Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net
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staremo a litigare. Ma questo nostro incontro, caro amico, non è affatto privo d'importanza per me,<br />
m'importa invece molto più di quanto io non possa spiegarti oggi né tu supporre. Per dirla in breve, non<br />
rappresenta solo il ritorno d'un amico che era perduto<br />
quindi la risurrezione di vecchi tempi a novello vigore<br />
e mutamento. Significa soprattutto un appello, un atto<br />
di benevolenza, mi apre una via verso il vostro mondo,<br />
mi pone ancora una volta davanti al vecchio problema<br />
di una sintesi tra voi e noi e viene, ti assicuro, in<br />
buon punto. Questa volta l'appello non mi trova sordo, ma più sveglio di quanto non fossi mai poiché, a<br />
dire il vero, non giunge di sorpresa, non è una cosa<br />
estranea che venga dal difuori, alla quale si possa<br />
aprire il cuore oppure chiuderlo secondo che si voglia,<br />
ma viene quasi da me stesso, è la risposta a un desiderio fattosi urgente e imperioso, a un bisogno, a una<br />
nostalgia che è dentro di me. <strong>Di</strong> ciò però discorreremo<br />
un'altra volta, ormai è tardi e tutti e due abbiamo bisogno di riposo.<br />
«Poco fa hai parlato della mia allegria e della tua<br />
tristezza affermando, se non erro, che non rendo giustizia a quella che tu chiami la tua lagnanza nemmeno<br />
oggi, poiché a questa lagnanza reagisco con un sorriso.<br />
Qui c'è un punto che non capisco bene. Perché non<br />
si dovrebbe ascoltare una lagnanza con allegria, perché si dovrebbe rispondere, anziché col sorriso, con<br />
altrettanta tristezza? Dato che col dolore e col peso<br />
che ti grava le spalle sei ritornato da me e in Castalia,<br />
credo di poter dedurre che forse proprio la nostra<br />
allegria ha valore per te. Se d'altro canto non mi sento<br />
di condividere la tua tristezza e il tuo peso e non<br />
devo subirne il contagio, non significa che non li<br />
prenda sul serio. Riconosco perfettamente l'aspetto che<br />
hai e che la vita e il destino nel mondo hanno impressO sul tuo volto; esso ti appartiene e mi è caro<br />
e lo rispetto, benché speri di vederlo mutare. Posso<br />
soltanto supporre donde derivi; in seguito me ne<br />
dirai quel tanto che ti parrà giusto. Comprendo che<br />
la tua vita non è facile. Ma perché ritieni che non<br />
voglia e non possa considerare con giustizia la tua<br />
persona e le tue gravezze?»<br />
Designori parve di nuovo triste. «Talvolta» disse<br />
in tono rassegnato «ho l'impressione che non solo<br />
abbiamo due diversi modi di esprimerci, due linguaggi<br />
ciascuno dei quali si può tradurre nell'altro soltanto per<br />
allusioni, ma che in tutto siamo esseri fondamentalmente diversi, che non ci potremo comprendere mai.<br />
Oltre a ciò sto sempre a chiedermi chi rappresenti<br />
l'uomo autentico e intero, se voi o noi, e se in genere<br />
lo sia uno di noi due. Ci fu un tempo in cui alzavo<br />
gli occhi verso di voi, membri dell'Ordine e giocatori<br />
di perle, con venerazione, con un senso d'inferiorità<br />
e d'invidia, come verso dèi o superuomini, sempre sereni, sempre intenti al <strong>Giuoco</strong> e a godere la propria<br />
esistenza, inaccessibili a qualsiasi dolore. In altri momenti invece mi sembravate da compiangere o da<br />
disprezzare come esseri castrati, mantenuti artificiosamente in una puerizia, fanciulleschi e ingenui nel<br />
vostro mondo da giardino d'infanzia, privo di passioni, ben cintato e sereno, dove ogni naso è pulito<br />
attentamente, ogni nocivo moto sentimentale o razionale smorzato o represso, dove per tutta la vita si<br />
fanno giuochi garbati, innocui, incruenti e con terapia<br />
meditativa si controlla, si devia e neutralizza tosto ogni<br />
impulso di vita che possa turbare, ogni grande sentimento, ogni vera passione, ogni sfogo del cuore. Non<br />
vegetate forse da vili in un mondo artificioso, sterilizzato, scolasticamente castrato, un fantasma di<br />
mondo<br />
senza vizi, senza passioni, senza fame, senza succo e<br />
senza sale, un mondo senza famiglia, senza madri, senza figli, quasi quasi senza donne? La vita istintiva è<br />
infrenata dalla meditazione; cose pericolose, temerarie,<br />
di grande responsabilità come l'economia, il diritto, la<br />
politica, sono da generazioni affidate vigliaccamente ad<br />
altri; senza preoccupazioni alimentari e senza doveri<br />
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