Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net
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selvatici tardavano a sbocciare, le gemme chiuse penzolavano morte dai rami. Benché non lo desse a<br />
vedere,<br />
Knecht era molto preoccupato: solo Ada e soprattutto<br />
Turu notavano quanto. Non solo faceva i consueti scongiuri ma offriva anche sacrifici personali, cucinava<br />
per<br />
i demoni pappe profumate e infusi afrodisiaci, si tagliò<br />
la barba e ne bruciò i peli nel novilunio insieme con<br />
resina e cortecce fresche, provocando dense fumate.<br />
Finché gli fu possibile evitò le manifestazioni pubbliche, il sacrificio comune, le rogazioni e le<br />
stamburate e<br />
tentò di far sì che il tempo di quella brutta primavera<br />
rimanesse una preoccupazione soltanto sua. Quando<br />
però il solito termine della seminagione fu notevolmente superato, egli fu costretto a fare rapporto alla<br />
vecchia madre del villaggio; ed ecco, anche là incontrò<br />
sfortuna e contrarietà. L'avola, che gli era buona amica<br />
e nutriva per lui sentimenti quasi materni, non lo<br />
ricevette, si sentiva poco bene, era costretta nel suo<br />
giaciglio e aveva affidato tutte le sue mansioni alla<br />
sorella, la quale non vedeva di buon occhio il mago<br />
della pioggia, anche perché, portata alle distrazioni,<br />
aveva familiarità con il tamburo e giocoliere Maro che<br />
sapeva farle passare ore piacevoli e lusingarla, e, come<br />
sappiamo, era nemico di Knecht. Fin dal primo incontro questi fiutò la freddezza e l'antipatia, benché la<br />
vecchia non pronunciasse neanche una parola contro<br />
di lui. Le sue spiegazioni e proposte, specíalmente<br />
quella di protrarre ancora la semina e le eventuali<br />
offerte e processioni, furono approvate, ma la donna<br />
l'aveva accolto e trattato con riserbo come un inferiore, respingendo freddamente la sua richiesta di<br />
vedere la vecchia malata o di prepararle almeno qualche<br />
medicina Rattristato e quasi impoverito, con un cattivo sapore in bocca, Knecht se ne ritornò da quel<br />
colloquio e per mezzo mese cercò a modo suo di preparare un tempo adatto alla semina. <strong>Il</strong> tempo invece, già<br />
tante volte parallelo alle correnti dentro di lui, si<br />
mantenne ostinatamente beffardo e ostile e non ci<br />
furono né incantesimi né sacrifici che avessero efficacia. <strong>Il</strong> mago della pioggia fu costretto a ritornare<br />
dalla sorella dell'avola per proporre un'altra proroga,<br />
e questa volta fu come chiedere che avesse pazienza.<br />
S'accorse subito che la vecchia doveva aver parlato di<br />
lui e degli affari suoi con quel pagliaccio di Maro perché, mentre discorrevano della necessità di fissare il<br />
giorno delle semine o di ordinare pubbliche preghiere<br />
e cerimonie, ella si dava troppe arie di saper tutto e<br />
usava espressioni che poteva aver apprese soltanto da<br />
Maro, già apprendista del mago della pioggia. Knecht<br />
chiese ancora tre giorni di tempo, affermò poi che le<br />
costellazioni erano più favorevoli e fissò la semina nel<br />
primo giorno dopo il plenilunio. La vecchia si adattò<br />
e pronunciò la formula rituale. La decisione fu comunicata al villaggio e tutti si prepararono a festeggiare<br />
il gran giorno. Ma mentre tutto pareva avviato bene,<br />
i demoni mostrarono un'altra volta il loro livore. Esattamente un giorno prima dell'agognato e preparato<br />
inizio delle semine, la vecchia madre del villaggio morì,<br />
la festa dovette essere rimandata perché bisognava indire e preparare le esequie. Fu una solennità di<br />
prim'ordine: dietro alla nuova madre del villaggio, alle<br />
sue figlie e sorelle, veniva il mago della pioggia coi<br />
paramenti delle grandi rogazioni, con l'alto berretto di<br />
pelo di volpe, assistito dal figlio Turu che faceva crepitare le due note della raganella di legno duro.<br />
Tanto<br />
alla defunta quanto a sua sorella, la nuova anziana del<br />
villaggio, si fecero grandi onoranze e Maro col suo<br />
gruppo di tamburi si mise molto in mostra, fu notato<br />
e applaudito. <strong>Il</strong> villaggio pianse e solennizzò la giornata, si godette i canti funebri e i festeggiamenti, le :<br />
stamburate e i sacrifici, e fu un bel giorno per tutti,<br />
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