Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net
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lentamente sfiorito e rinsecchito, ma persino nelle scarne spoglie dell'asceta l'umanità primitiva lo<br />
sorprendeva<br />
talvolta e lo indispettiva con le voglie e i desideri più<br />
assurdi, con sogni e visioni fallaci. Sappiamo infatti<br />
che il diavolo dedica particolari attenzioni ai penitenti<br />
e agli anacoreti. Quando poi erano arrivati i primi bisognosi di conforto e di confessione, egli vi aveva<br />
riconosciuto con gratitudine un richiamo della grazia e<br />
trovato un sollievo alla sua vita di rinuncia: questa<br />
aveva acquisito un senso e un valore che andava al<br />
di là di lui stesso. Ora egli aveva un compito, poteva<br />
mettersi al servizio altrui o essere uno strumento divino per conquistare le anime. Era stato questo un<br />
sentimento meraviglioso e davvero edificante. In seguito però si era visto che anche i beni dell'anima<br />
subiscono l'influsso del mondo terreno e possono diventare<br />
tentazioni e trabocchetti. Quando infatti uno di quei<br />
viandanti arrivava a piedi o a cavallo e si fermava davanti alla sua caverna per chiedere un sorso d'acqua<br />
e<br />
confessarsi, il nostro Giuseppe era preso da un senso<br />
di soddisfazione e di compiacimento di sé, da una<br />
vanità e da un piacere che, appena se n'accorse, lo<br />
spaventarono profondamente. Non di rado chiedeva<br />
in ginocchio perdono a <strong>Di</strong>o e lo pregava che nessuno<br />
venisse più a confessarsi da lui, così indegno, né dalle<br />
capanne dei fratelli dei dintorni né dai villaggi o dalle<br />
città del mondo. Ma anche quando i penitenti per qualche tempo non venivano, si trovava nella medesima<br />
angustia, e se poi ne venivano molti coglieva sé stesso<br />
in un nuovo flagrante peccato: ascoltando cioè questa<br />
o quella confessione, gli capitava di provare moti di<br />
freddezza, di scarso amore e persino di disprezzo per<br />
i penitenti. Con un sospiro accettava anche queste battaglie e c'erano momenti nei quali, dopo ogni<br />
confessione, si assoggettava a solitari esercizi di penitenza e<br />
di mortificazione. Oltre a ciò prese per norma di trattare tutti i penitenti non solo come fratelli, ma con un<br />
particolare rispetto, tanto più quanto meno la persona<br />
gli andava a genio: la accoglieva come messaggera di<br />
<strong>Di</strong>o, inviata a lui per metterlo alla prova. Con gli anni<br />
e piuttosto tardi, quando già cominciava a invecchiare,<br />
riuscì a trovare un certo equilibrio di vita, in modo<br />
che sembrava, a chi viveva nelle vicinanze, uomo senza<br />
pecca e senza difetti, arrivato alla pace in <strong>Di</strong>o.<br />
Sennonché anche la pace è cosa viva, anch'essa come<br />
tutte le cose vive deve crescere e diminuire, adattarsi,<br />
sostenere prove e subire mutamenti. Ciò valeva anche<br />
per la pace di Giuseppe. Era una pace incerta, ora<br />
visibile ora nascosta, ora vicina come la candela che<br />
sl porta m mano, ora lontana come una stella del firmamento invernale. E col tempo una specie nuova e<br />
particolare di peccato e di tentazione prese ad amareggiargli la vita. Non era un moto appassionato, una<br />
ribellione o una sommossa degli istinti, ma sembrava<br />
piuttosto il contrario. Era un sentimento che nei primi<br />
stadi era facilissimo da sopportare, anzi quasi inavvertito, senza veri dolori o rinunce, uno stato d'animo<br />
tiepido, vago e annoiato che a rigore consente solo<br />
una definizione negativa: l'affievolirsi, il diminuire e<br />
infine lo sparire della gioia. Come ci sono giorni nei<br />
quali non splende il sole né cade la pioggia, ma il<br />
cielo si chiude in sé e si abbozzola, grigio ma non nero,<br />
afoso ma non fino alla tensione temporalesca, così si<br />
presentavano man mano le giornate del vecchio Giuseppe: sempre meno si potevano distinguere le<br />
mattine<br />
dalle sere, i giorni festivi dai comuni, le ore di elevazione da quelle di abbattimento e tutto si trascinava<br />
in una fiacca svogliatezza. "Sarà la vecchiaia" pensava<br />
addolorato. Era triste, perché dall'invecchiare e dal<br />
progressivo affievolirsi degli istinti e delle passioni si<br />
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