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Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net

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del suo progetto che poteva farsi soltanto nell'archivio<br />

di Waldzell. Poté anche consegnare le sue carte personalmente all'amico e discuterle con lui e rivedere<br />

viceversa il progetto dell'amico, poiché aveva ottenuto di<br />

far venire Fritz per tre giorni nel monastero. Era la<br />

prlma volta che Magister Thomas accoglieva questa<br />

preghiera espressagli già due volte. Per quarìto fosse<br />

lieto della visita e curioso come isolano castalio, Tegularius si sentì molto a disagio nel convento, anzi<br />

sensibile com'era, finì quasi con l'ammalarsi per tutte<br />

quelle insolite impressioni in mezzo a uomini cortesi<br />

ma semplici, sani, forse anche un poco rudi, per i<br />

quali i suoi pensieri e problemi e le sue preoccupazioni<br />

non potevano avere la minima importanza. «Tu vivi<br />

qui su un pia<strong>net</strong>a estraneo» disse all'amico «e non<br />

capisco come tu abbia potuto resistere ben tre anni.<br />

Sinceramente ti ammiro. Questi padri sono molto gentili con me ma qui tutto mi respinge e ripugna, nulla<br />

mi viene incontro, nulla appare ovvio, nulla si può<br />

assimilare senza pena e tesistenza. Se dovessi vivere<br />

qui due settimane mi parrebbe un inferno.» Knecht<br />

non ebbe ore facili con lui e per la prima volta fu<br />

costretto a notare il profondo distacco fra i due Ordini, e comprese come quel suo amico ipersensibile,<br />

timido e impacciato, non facesse buona impressione nel<br />

convento. Tuttavia rividero insieme, a fondo e con<br />

occhio critico, i due progetti di <strong>Giuoco</strong> per il concorso,<br />

e quando Knecht dopo una di tali sedute ritornava da<br />

padre Jacobus, nell'altra ala dell'edificio, o prendeva i<br />

pasti, aveva anch'egli l'impressione di trasferirsi d'improvviso dal paese natio in un altro, tutto diverso per<br />

aria e terreno, per clima e costellazioni. Partito Fritz,<br />

fece in modo che padre Jacobus gli comunicasse l'impressione che ne aveva riportata. «Spero» fu la<br />

risposta «che la maggioranza dei castalii somigli più a<br />

lei che al suo amico. Egli rappresenta una specie di<br />

uomini poco familiare, troppo coltivata, debole e, temo, anche un po' superba. Anche in seguito terrò lei<br />

come esempio, altrimenti rischio di essere ingiusto con<br />

la vostra gente. Quel povero diavolo infatti, così sensibile, saccente, imbarazzato, basterebbe per far<br />

venire<br />

a noia tutta la vostra Provincia.»<br />

«Via» obiettò Knecht «anche tra i signori benedettini ci sarà stato nel corso dei secoli qualche individuo<br />

malaticcio, fisicamente debole, ma non per questo privo di intelligenza. Probabilmente non è stato<br />

saggio invitare Tegularius in questo luogo dove ci sono<br />

occhi acuti per le sue debolezze ma nessuno che veda i<br />

suoi grandi pregi. Per me la sua venuta è stata un vero<br />

servigio d'amico.» Ed espose al padre la sua intenzione di partecipare al concorso. Questi fu contento<br />

che Knecht prendesse le difese dell'amico. «Bravo!»<br />

disse ridendo amichevolmente. «Ma a quanto pare,<br />

lei ha soltanto amici coi quali è un po' difficile trattare» E godendosi lo stupore di Knecht che non<br />

capiva aggiunse senza dar peso alle parole: «Alludo<br />

a un altro. Non ha notizie del suo amico Plinio Designori?».<br />

Josef rimase sbalordito e chiese spiegazioni. Le cose<br />

stavano in questi termini: in un libello politico Designori aveva professato idee troppo anticlericali e<br />

attaccato molto energicamente anche padre Jacobus. Dagli amici che aveva nella stampa cattolica questi<br />

aveva<br />

ricevuto notizie su Designori, del quale si menzionavano anche il periodo scolastico in Castalia e i suoi<br />

noti rapporti con Knecht. Josef si fece prestare lo<br />

scritto di Plinio. Lo lesse ed ebbe col padre la prima<br />

conversazione di politica attuale; ad essa seguirono<br />

poche altre. "Strano e quasi pauroso" scrisse a Ferromonte «fu per me il fatto di vedere il nostro Plinio e<br />

come appendice, anche me stesso sulla scena della politica, mentre fino allora non avevo mai pensato che<br />

fosse possibile.» Del resto il padre si espresse su quel<br />

libello di Plinio in modo quasi favorevole, senza alcun<br />

risentimento, ne elogiò lo stile e osservò che vi si poteva notare la scuola dell'élite, mentre di solito nella<br />

politica quotidiana ci si accontentava di un livello<br />

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