Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net
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Questa relazione diede ogni sorta di frutti dei quali<br />
ci sia permesso di anticipare un poco il racconto, o<br />
almeno di quel frutto che più era caro a Knecht. Esso<br />
maturò adagio adagio, crebbe con cauta lentezza, come<br />
i semi di alberi d'alta montagna che si interrano nelle<br />
feconde pianure: affidati a un terreno grasso e a un<br />
clima favorevole, essi portano con sé il ritegno e la<br />
diffidenza coi quali sono cresciuti i loro padri; il lento<br />
ritmo della crescita è una loro qualità ereditaria. Così<br />
il vecchio saggio, avvezzo a vigilare contro ogni possibile influsso su sé stesso, permetteva soltanto con<br />
indugi e passo passo che tutto quanto il giovane amico, il collega del polo opposto, gli recava in fatto di<br />
spirito castalio mettesse radici in lui. Ma a poco a<br />
poco i germi si aprirono e di tutte le belle esperienze<br />
che Knecht poté fare in quegli anni la migliore e più<br />
preziosa fu, dopo inizi che potevano sembrare disperati, quella fiducia esitante, quell'aprirsi del vecchio<br />
esperto, quella sua comprensione lenta a sbocciare, più<br />
lenta ancora ad essere ammessa, non solo per la persona del giovane ammiratore ma anche per ciò che in<br />
lui portava il marchio specificamente castalio. <strong>Il</strong> giovane, in apparenza soltanto scolaro, intento ad<br />
ascoltare e ad apprendere, portò piano piano il padre, che<br />
da principio aveva usato le parole "castalio" o "giocatore di perle" soltanto in tono ironico o addirittura<br />
come fossero insulti, a riconoscere, a tollerare e infine<br />
ad ammettere con rispetto anche quel modo di pensare, anche quell'Ordine, anche quel tentativo di nobile<br />
formazione dello spirito. Padre Jacobus smise di<br />
criticare la giovane età dell'Ordine castalio che, avendo<br />
poco più di due secoli di vita, era superato da quello<br />
benedettino di un millennio e mezzo; smise di considerare il <strong>Giuoco</strong> delle perle soltanto come dandismo<br />
estetico e cessò di respingere per impossibile un'amicizia o un'alleanza avvenire tra i due Ordini. Per<br />
molto tempo Knecht non immaginò che nella parziale<br />
conquista del padre, da lui ritenuta una gioia privata<br />
e personale, le Autorità scorgevano l'apice della sua<br />
missione a Mariafels e del lavoro ivi compiuto. Invano<br />
cercava di capire a che punto fosse col suo incarico nel<br />
convento, se, a guardar bene, quel lavoro fosse utile,<br />
o se la sua missione, da principio stimata un alto onore<br />
e come tale invidiata dai concorrenti, non fosse invece<br />
a lungo andare un modesto invio a riposo, un istradamento su un binario morto. Certo, dappertutto si può<br />
imparare qualche cosa, perché non anche lì? Ma dal<br />
punto di vista castalio il monastero, eccettuato padre<br />
Jacobus, non era certo un giardino e modello di erudizione ed egli non riusciva ancora a rendersi conto<br />
se, così isolato, fra dilettanti per lo più senza pretese,<br />
non incominciasse ad arrugginire e a far regressi nel<br />
<strong>Giuoco</strong> delle perle. In quella incertezza, però, la sua<br />
mancanza di ambizioni e il suo amor fati, già abbastanza maturo, gli furono di grande beneficio. Tutto<br />
sommato, quella vita di ospite e maestrino specialista<br />
nel comodo mondo claustrale gli piaceva assai più che<br />
non l'ultimo periodo di Waldzell in mezzo a quella<br />
gente ambiziosa; e se il destino l'avesse voluto lasciare<br />
per sempre in quel piccolo posto coloniale, egli avrebbe<br />
bensi incominciato a introdurre qualche cambiamento<br />
nella sua vita cercando, per esempio, di farsi raggiungere da uno dei suoi amici, o almeno chiedendo ogni<br />
anno una lunga licenza da passare in Castalia, ma per<br />
il resto si sarebbe dichiarato soddisfatto.<br />
<strong>Il</strong> lettore del presente abbozzo biografico aspetta<br />
forse notizie su un altro lato dell'esperienza conventuale di Knecht, sul lato religioso. A questo proposito<br />
oseremo fare soltanto cauti cenni. Non solo è probabile, ma risulta chiaro da posteriori espressioni e<br />
atteggiamenti che a Mariafels Knecht ebbe intimi contatti<br />
con la religione, con un cristianesimo praticato ogni<br />
giorno; non possiamo invece rispondere al quesito se<br />
e fino a qual punto egli vi sia diventato cristiano.<br />
Questo è un campo precluso alle nostre indagini. Oltre<br />
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