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Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net

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delusione, che la cultura del nobile <strong>Giuoco</strong> in quella<br />

sede ospitale era molto dilettantesca e che in fondo<br />

ci si accontentava di una quantità di nozioni assai<br />

misera. A seguito di questa scoperta ne fece a poco<br />

a poco un'altra: che probabilmente non l'avevano affatto mandato là perché insegnasse. <strong>Il</strong> compito di far<br />

progredire quel paio di frati mediocremente affezionati<br />

al <strong>Giuoco</strong> delle perle e di procurar loro la soddisfazione<br />

di un modesto rendimento sportivo era facile, troppo<br />

facile e tale che qualunque altro ospite di Waldzell,<br />

anche se non ancora appartenente all'élite, avrebbe<br />

potuto assolverlo. Quell'insegnamento non poteva dunque essere il vero scopo della sua missione.<br />

Incominciò quindi a capire che dovevano averlo mandato nel<br />

rnonastero non tanto perché insegnasse quanto perché<br />

imparasse.<br />

Vero è d'altro canto che, proprio quando gli parve<br />

di aver compreso queste intenzioni, a un tratto la sua<br />

autorità nel convento si accrebbe, e con essa anche<br />

la coscienza del proprio valore poiché, nonostante le<br />

attrattive e le gradevolezze della sua parte di ospite,<br />

gli era quasi sembrato a volte d'esser stato inviato a<br />

Mariafels per punizione. Sennonché un giorno avvenne<br />

che, discutendo con l'abate, gli sfuggisse una allusione<br />

all'I-King cinese: l'abate rizzò le orecchie, fece alcune<br />

domande e, quando scoprì che l'ospite era così straordinariamente pratico della lingua cinese e del Libro<br />

delle Mutazioni, non poté nascondere la sua gioia. Era<br />

innamorato dell'I-King e, pur non sapendo il cinese<br />

e conoscendo il Libro degli Oracoli e altri misteri cinesi<br />

con quella innocente superficialità della quale gli abitanti del monastero si accontentavano in quasi tutti i<br />

loro studi scientifici, si capiva benissimo che, intelligente e a paragone dell'ospite molto esperto del<br />

mondo, era vicino allo spirito dell'antica saggezza cinese<br />

rispetto allo stato e alla vita. Ne venne una conversazione d'insolita vivacità che per la prima volta superò<br />

la mera cortesia fin allora osservata fra l'anfitrione e<br />

l'ospite e terminò con la preghiera rivolta a Knecht<br />

d'impartire all'abate due lezioni di I-King alla settimana.<br />

Mentre la sua relazione con l'abate diventava in<br />

questo modo più viva ed efficace, mentre la colleganza<br />

con l'organista andava progredendo e lo staterello spirituale nel quale viveva gli diventava a poco a poco<br />

familiare, anche la promessa dell'oracolo, interrogato<br />

prima di partire dalla Castalia, si avvicinava all'adempimento. A lui che viaggiava portando con sé tutto il<br />

suo era stato promesso non solo l'arrivo in una casa<br />

ospitale, ma anche "la costanza d'un giovane servo".<br />

E se ora la promessa veniva mantenuta il viandante<br />

poteva scorgervi un buon segno, un segno che veramente "portava con sé tutto il suo", che anche lontano<br />

da scuole e da insegnanti, da compagni, protettori e<br />

assistenti, lontano dalla natia vivificante e soccorrevole<br />

atmosfera della Castalia, portava con sé lo spirito e le<br />

energie mediante le quali andava incontro a una vita<br />

attiva e preziosa. Infatti, l'annunciato "giovane servo"<br />

gli si avvicinò sotto le spoglie d'un allievo spirituale<br />

di nome Anton e, benché questo giovane non abbia<br />

avuto una parte nella vita di Josef, costitul per lui in<br />

quel primo singolarmente disarmonico periodo a Mariafels un segnale, un messaggero di cose nuove e<br />

più<br />

grandi, un araldo di avvenimenti futuri. Anton, giovane taciturno ma dallo sguardo focoso e intelligente,<br />

quasi maturo ormai per essere accolto nella cerchia dei<br />

monaci, incontrava piuttosto di frequente il giocatore<br />

di perle, la cui origine e la cui arte gli riuscivano così<br />

misteriose, mentre d'altro canto la piccola schiera di<br />

alunni, nell'ala dell'edificio isolata e inaccessibile all'ospite, rimaneva a quest'ultimo pressoché<br />

sconosciuta<br />

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