Le imprese illustri del S.or Ieronimo Ruscelli.

V I T E h L E S C H T.
, Scrittura nominate come fé fofTefo Iddio flei!o,non s'hanno però d.i di-rè 1 he
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ella riftrettamente l'intenda fenon perdi Angeli, & miniftrifuoi, the gufila
uano quel popolo al cenno di Dio^acendolo andare,ò ftare,& fermai fi, accodo
che ftauano, oandauano e(Te due colonne, l'vna il giorno, & l'altri la
notte. Et efièndof] detto, o almeno accennato qui di fopra, come le nuuole
ci guidino a Dio , & come parimente ci guidi poi come fuccefsiuamenfc
con la luce & con la virtù fua il fuoco,& ci purifichi , fi può trarre, che Fintendone
dell'Autore di quella Iniprefafia fiata di voler con ella proporfi la
vera via di guidarli & condurti alla vita ottima in quello mondo, &confeguentemente
al Cielo . Ilchefipuò venir confiderando non folamentc dalie
parole E s te Dvces, che pregano quelle due gloriofe & diuine (corte,
che gli fien guide & duci nel viaggio, della fua vita,ma fi può ancora riconofee
redagi inftituti della fua vita,oue fi vede,che sì cornei! Signor nollro ci difk:
> > tjon omnes t qui dicuntmibi Domine Domine, intrabunt in regnumeumftU qui
j , faciuntvoluntatem patris me, qui efl in tdis ; Così quello gentii'huomo, A utor
dell'Imprefa, non moftri di confidarli {blamente nel priego fatto con le
dette parole aquei diuini miniflri, che lo guidino , ffandblì poi egli ocio famente
agognando », & quali afpettando»comc molti fanno, d'effer più tirato
à forza, che guidati, ma s'adopri con tutto il poter fuo a renderli agilifsìmo&
efpeditoafeguirla viamoltratali della fua gloria, così in quella vita,
Come nell'altra» llche inoltrano le facreLettere,che dicono, come Iddio gui
dò,& ancor condufle il detto fuo popolo a quel paefefertilifsimo, &abondantifsimo
di ogni bene , & lo fece vincitore , & fìgnoreggiatorc di tutti que
gli altri popoli,che eran qu iuì
Vedelì adunque in Veriflcatione di quella ìntentione dell'Autore di quella
Impre{à > cheeflendogiouene > natodinobilifsimo,&onoratirsimo faneue,&
in quegli anni, ne' quali i gioueni più fògliòn'effer piegati ìì i piaceri , & nel
maggior furore de'lenfi loro euendoli morto il padre, & egli rimafo in arbi-
trio &gouerno dife fte{Ib,& fopra tutto eflfendoii re Mata vn*eredità\& vna rie
chezzagrandifsim3,oue molt'altri dell'effer fuo fi farebbono dati forfè in pre
da delle delitie,delle comodità,& de'piaceri egli fé ne vfcì fubito di cafà>& tre*
uandofifotto l'ottima inftitutione del padre d'aucr già felicementeapprefe le
lettere Latine » Volgari, & Greche, fi rìdufle a ftu dio lontano dalla fua Terra.
Et quiui dando opera alle leggi Imperiali per ordinario^ alla Logica,& Filo
fofia per eftraordinario,s'è veduto , eller di continuo foli eci ti fs imo ne gli [fu
dij,moderàtifsìmo nei Cóftumi,temperato nelle fpefe vane &lafciue,& all'in-
contro largo & onoratifsimo in quelle, che fon degne di nobile & illull re ^en
til huomo i & di chi moftri>più con l'operationì,che con le parole,& co i de fi
«Jerijjd'afpirare a venir tuttauìa aggiungendo onore,& gloria alla Ca fa & alla
patria fua,& così in quella », come nell'altra vita ftarfempre «òn Dio. Nelle
quai due cofe,fecóndo non folainenteiFilofofi,ma ancora iTeologi,& Iddio
fteilb,conlìfle la vera, & intera felicità noflra.che è quello > che con molta va-
ghezza,& con molta leggiadria raccolfe il Petrarcha con quelli vedi ;
Così fòfpira al gloriofo regno
Così qua giù fi gode
E la lira da del Ci ci lì ti ou a a p erta »
Bbb 2 La