Le imprese illustri del S.or Ieronimo Ruscelli.

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Dt GALEAZZO
Non èffermi pattata oltra la gonna,
Prefe in fua fcortavna pallente donna» .
. . .
Ver cui poco giamai mi valfc,o vale
Ingegno,o fojza, &c. _ |
Et altra volta pur feguendo quella fua brauura d'eflere flato vaio rofo,& for-
te contra ogni sforzo d'Amore, fi feufa d cfler poi flato colto da lui all'tmpro
uifo , & à tradimento :
Per far una leggiadra fua uendetta
Epunir'inundì ben miile offefe,
Celatamentc Amor l'arco riprefe,
Com'huom,ch'à nocer luogo,e tempo afpetta. & quel che fegue^
Et non parendogli d'eflferiì ben fatto intendere,& bene feufato con tutta la di
ceriad'un Sonetto intero, uolle accompagnarne due infieme,&nVìl inter-
poruilafantità,&religionfua,condir, chelelagrime per la memoria della
j>afsione del Redentor noflro,partendofi dal core,& ufeendo da gli occhia-
li ean la feiata la porta aperta,onde gli sbirri,o foldati d'Amore,o amore iìef-
foin corfalctto vi poterono alla fprouifla entrar dentro,& menarlo prigione:
Trouommi Amor del tutto difarmato,
Et aperta la uia per gliocchi al core
Talché il ualent' huomo uuoreuo legato , & prigione auer la patente dal Signor
del campo,& reflar'onorato,& che il uincitor fuo all'incontro reili difo
norato,& con uituperio:
Però al parer mio non li fu onore
Ferir me di faettein quello ftato,
E à uoi armata non mollrar pu rl'arco *
Oue fi u ede.come il buon compagno uuol'attaccar al fuo uincitore un'altro
fonaglio di codardia,dicendo,che edo fuo nemico fi mife ben'àferir lui difar
mato, ma che con Madonna Laura, la qual uide armata , non uolle h gatta al-
tramente , né auer'alcuna briga, o quiftione con elfo lei . Non fi ricordando il
ualente difenfor di f efleflb, & accufator'altrui, che altra uolta egli ha detto,
come Amore per offender lui, auea prefa quella Madona Laura per compa-
gna, & per Capitana» Onde lì lafcia al giudici© , & alla fentenza di lui medefim©'
fé Amor magniamo,& conofeitor del fuo pericolo,&: del fuo debito, de
'Uefle riuolgerfi à ferir colei, ch'egli s'auea tolto per compagna, &fcortain
quella imprefa,&dalla t quale era flato con tanto ualore,&con tanta fede aiu-
tato à uincere , com'egli fleflo il Petrarca afferma
IVlafe èuero quello che difopras'è allegato auer detto lui fleflo, cioè che
gliamorofì affanni lo fpauentar da principio in modo,che fé ne fuggi colpetto^
col mantello, & col giubbone ftracciato,in qual modo potrà cfler uero,
che ad A more per prendere un'huomo così timido , & uile conueniffe ufar
•tanti flratagemi, & tanti tradimenti per coglierlo difarmatojPiù comportar
bile, ò più credibile era certo a dire, che lo trouò fcalzo,a fcdtre,o a giacere^
.*&. che li mife lacci a piedi come fi fa alle bufale, o a i caualli , & altri rimedij
tali,perche egli non potefle fuggire,poiche così uolentieri,& sì facilméte l'a-
llea fatto altra uolta.Et €. in quella zuffa Amore gli fquarciò il petto, e i pan-
fu»in che modo il b ucu Jbuomo braua poi così sfacciatamente > che le flette
4'Amore