Le imprese illustri del S.or Ieronimo Ruscelli.

BOCCALI. 459
riVenetianicon onoratisfimo grado nella guerra di Milano, & indi a non
molto, eden do il fbpranominato Duca d'Vrbino flato creato Generale di
detti Signori , lo fece Tuo Luogotenente. Et finalmente doppola mortedi
elfo Duca, morì anco'egli,ftando pur àferuitij dei Signori Venetiani , & di
lui reftarono quattro figliuoli, Leonida, Iacomo , quefto Manolio,di chi è
quella Imprefa,&Francefco Maria, cosi chiamato dal nomedel detto Duca,
il quale lo volfetener'àbattcfimo , & dargli il Tuo home. Quefto Francelco
Maria , che era il minore , & fu da i due altri fratelli mandato ad eredi-
tar le robe , & alcun cartello, & ville , nel Regno di Napoli , che a loro erano
reflati , come vltimi eredi di quel gran Teodoro Boccali , di cui fi ha co-
sì famofa memoria per tante vie per la nobiltà fua ,j& perle gran cofc,che fe-
ce ne i fèruigi di Carlo Quinto , dalla cui benignità ebbe tutti quei beni , che
già ho detti. Reflaron dunque in quefle parti Iacomo ( il quale in pochif-
ftmidìfegui il padre in Cielo) Leonida maggior di tutti, & quefto M a nolio.
Il quale Leonida feruendo detti Signori Venctiani con onoratifsime conditioni
, & con molta vniucrfaleafpettatione di vederlo venir'ognòra credendo
fecondo il rarifsimo valor fuo,fu ancoragli da immatura morte rimanda-
to in Cielo con fommo dolore di tutti coloro , che per conuerfatione , per vi-
lla,© per nome lo conofecuano. Eflendo flato di veramente regij coftumi,d'a
nimoaltifsimo, letterato fopra il mediocre ,& amatore, & fauoreuohfsimo
ad.ogni forte di perfona virtuofa , d'ottima vita , caritatiuo , magnanimo , Se
fplendido , molto ancor fopra le Srzefue In luogo del qual Leonida ai me-
defimifcruigide'SignoriVenetianièreflato quello Manoliocon onoratifsimo
grado,& con molta fperanza ancoragli di venir tuttauia mofirandofi degno
di maggiori^comepar, che chiaramente voglia accennar con quella fua
lmprefain propofito della quale mi èconuenuto narrar tutto quello, che ho
già detto,per cóferuatione,& come proua di quanto cominciai a dire in cóli
deration del Leone, col quale egliforfè voglia neli'intention fua auer l'occhio
a i fuoi Signori Venetiani,& col braccio della gratia, & del fauor loro confe-
guir l'onore,& la gloriatila quale afpira . Et effendofi ancor veduto nella fo-
prapoflanarrarion mia,comeifuoi pasfati hanno felicemente feruito Ma ssimili
ano, & C ar lo Imperatori , l'uno bifauolo , & l'altro padre del prefente
Rf. C ato l i co,& da loro effere flati tanto aggraditi,& rimuneratilo
farebbe forfè fuor di vero,ò almeno di verifimile a credere , che col Sole figurato
di fopra, il quale flcndei raggi fìioi verfo la Corona, &verfo il Leone,
egli abbia voluto intendere il detto Re Filippo, il quale ha il Sole per fua
Imprefa . Potendoli infiememente con molta vaghezza per quel Sole in tede-
re lddio 4vero , & fupremo Sole , ò per efìb intender Chriflo , Soldi giuflitia,
volendo inferircene con l'opera d'efsi Signori Venetiani, & del detto Re , fia
in quelle parti (oue effo Manolio pretende Dominio ) per diflendcrfi il vero
lume della fama fede,& religion noflra.Et egli cófeguéteméte fotto i loro au-
ipicij venirà quel grado di gradezza,al quale lo fpinge quella dell'animo fuo.
Con la nuuola poi , p uò voler forfè intendere le prefenti tenebre , ò priuatione
dello flato loro,ò le tenebre della falfa religione, che ora fono i quei luo
ghi , fignoreggiati ò tiranneggiati da gl'Infideli , ò qualche particolar nuuo-
U,ò tenebra nell'animo di fé fteffo per qualche prefente occafione,ò altra
M m m 2 cài cofa,