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Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net

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intagli rappresentavano, con molte figure in parte dorate, scene della vita degli dèi, invitava talvolta i<br />

brahmani, il fior fiore degli eruditi e dei pensatori, a<br />

discutere su argomenti sacri, sulla creazione del mondo,<br />

sulla maya del grande Vishnu, sui sacri Veda, sul potere dei sacrifici e su quello ancora maggiore della<br />

penitenza, mediante la quale i mortali possono arrivare al punto da far tremare di spavento persino gli<br />

dèi. I brahmani che più si erano distinti nel parlare,<br />

discutere e ragionare, ricevevano regali cospicui, taluno<br />

per una disputa vittoriosa otteneva in premio una bella<br />

mucca, e certe volte si avveravano scene a un tempo<br />

comiche e commoventi, quando cioè i grandi scienziati, dopo aver enunciato le sentenze dei Veda ed<br />

essersi dimostrati competenti in tutti i cieli e i mari<br />

del mondo, se ne andavano gonfi e superbi coi loro<br />

doni o magari se li disputavano con liti gelose.<br />

In genere, in mezzo alle ricchezze, alla fortuna, al<br />

giardino e ai suoi libri, Dasa riteneva strano e problematico tutto quanto fa parte della vita e della natura<br />

umana: tutto era commovente e nello stesso tempo<br />

ridicolo come quei savi e vanitosi brahmani, luminoso<br />

e buio ad un tempo, desiderabile e spregevole. Quando<br />

egli si beava ammirando i fiori di loto nei laghetti del<br />

giardino, il giuoco di colori sulle penne dei fagiani,<br />

dei pavoni, dei calai e sugli intagli dorati nel palazzo,<br />

tutte queste cose gli parevano talvolta divine e come<br />

pervase di vita eterna, mentre altre volte o anche contemporaneamente sentiva in esse un che di irreaie e<br />

malfido o problematico, una tendenza a trapassare e<br />

dissolversi, a ricadere nell'informe e nel caos. Come<br />

egli stesso, il principe Dasa, era diventato pastore, assassino e fuorilegge, e infine era risalito al trono,<br />

senza sapere quali forze l'avessero guidato, incerto del<br />

dornani e del posdomani, così il giuoco di maya conteneva dovunque il sublime e il volgare, l'eternità e<br />

la morte, la grandezza e il ridicolo. Persino lei, la<br />

donna amata, persino la bella Pravati gli era parsa talvolta, magari un istante, smagata e ridicola, con<br />

troppi<br />

bracciali, con troppo orgoglio trionfante negli occhi,<br />

con troppo sfarzo nell'incedere solenne e dignitoso.<br />

Più ancora che al giardino e ai libri voleva bene a<br />

Ravana, il suo figlioletto, il compimento del suo amore<br />

e della sua esistenza, la meta delle sue tenerezze e<br />

preoccupazioni: ed era un bimbo delicato, un vero<br />

principe, con gli occhi di cerbiatto come sua madre,<br />

incline a riflettere e sognare come suo padre. Certe<br />

volte, quando questi lo vedeva nell'orto, fermo davanti a un alberello, o accovacciato su un tappeto,<br />

immerso nella contemplazione di un sasso, di un balocco, di una piuma d'uccello con le sopracciglia<br />

alzate<br />

e gli occhi fissi un poco assenti, gli pareva che suo<br />

figlio gli somigliasse molto. Quanto poi lo amasse<br />

s'accorse allorché, per la prima volta, dovette allontanarsene per un tempo indeterminato.<br />

Un giorno infatti era arrivato un corriere dalle regioni confinanti col paese di Govinda, e aveva recato<br />

la notizia che gli uomini di quest'ultimo vi avevano<br />

fatto una scorreria rapinando il bestiame, catturando<br />

e portando via anche un certo numero di persone.<br />

Dasa si era preparato senza indugio, aveva preso il<br />

colonnello della guardia del corpo, alcune dozzine di<br />

uomini a cavallo e si era mosso ad inseguire i predoni.<br />

Nel momento prima di partire aveva preso in braccio<br />

e baciato il bambino, mentre l'affetto gli divampava<br />

in cuore come una pena lancinante. E da quella pena,<br />

la cui furia l'aveva sorpreso ed era stata quasi un monito da un mondo ignoto, aveva tratto, durante la<br />

lunga<br />

cavalcata, un'esperienza e una comprensione. Infatti,<br />

mentre cavalcava, andava chiedendosi per quale ragione<br />

fosse in groppa al cavallo e galoppasse con tanta foga<br />

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