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Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net

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logorarsi il cervello. Per lui il fatto in sé, quello stupefacente spettacolo naturale, era già un problema<br />

immenso e difficile con vari aspetti: chi vi aveva assistito<br />

poteva pensarci una vita intera. Uno solo in tutto il<br />

villaggio avrebbe considerato quella cascata di stelle<br />

con occhi simili ai suoi, partendo da simili premesse,<br />

cioè Turu, il suo figliolo e discepolo; soltanto la conferma o le correzioni di questo testimone avrebbero<br />

avuto per Knecht qualche valore. Egli invece aveva<br />

lasciato dormire il figliolo e quanto più indagava i<br />

motivi di ciò, e si chiedeva perché in quel fatto inaudito avesse rinunciato all'unico osservatore e<br />

testimone<br />

per lui valido e utile, tanto più era convinto di aver<br />

fatto bene e di aver obbedito a un savio suggerimento.<br />

Aveva voluto evitare quella vista ai suoi, anche al suo<br />

apprendista e collega, anzi particolarmente a lui, poiché<br />

a nessuno era altrettanto affezionato. Gli aveva nascosto la caduta delle stelle perché in primo luogo<br />

credeva nei buoni spiriti del sonno, specie di quello<br />

giovanile, e poi, se la memoria non lo ingannava, nel<br />

momento stesso in cui il prodigio celeste era incominciato, aveva pensato non tanto a un pericolo mortale<br />

per tutti loro quanto piuttosto a un presagio di futuri<br />

danni che non riguardava e non avrebbe colpito nessuno se non lui, il mago della pioggia. Qualche cosa<br />

si stava preparando, un pericolo o una minaccia dal<br />

settore al quale era legato per ragioni di ufficio, e questo pericolo, comunque si presentasse, avrebbe<br />

riguardato soprattutto ed espressamente lui stesso. E ora<br />

voleva affrontare questo pericolo con viva risolutezza,<br />

prepararvisi con l'anima, accettarlo ma non lasciarsene<br />

impaurire fino a perdere la propria dignità: questa la<br />

decisione che egli trasse dal grande presagio. La futura<br />

fatalità avrebbe richiesto un uomo maturo e coraggioso<br />

e perciò non sarebbe stato opportuno trascinarvi anche<br />

il figlio, farlo partecipare alla sofferenza o sia pure soltanto alla previsione di essa poiché, per quanto ne<br />

avesse stima, rimaneva pur sempre incerto se un giovane non ancora provato avrebbe avuto la forza di<br />

sostenerla.<br />

Certo, suo figlio Turu era malcontento di aver perduto il grande spettacolo rimanendo a dormire.<br />

Comunque lo si interpretasse, era in ogni caso un fatto<br />

importante che forse non si sarebbe più verificato, lui<br />

vivo, e così gli era sfuggita un'esperienza, un portento<br />

celeste. Perciò tenne il broncio a suo padre per qualche<br />

tempo. <strong>Il</strong> broncio però fu superato, perché il vecchio<br />

compensò Turu con maggiori cure e tenerezze e più<br />

che mai lo introdusse in tutte le funzioni del suo ufficio; col presentimento di ciò che doveva accadere si<br />

sforzava sempre più di educarlo e di farne un successore introdotto nell'arte e possibilmente perfetto<br />

Se anche gli parlava di rado di quella pioggia di stelle,<br />

lo faceva partecipare con sempre minore riserbo ai suoi<br />

segreti, alle pratiche, alle indagini e si faceva accompagnare nelle sue passeggiate e nei tentativi di<br />

sorprendere i misteri della natura, come non aveva mai<br />

fatto con nessun altro.<br />

Venne l'inverno e fu un inverno umido e piuttosto<br />

mite. Non ci fu alcuna pioggia di stelle, non accaddero cose grandi e insolite, il villaggio era tranquillo,<br />

i cacciatori inseguivano la preda, alle aste sopra le<br />

capanne sbattevano nel vento gelido i mazzi di pelli<br />

d'animale rigide, sopra lunghe assi piallate erano trascinati sulla neve i carichi di legna fatta nelle<br />

boscaglie. E proprio durante il breve periodo di gelo una<br />

vecchia morì nel villaggio e non si poté seppellirla<br />

subito: per alcuni giorni, finché il terreno non si ammollì, il cadavere gelato giacque davanti alla capanna.<br />

Soltanto la primavera venne a confermare in parte<br />

i tristi presentimenti del mago della pioggia. Fu una<br />

primavera decisamente cattiva, tradita dalla luna,<br />

malinconica, senza umori e germogli; la luna era sempre in ritardo, né mai coincidevano i diversi indizi<br />

necessari per stabilire il giorno delle semine; i fiori<br />

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