Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net
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iporteremo fedelmente, e, secondo noi, costituiscono<br />
forse la parte più preziosa di questo libro. Non sappiamo esattamente se abbia scritto soltanto queste tre<br />
"Vite" o se qualcun'altra sia andata perduta. Con certezza è noto soltanto che dopo la consegna della sua<br />
terza biografia, l'«indiana», Knecht ricevette dalla Cancelleria dell'Autorità pedagogica il suggerimento di<br />
trasportare una eventuale "Vita" futura in un periodo storico più vicino e più documentato e di avere<br />
maggior<br />
cura dei particolari storici. Da lettere e racconti sappiamo che effettivamente egli compì studi preliminari<br />
per una biografia nel secolo XVIII. Vi si voleva presentare sotto le spoglie di teologo svevo il quale<br />
scambia in seguito il servizio ecclesiastico con la musica ed<br />
è discepolo di Johann Albrecht Bengel, amico di<br />
Oetinger e, per qualche tempo, ospite della comunità<br />
di Zinzendorf. Sappiamo che allora lesse e fece riassunti di una gran quantità di libri, in parte remoti,<br />
sulla costituzione ecclesiastica, sul pietismo e su Zinzendorf, sulla liturgia e la musica sacra di quel<br />
tempo.<br />
Sappiamo anche che fu, si può dire, innamorato della<br />
persona di Oetinger, il magico prelato, e provò vero<br />
affetto e venerazione profonda per il Magister Bengel<br />
(ne fece fotografare apposta il ritratto e lo tenne per<br />
qualche tempo sulla scrivania) e cercò onestamente di<br />
valutare Zinzendorf, per il quale sentiva simpatia e<br />
ripugnanza ad un tempo. Infine abbandonò questo<br />
lavoro accontentandosi di ciò che vi aveva imparato e<br />
si dichiarò incapace di trarne una biografia, dicendo<br />
che si era troppo addentrato in quegli studi e aveva<br />
raccolto un numero eccessivo di particolari. Questa<br />
affermazione ci autorizza pienamente a scorgere nelle<br />
tre "Vite" esistenti piuttosto opere e confessioni d'una<br />
mente poetica e d'un nobile carattere che lavori d'un<br />
erudito, e con ciò non intendiamo affatto di diminuirle.<br />
Ora, alla libertà dell'alunno lasciato libero di scegliersi lo studio si aggiunse per Knecht anche un'altra<br />
libertà e distensione. Egli non era stato soltanto un<br />
allievo come tutti gli altri, non aveva subìto soltanto<br />
l'ordine della disciplina rigorosa, del preciso orario,<br />
dell'accurato controllo da parte degli insegnanti e tutte<br />
le fatiche imposte a un allievo dell'élite. Accanto e<br />
oltre a tutto ciò, la sua relazione con Plinio gli aveva<br />
recato una parte e una responsabilità che psichicamente e spiritualmente lo spronavano fino ai limiti del<br />
possibile, e tuttavia gli gravavano le spalle: era una<br />
parte tanto attiva quanto rappresentativa, una responsabilità che a rigore andava al di là dei suoi anni e<br />
delle sue forze e che egli, fin troppo spesso in pericolo,<br />
aveva potuto affrontare soltanto per un'esuberanza di<br />
energia volitiva e d'intelligenza e che non avrebbe mai<br />
potuto assumersi senza il valido soccorso del lontano<br />
Magister Musicae. Circa ventiquattrenne, alla fine degli<br />
eccezionali anni scolastici trascorsi a Waldzell, lo trovlamo più maturo della sua età e un po' troppo<br />
stanco<br />
ma fortunatamente non troppo malconcio. Quanto però<br />
la sua natura fosse stata impegnata in quella parte e<br />
sotto quel carico, anzi fosse giunta quasi all'esaurimento, non possiamo dire in base a testimonianze<br />
dirette, ma appare chiaro non appena si consideri il<br />
modo in cui Knecht fece uso, in quei primi anni, della<br />
libertà conquistata e certo profondamente desiderata.<br />
Colui che negli ultimi anni di scuola era stato in una<br />
posizione cospicua e in certo qual modo aveva già appartenuto alla vita pubblica, se ne ritrasse subito e<br />
mteramente, anzi, se vogliamo seguire le sue orme in<br />
quel tempo, ne ricaviamo l'impressione che abbia voluto rendersi invisibile, perché nessun ambiente e<br />
nessuna società gli parevano abbastanza innocui, nessuna<br />
forma di esistenza abbastanza privata. Tanto è vero<br />
che ad alcune lunghe e tempestose lettere di Designori<br />
incominciò col rispondere brevemente e di malavoglia<br />
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