Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net
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gli archivi, i laboratori, insieme a un vasto corpo insegnante, come pure le istituzioni del <strong>Giuoco</strong> delle<br />
perle.<br />
Chi durante gli anni di scuola rivela un particolare<br />
ingegno per date materie, per le lingue, per la filosofia,<br />
per la matematica o altro, viene fatto passare, quando<br />
ancora si trova nelle classi superiori delle scuole scelte,<br />
al corso che offre il migliore alimento alle sue doti<br />
intellettuali; la maggior parte di questi alunni finiscono<br />
col fare gli insegnanti della loro materia nelle scuole<br />
pubbliche e nelle università, e anche quando abbiano<br />
lasciato la Castalia rimangono per tutta la vita membri dell'Ordine, osservano cioè rigorosamente la<br />
distanza dai "normali" (quelli che non sono stati istruiti<br />
nell'élite) e salvo che escano dall'Ordine non possono<br />
mai diventare specialisti "liberi" come il medico, l'avvocato, il tecnico e così via, ma sottostanno tutta la<br />
vita alle norme dell'Ordine tra le quali vanno annoverati la nullatenenza e il celibato; il popolo, tra<br />
beffardo e rispettoso, li chiama "mandarini". In questo<br />
modo la grande maggioranza degli ex allievi dell'élite<br />
trovano la loro destinazione definitiva. Ma i pochi che<br />
rimangono, l'ultima e più oculata scelta delle scuole<br />
castalie, sono riservati a uno studio libero senza limiti<br />
di tempo, a una vita spirituale assiduamente contemplativa. Alcuni allievi dotati di grande intelligenza, i<br />
quali però, per squilibri di carattere e per altri motivi,<br />
ad esempio per difetti fisici, non sono idonei a fare<br />
gli insegnanti e a rivestire cariche di responsabilità<br />
nell'Autorità pedagogica superiore o inferiore, studiano, fanno ricerche o collezioni finché vivono; sono i<br />
pensionati dell'Autorità, i cui meriti verso il paese consistono per lo più in lavori puramente eruditi.<br />
Alcuni<br />
vengono assegnati come consiglieri alle commissioni<br />
del vocabolario, agli archivi, alle biblioteche, eccetera,<br />
altri coltivano la loro erudizione sotto l'insegna dell'arte per l'arte, ed è già avvenuto che taluni abbiano<br />
dedicato tutta l'esistenza a lavori molto remoti e<br />
spesso stravaganti, come per esempio quel Ludovicus<br />
Crudelis che in trent'anni di lavoro tradusse in greco<br />
e in sanscrito tutti gli antichi testi egizi fin allora scoperti, oppure il bizzarro Chattus Calvensis II che<br />
lasciò in quattro enormi volumi manoscritti in-folio<br />
un'opera sulla pronuncia del latino nelle università<br />
dell'Italia meridionale verso la fine del secolo XII.<br />
Questa opera doveva essere la prima parte di una<br />
Storia della pronuncia del latino dal secolo XII al XVI,<br />
ma nonostante i mille fogli manoscritti è rimasta un<br />
frammento e non fu più cOntinuata da nessuno. S'intende che lavori di questo genere puramente eruditi si<br />
prestavanO al dileggio e all'ironia, mentre non si può<br />
in alcun modo calcolarne l'effettivo valore per l'avvenire della scienza e per la totalità del popolo. La<br />
scienza però, come in altri tempi l'arte, ha pur bisogno<br />
di un certo pascolo molto vasto e talvolta lo studioso<br />
di un argomento al quale nessuno, tranne lui, s'interessa, può accumulare un sapere che rende servizi<br />
preziosissimi ai suoi colleghi contemporanei, come potrebbe essere un dizionario o un archivio. Fin dove era<br />
possibile, i lavori di pura erudizione come quelli di<br />
cui s'è detto venivano anche dati alle stampe. Si lasciava che i veri scienziati seguissero i loro studi e<br />
trastulli in libertà quasi completa e nessuno si scandalizzava se certi loro lavori non recavano alcun utile<br />
immediato al popolo e alla comunità o se i non eruditi<br />
li consideravano, né poteva essere diversamente, giochetti di lusso. Parecchi di questi eruditi erano presi<br />
in giro per la qualità dei loro studi, ma nessuno fu<br />
mai biasimato o addirittura escluso dai suoi privilegi.<br />
E se anche nel popolo godevano rispetto e non erano<br />
soltanto tollerati, pur essendo oggetto di ironiche freddure, dipendeva dal sacrificio col quale tutti i<br />
membri<br />
dei circoli eruditi pagavano la loro libertà spirituale.<br />
Godevano molte comodità, ricevevano in misura modesta vitto, vestiario e alloggio, avevano a<br />
disposizione<br />
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