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Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net

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sgabello davanti al vecchio pianoforte e disse: «Tu<br />

sei Josef Knecht, vero? Pare che il tuo insegnante sia<br />

contento di te e credo che ti voglia bene. Vieni, facciamo un po' di musica insieme».<br />

Knecht aveva già tolto il violino dall'astuccio, il vecchio diede il "la», il ragazzo accordò lo strumento e<br />

guardò il Maestro ansiosamente.<br />

«Che cosa ti piacerebbe suonare?» domandò quest'ultimo. L'allievo non sapeva rispondere, tant'era preso<br />

dal rispetto per il vecchio. Non aveva mai veduto<br />

un uomo simile. Esitando prese il suo fascicolo e lo<br />

porse al Maestro.<br />

«No, no» disse questi. «Vorrei che tu suonassi a<br />

memoria, non l'esercizio, ma qualcosa di semplice che<br />

tu sappia a memoria, per esempio una canzon~e di<br />

tuo gusto.»<br />

Knecht, confuso e affascinato da quel volto e da<br />

quegli occhi, non trovava risposta, si vergognava della<br />

sua confusione e non sapeva spiccicar parola. <strong>Il</strong> Maestro non insisté, ma con un dito accennò l'inizio di<br />

una melodia e rivolse al ragazzo uno sguardo interrogativo. Questi approvò con un cenno e intonò subito<br />

la melodia, che era una delle vecchie canzoni scolastiche.<br />

«Da capo!» disse il Maestro. Knecht ripeté la melodia che il vecchio accompagnò con una seconda voce.<br />

La vecchia canzone risuonò a due voci nella saletta.<br />

«Da capo!»<br />

Knecht suonò e il Maestro accompagnò con una seconda e una terza voce, sicché nella stanza la bella<br />

C~n7r n~ riC~ nn a trf. ~J~<br />

«Da capo!» e il Maestro accompagnò con tre voci.<br />

«~ una bella canzone!» mormorò il Maestro. «Suonala adesso in voce di contralto!»<br />

Knecht obbedì, mentre il Maestro che gli aveva indicato la prima nota lo accompagnava a tre voci. E<br />

continuava a ripetere: «Da capo!», e ogni volta il<br />

suono era più gaio. Knecht suonò la melodia in voce<br />

di tenore, sempre accompagnato da due o tre voci.<br />

Suonarono molte volte, non c'era più bisogno di intesa<br />

e ad ogni ripetizione il canto si arricchiva spontaneamente di sviluppi e abbellimenti. Nella nuda saletta<br />

piena dell'allegra luce antimeridiana i suoni echeggiavano festosi.<br />

Dopo un poco il vecchio smise. «Basta ora?» domandò. Knecht scosse il capo e ricominciò, mentre<br />

l'altro riprendeva l'accompagnamento a tre voci, e cos~<br />

le quattro voci tracciavano le loro linee chiare e sottili,<br />

discorrevano fra loro, si sorreggevano a vicenda, s'intersecavano e si giravano intorno, ad archi e figure<br />

serene, mentre il ragazzo e il vecchio non pensavano<br />

a nient'altro, si abbandonavano alle belle linee affratellate e alle figure che formavano, ai loro incroci, e<br />

presi nella propria rete continuavano a suonare, cullandosi leggermente, obbedienti a un direttore<br />

invisibile.<br />

Finalmente il Maestro, terminata un'altra volta la melodia, si volse indietro a domandare: «Ti è piaciuto,<br />

Josef?».<br />

Knecht lo guardò, raggiante e pieno di gratitudine.<br />

Era tutto illuminato ma non riusciva a parlare.<br />

«Lo sai già» domandò ora il Maestro «che cosa<br />

sia una fuga?»<br />

Knecht ebbe un'espressione dubbiosa. Aveva udito<br />

fughe, ma queste non erano ancora state materia d'insegnamento.<br />

«Ecco» soggiunse il Maestro «te lo farò vedere io.<br />

<strong>Il</strong> modo più rapido per capire sarà quello di comporre<br />

noi stessi una fuga. Dunque, per fare una fuga ci vuole<br />

prima di tutto un tema. Non dovremo cercare lontano,<br />

basterà prenderlo dalla nostra canzone.»<br />

E suonò una breve sequenza di note, un pezzetto della melodia: faceva una strana impressione, così<br />

staccata<br />

senza capo né coda. Suonò il tema un'altra volta e arrivò tosto alla prima entrata. La seconda modificò<br />

l'intervallo di quinta in quello di quarta, la terza entrata<br />

ripeté la prima un'ottava sopra, la quarta ripeté la<br />

seconda, e l'esposizione si conchiuse con una risoluzione nella tonalità della dominante. <strong>Il</strong> secondo<br />

sviluppo fu modulato più liberamente su altre tonalità,<br />

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