Le imprese illustri del S.or Ieronimo Ruscelli.

REGINA DI
Ch'altro più uitto lume al real tetto
Tortan gli occhi lucenti
E con lor fi trafittili
L'ero il figlio di Tfuhe almo Diletto ,
h le verpin dal petto
Tramati notefoaui,
Celebrando Imeneo
Che Ulto Tireneo
Serra e Gcbbena in vn co dolci cbiaui.
Et imeneo,rifronda
Delfopposlo Garonail colle,e l'onda:
Dou altra mai ft vide
Bella donna } ch 'vn raggio
Spiegale in dar'altrui ulta sì cara t
Doue luci più fide ?
Dotte penfter più faggio ? ( rara
Dmein corcafìo al mondo alma più
Diquefla? che ri/chiara
Lanojlf-a età maligna,
Cui tanta nebbia ingombra,
Ch' è tuttofumo,& ombra,
E fio. tutt'or ancor di sì ferrigna;
Così lei, chefalluma,
Saettar Mortele tor mai non prefuma.
T^è merìè raro effempio
Et, eh e quifembra in arme ( tino
Marte oue Copra. E'ifeppe ailor Quin
t
Che vide il crudofeempio •
Et ò pur eh 'un dì s 'arme (no,
Contr olimpo, e contr'Offa à lui vici-
V incera ilfier dettino .
^Altera coppia, e fola ,
Benedetto fio" l punto
Che ha l'vn l'altro congiunto •
Benedetto imeneo, che sì v'inuola
Dolce il cor da la falma,
"Perche regga due corpi unafotalma
Voi foli auete aperti
( Chiufiglì orrendi à Giano )
De la Taceigrand ufrimuginiti.
Onde i guai pria foffert i
Cangia il Gallo ,e l'ifpaon
inpuragioia,or che fifino vniti.
SPAGNA. 171
E i colli, e gli antri, e i liti
Sonan del uoflro nome
Et Imeneo tra loro ;
Imeneo,che ristoro (me,
Torge à l'Europa , e toglie l'acre fo-
Mifera,ondìella vìffe
Tredici lujlri inuoita in arme,e in riffe.
Vergin, come tifpecchì
Tjeltuo Tsfume terrestre,
Se nel tuo lampo oppofto or t'ineclijfi?
0) s'auienxhe in te pecchi
Tsjatura in farti alpestre
Ter tener' à Diana ipenfierfiffi .
J^on foran mille lAbiffi
D'eloquenza dir atti
Di lui,che deflin'alto
Ebbe,che più chefmalto
Sol notafte di luiglieccelfifatti,
Chi nel Tofco idioma
(ma.
La freme auuiuain noi d'vn'altra J\p-
Questa Cafareale
Ch'ale tue voglie pronta
%
Sì gira,
yerginper mefatale
, dice, che dal del qui vieni
Così mai non prout onta
Del verno il fior, che nel bel vifo tieni,
E da i lumifereni
li raggio vnqua non cada
Come per te vedranno
Le genti in alto fcanno
Vibrar d^iitrea la gloriofa frada,
Donna del mondo tutto ( to.
Colto eh'un m'abbia deltuofemefrut*
Entrale in fortuna lieta
Mipon,e'n I\egni,e'n figli, ( ^a,
Che maggior mai non ebbi altra (pera
Tslè da tubila meta
Ein'à liti vermigli ( ^
Eiaper me, né per lor uerga à bastati-
Fa, che ne l'aurea stanca
il %e fpofo ne venga,
Efin'à l'offa il tocchi
Lo (Irai de' tuoi begli occhi .
Opra