Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net
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l~importanza di quelle norme fossero una similitudine<br />
assai gentile del cosmo e dell'inserimento dell'uomo<br />
nel mondo; e oltre a ciò aveva scorto in quella tradizionale costruzione della casa un antichissimo spirito<br />
popolare meravigliosamente fuso con erudite speculazioni di mandarini e magistrati. Senza prendere mai<br />
appunti aveva coltivato con amore quel progetto di<br />
<strong>Giuoco</strong> tanto da averlo ormai in mente bell'e pronto<br />
nella sua totalità; ma da quando era stato investito<br />
della carica non aveva più avuto il tempo di pensarci.<br />
Ora deliberò senz'altro di costruire il suo <strong>Giuoco</strong> su<br />
quel concetto cinese e fin da ora Fritz doveva incominciare a studiarne lo svolgimento, sempreché<br />
sapesse intuire lo spirito di quest'idea e fare i preparativi per tradurla nel linguaggio del <strong>Giuoco</strong> delle perle<br />
di vetro. C'era però un ostacolo: Tegularius non sapeva il cinese. Troppo tardi per impararlo, ormai; ma<br />
in base ai suggerimenti che potevano dargli sia Knecht<br />
sia l'Istituto di studi asiatici, Fritz poteva benissimo<br />
pe<strong>net</strong>rare, con l'aiuto della bibliografia, nel magico<br />
simbolismo della casa cinese, poiché in fondo non si<br />
trattava di filologia. In ogni caso però occorreva tempo,<br />
specie per un uomo viziato come l'amico e non tutti i<br />
giorni disposto a lavorare, sicché era bene incominciare<br />
subito: il vecchio previdente del Calendario tascabile<br />
aveva dunque perfettamente ragione, come Knecht avvertl sorridendo con gradita sorpresa.<br />
<strong>Il</strong> giorno dopo, vedendo che l'ora riservata ai colloqui terminava in anticipo, mandò a chiamare<br />
Tegularius. Appena arrivato, questi fece l'inchino con<br />
l'espressione volutamente umile e devota che aveva<br />
assunto negli ultimi tempi di fronte a Knecht, e rimase stupito quando il Magister, che si era fatto<br />
laconico e parco di parole, lo salutò con aria arguta e<br />
domandò: a Ricordi ancora i nostri anni di studenti,<br />
quando ci trovammo quasi a litigare perché non riuscivo a convertirti al mio pensiero? Si discuteva del<br />
valore e dell'importanza degli studi orientali, particolarmente del cinese, e io volevo che anche tu<br />
frequentassi l'Istituto e imparassi quella lingua. <strong>Di</strong>', ricordi?<br />
Ebbene, oggi mi rammarico un'altra volta di non aver<br />
saputo indurti a mutar parere. Che bella cosa sarebbe<br />
se tu comprendessi il cinese! Potremmo compiere insieme un lavoro meraviglioso». Così continuò per un<br />
poco a stuzzicare la curiosità dell'amico finché sfoderò<br />
la proposta: desiderava incominciare presto la preparazione del grande <strong>Giuoco</strong> e Fritz, se gli faceva<br />
piacere,<br />
poteva eseguirne una gran parte, come a suo tempo,<br />
quando Knecht era dai benedettini, lo aveva aiutato<br />
a svolgere il <strong>Giuoco</strong> del concorso per la festa solenne.<br />
L'altro lo guardò quasi incredulo, molto sorpreso e<br />
deliziosamente turbato dal tono allegro e dal sorriso<br />
dell'amico nel quale ormai scorgeva soltanto il suo<br />
maestro e signore. Comento e commosso, sentì non<br />
solo l'onore e la fiducia che la proposta esprimeva,<br />
ma intuì e afferrò soprattutto il significato di quel<br />
gesto: era il tentativo di guarirlo, di riaprire la porta<br />
che si era chiusa fra lui e l'amico. Non diede importanza al cinese e si disse disposto senz'altro a mettersi<br />
a completa disposizione del reverendo e del suo <strong>Giuoco</strong>. «Bene» disse il Maestro. «Accetto la tua<br />
promessa. In determinate ore ridiventeremo dunque compagni di studio e di lavoro, come eravamo allora nei<br />
tempi che sembrano tanto lontani, quando abbiamo<br />
elaborato insieme e fatto trionfare parecchi Giuochi.<br />
Sono molto contento, Tegularius. E ora devi anzitutto<br />
cercar di afferrare l'idea sulla quale intendo costruire<br />
il Ludus sollemnis. Devi sforzarti di capire che cosa<br />
sia una casa cinese e che cosa significhino le norme<br />
che si devono seguire nel costruirla. Ti darò una raccomandazione per l'Istituto di studi orientali, dove<br />
troverai ogni aiuto. Oppure - mi viene in mente un'altra cosa più bella - potremmo tentare di rivolgerci al<br />
Fratello Maggiore, a quell'uomo nel boschetto di bambù del quale ti ho tanto parlato a suo tempo. Può<br />
darsi che egli ritenga indegno o seccante trattare con<br />
chi non sa il cinese, ma tentare non nuoce. Se volesse,<br />
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