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Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net

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attribuisci a me la colpa, ti prego di formulare schiettamente la tua accusa.»<br />

«Oh, non fu mai un'accusa, fu una lagnanza. Allora<br />

non l'ascoltasti e, a quanto pare, non vuoi ascoltarla<br />

neanche oggi. Allora replicasti con un sorriso senza<br />

scomporti, e così fai anche oggi.»<br />

Benché notasse nello sguardo del Maestro benevolenza e amicizia, non era capace di rilevare tali<br />

sentimenti. Riteneva di doversi liberare una buona volta<br />

dal peso che aveva portato per tanto tempo e con<br />

tanta pena.<br />

Knecht, senza mutare l'espressione del volto, rifletté<br />

qualche istante e disse cautamente: «Amico, si direbbe<br />

che soltanto adesso incomincio a capirti. Può darsi che<br />

tu abbia ragione, e anche di ciò dobbiamo parlare.<br />

Anzitutto vorrei rammentarti che, a rigore, avresti diritto di aspettarti da me che discuta quella che chiami<br />

la tua lagnanza solo quando l'avessi realmente espressa.<br />

La verità è invece che la sera del nostro colloquio nella<br />

foresteria non pronunciasti alcuna lagnanza, ma, al<br />

pari di me, ti presentasti possibilmente forte e disinvolto, facesti come me l'uomo senza difetti che non<br />

ha motivo di lagnarsi. A quanto sento però nel tuo<br />

intimo pretendevi che ciò nonostante io udissi la tua<br />

lagnanza e riconoscessi sotto la maschera il tuo vero<br />

volto. Ebbene, devo dire che qualche cosa potei avvertire, ma certo non tutto. Come potevo poi senza<br />

offendere il tuo orgoglio renderti consapevole del fatto<br />

che stavo in pensiero per te, che ti commiseravo? E<br />

a che sarebbe giovato porgerti la mano, se era vuota<br />

e non avevo nulla da darti, né consiglio, né conforto,<br />

né amicizia, poiché le nostre vie erano divergenti? E<br />

vero, allora il disagio nascosto e la tristezza che coprivi<br />

con la tua disinvoltura mi furono molesti, mi furono,<br />

confesso, antipatici, poiché racchiudevano la pretesa<br />

alla mia compassione e solidarietà in contrasto col tuo<br />

modo di fare, contenevano, secondo me, un che di<br />

invadente e d'infantile che poteva soltanto urtarmi. Tu<br />

esigevi la m.ia amicizia, pretendevi di essere un castalio, un giocatore di perle, mentre sapevi dominarti<br />

così poco e ti abbandonavi all'egoismo più stravagante.<br />

Questo fu all'incirca il mio giudizio. Infatti vedevo<br />

benissimo che in te non era rimasto quasi nulla di ciò<br />

che costituisce la Castalia, evidentemente ne avevi dimenticato persino le norme fondamentali. Ciò non<br />

era<br />

affar mio, vero, ma perché eri dunque venuto a Waldzell e pretendevi di salutarci come camerati? Ciò<br />

m'indispettiva, ripeto, e mi ripugnava, e tu avevi ragione<br />

interpretando la mia sollecita cortesia come un ripudio. Sì, ti ripudiai per istinto, non già perché eri<br />

uomo di mondo, ma perché pretendevi di farti passare<br />

per castalio. Quando poi, dopo tanti anni, sei riapparso, tutto ciò era scomparso da te, avevi l'aspetto<br />

mondano, parlavi come uno di fuori e particolarmente<br />

estranea mi sembrò l'espressione di tristezza, di affanno o d'infelicità sul tuo volto: ogni cosa tuttavia, il<br />

tuo atteggiamento, le tue parole, persino la tua tristezza mi piacquero, erano belli, adatti a te, degni di<br />

te, nulla più mi disturbava, potevo accettarti senza<br />

alcuna ripugnanza interiore, non c'era più bisogno di<br />

eccessiva cortesia, e perciò ti venni subito incontro da<br />

amico e mi sforzai di manifestarti il mio affetto. Questa volta avvenne il contrario di allora, questa volta<br />

sono stato piuttosto io a corteggiare te, mentre tu eri<br />

più sostenuto; d'altronde nella tua comparsa in questa<br />

Provincia e nel tuo interessamento alle sue sorti vidi<br />

una tacita confessione di fedeltà e di attaccamento.<br />

Ecco, infine hai anche accettato i miei inviti e ora<br />

siamo arrivati al punto da poter aprirci l'animo a vicenda e rinnovare, spero, la nostra vecchia amicizia.<br />

«Hai detto dianzi che quell'incontro giovanile fu<br />

per te una cosa dolorosa, per me invece priva d'importanza. Voglio ammettere che tu abbia ragione, non<br />

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