Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net
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calma, lo studente avvertì il suo affettuoso attaccamento al vegliardo: per la prima volta dall'inizio della<br />
conversazione il suo sguardo piuttosto cupo si illuminò di un lampo di benevolenza e la sua voce prese<br />
un tono un po' più gentile e spontaneo, mentre egli<br />
si accingeva finalmente a presentare senza ambagi la<br />
sua richiesta.<br />
«Signor Magister» disse «state tranquillo, il venerabile sta bene. Egli è sempre stato ed è ancora lo<br />
specchio della salute, anche se la grave età lo ha naturalmente indebolito. Non che il suo aspetto sia<br />
sensibilmente mutato o le sue forze siano a un tratto scemate; non rinuncia a qualche passeggiatina, fa ogni<br />
giorno un po' di musica e fino a poche settimane or<br />
sono dava lezioni d'organo a due allievi ancora principianti perché, come sempre, i più giovani gli sono<br />
più cari. Ma poiché ha rinunciato anche a quei due<br />
ultimi allievi, mi è parso di dover rilevare questo sintomo e da allora l'ho osservato un po' meglio e ho<br />
cominciato a riflettere. Perciò sono qui. Se c'è qualcosa che mi autorizzi a questi pensieri e a questi passi<br />
è il fatto di essere stato anch'io allievo del vecchio<br />
Maestro, una hpecie di allievo distinto, se così posso<br />
dire, e di essere stato incaricato, sarà un anno, dal suo<br />
successore di servire in certo qual modo e di tener<br />
compagnia al vecchio signore, badando soprattutto al<br />
suo benessere. L'incarico mi ha colmato di gioia perché a nessuno devo tanto rispetto e attaccamento<br />
quanto al mio ex maestro e protettore. E stato lui a schiudermi il mistero della musica e a rendermi capace di<br />
servirla, e tutto quanto ho acquistato in fatto di raziocinio, di maturità, di senso dell'ordine, mi viene<br />
da lui ed è opera sua. Cosl gli vivo accanto da circa un<br />
anno occupandomi, sì, di studi e lezioni, ma stando<br />
sempre a sua disposizione, facendogli compagnia a<br />
tavola e alle passeggiate, talvolta anche al pianoforte,<br />
e dormendo di notte nella stanza attigua. Data l'intimità, posso dunque osservare molto bene i progressi<br />
della sua... sì, diciamo pure della sua senescenza fisica,<br />
e alcuni dei miei compagni vanno facendo commenti,<br />
commiserandomi o deridendomi per lo strano ufficio<br />
che di un uomo giovane come me ha fatto il servitore<br />
e compagno d'un vegliardo. Ma non sanno, loro, e<br />
fuori di me non lo sa forse nessuno, quale modo d'invecchiare sia riservato a questo Maestro. Non sanno<br />
che, diventando a poco a poco più debole e cadente e<br />
prendendo sempre meno cibo, ritorna sempre più stanco dalle sue passeggiatine, ma senza essere mai<br />
ammalato e nella quiete della sua vecchiaia diventa sempre<br />
più spirito e devozione, dignità e schiettezza. Se il<br />
mio ufficio di famulo o custode presenta qualche difficoltà, questa è tutta nel fatto che il venerabile non<br />
vorrebbe essere servito e curato, vorrebbe sempre dare<br />
e mai prendere.»<br />
«Ti ringrazio» rispose Knecht. «Sono molto lieto<br />
di sapere presso il venerabile un allievo così devoto e<br />
riconoscente. Ma siccome non parli per incarico del<br />
tuo signore, dimmi infine e con chiarezza perché tieni<br />
tanto a farmi venire a Monteport.»<br />
«<strong>Di</strong>anzi avete chiesto con ansia notizie della salute<br />
del vecchio Maestro» rispose il giovane. «Evidentemente la mia richiesta vi ha suggerito il pensiero che<br />
egli fosse ammalato e fosse tempo finalmente di vederlo ancora una volta. Ebbene, credo in verità che<br />
sia tempo. E vero che il venerabile non sembra prossimo alla fine, ma il suo modo di prender commiato<br />
dal mondo è certamente diverso da quello degli altri.<br />
Da alcuni mesi, per esempio, ha smesso quasi del tutto<br />
di parlare e, se ha preferito sempre i discorsi brevi ai<br />
lunghi, adesso è giunto a una brevità e ad un mutismo<br />
che mi danno non poco da pensare. Da principio,<br />
quando sempre più spesso lasciava senza risposta le<br />
mie domande, pensai che incomiflciasse a diventare<br />
tardo d'orecchio. Sente invece molto bene, come sempre: ne ho fatto la prova. Allora dovetti ritenere che<br />
fosse distratto e non sapesse più concentrare l'attenzione. Ma nemmeno questo spiegherebbe la cosa.<br />
Piuttosto, mi sembra che già da tempo si sia messo, diciamo, in viaggio e non viva più interamente fra noi,<br />
ma in un suo mondo privato ed esclusivo. Infatti<br />
sempre più di rado va a trovare o riceve qualcuno:<br />
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