Le imprese illustri del S.or Ieronimo Ruscelli.

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Etaltrouc,
lufius v: palmaflorebit,
C VGLIELMO GONZAGA
Quefta adunaue,efTendo neceflàrijsfima à mortali , non folo viene connumerata
tra le virtù morali,& confederata per principale tra effe, ma dcfìgna
taper corona,&per infeparabile compagna della Natura ragionetiole, di cui
parlando Pitagora diceua , che quantunque la Virtù della ragione forte il vero
numero,che però la Giuditta era la parte più effcntiale di detto numero , & i
Geometrici diflero,che la Giuftitia era la più perfetta parte della virtù, non&
nando la Giuftitia co'l nome di Mifura; Temiftio parimente effortando cia«feuno
à dare opera alla Filofofia naturale , diceua , che la Fif ìca non per altro
era di gran giouamento a gli huomini , fé non perche fjceua più chiaramente
rifplenderc la virtù dellaGiuftitia,poiche mediante lei fi vedcun, che ciafeuno
elemento infallibilmente fi conferua dentro à quell'ordine impoftogli dalla
Natura; LaondeefTendo veramente la Giuftitia capo di tutte l'altre virtù ,
percioche fenza ella mancano grandemente della lor virtuofa,& perfetta ope*-
ratione ,
vediamo che fapientisfìmamente Salamone parlando delle quattro
virtù morali, chiamauala Prudenza Giuftitia, la Fortezza Virtù,& la Temoc
ranza Sobrietà, non alterando punto il nome della Giuftitia; Narra Platone
parimtnte,non fenza gran mifterjo,ch'auendoPrometheo creato l'huomo di
terra , tolfe à Minert a,& à Vukano,oltre al fuoco,le arti,& le diede a gli huomini,perche
fodero loro di maggior ornamento, i quali non auendo maniera
ne di eflercitarle,ne di feruir fene contro l'impeto delle fere, erano tutta via im
plicati nelle medefime diftìcujtà di prima , adoperandole inutilmente , fon
tutto che per fuggirela violenza dellefere fabricaffero poi le Città, che dimo
rando in effe fenza 1* vfo della Giuftitia,offendcndofì crudelmente tra loro , in
poco tempofi riduceffero a peggior ftato di prima; per ilche Gioue,compaffìonando
le miferieloro,mandò Mercurio in terra , il qual frammettendo tra
esfì la Giuftitia li rappacificaffe poi,& li conduceffe in vna caritatiua , & bene-
fé non
iiole vnione; La qual fauola dice Platone, non voler fignificar'alcro ,
che efTendo la Giuftitia neceflarijsfima al bene,& virtuofamente operare, è fta
conciofia
ta fempre renuta da fauij per Keina, & {ignora delle Virtù morali ,
che difponendo la Prudenza le cofe prefenti alle futurc,& riguardando h For
tezza, & la Temperanza il proprio intereffe fenza che etiamdio più volte ne ri
trouandofì Prudenza fenza malitia,ne Temperanza, ò Fortezza ftnza vitio,Ia
Giuftitia^come conclusero anco tutti i FiIoibfi,eflere fenza eccettione^) comequellach'è
fempre buona,