendo
il viaggio d'Adolfo
Vien per l'Arabia, ch'è detta Felice,
Ricca di Mirra, Cinnamo, & Incenfo^
Che per fu'albergo l'vnica Fenice
Eletto s'ha di tutto il mondo immenfo J
Afferma ancoragli poi parimente,che ella fi bruci nel morir fuo,così dieta
do in quellafua bellifsima elegia in lingua Italiana, che fece ad imitatione, ò
più tofto à vaghifsima concorrenza di quella Latina,
0* me felkem, ò nox mihi candida, &c, di Propertio*
Fiato , che fpiri aflai più grato odore,
Che non porta da grindi,ò da' Sabei
Fenice al rogo, oue s'accende, e more.
Et