Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net
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via al cui termine essi avrebbero acquisito il diritto di<br />
entrare nell'Ordine a loro volta. Questa orazione solenne fa parte del programma d'un giorno di festa che<br />
la scuola oífre ai suoi promossi e durante il quale questi sono trattati come ospiti dai maestri e dai<br />
compagni. In queste giornate hanno sempre luogo esecuzioni<br />
accuratamente preparate (questa volta si trattava di<br />
una grande cantata del secolo XVII) e il Magister era<br />
venuto personalmente ad assistervi. Dopo il discorso<br />
del rettore, mentre tutti si avviavano alla ornata sala<br />
da pranzo, Knecht si avvicinò al Magister con questa<br />
domanda: «<strong>Il</strong> rettore ci ha detto come si svolge la<br />
vita fuori della Castalia nelle scuole e nelle università<br />
comuni. Ci ha spiegato che gli allievi di quelle università si dedicano alle libere protessioni. Se ho ben<br />
capito, sono in gran parte professioni che noi qui in<br />
Castalia non conosciamo nemmeno. Ora, come va intesa questa cosa? Perché quelle professioni sono<br />
dette<br />
libere? E perché proprio noi castalii dobbiamo esserne<br />
esclusi?».<br />
<strong>Il</strong> Magister Musicae trasse il giovane da parte e si<br />
fermò sotto una delle sequoie. Un sorriso quasi astuto<br />
gli corrugò la pelle intorno agli occhi, mentre dava<br />
questa risposta: «Mio caro, tu ti chiami Knecht e<br />
forse perciò la parola libero ha tanto fascino per te.<br />
Ma non pigliarla troppo sul serio in questo caso!<br />
Quando i non castalii parlano di professioni libere,<br />
può darsi che il vocabolo abbia un suono molto serio<br />
e magari patetico. Noi però lo prendiamo in senso ironico. Esiste sì, una libertà in quelle professioni in<br />
quanto il discente si sceglie da sé la professione. Ciò<br />
crea una parvenza di libertà, benché nella maggior<br />
parte dei casi la scelta non sia fatta dall'allievo ma<br />
piuttosto dalla sua famiglia, e certi padri si morderebbero la lingua anziché lasciare veramente ai loro<br />
figli questa libera scelta. Ma questa può essere una<br />
calunnia: escludiamo, dunque, l'obiezione! Poniamo<br />
che la libertà ci sia, ma certo è che si limita al solo<br />
atto della scelta d'una professione. Dopo si può dire<br />
che la libertà finisce. Già durante gli studi nelle scuole<br />
superiori il medico, il giurista, il tecnico sono costretti<br />
in corsi molto rigidi ehe terminano con una serie di<br />
esami. Superati questi, lo studente riceve il suo diploma e può, sempre in libertà apparente, esercitare la<br />
sua professione. Sennonché diventa schiavo di potenze<br />
inferiori, viene a dipendere dal successo, dal denaro,<br />
dalla sua ambizione, dalla sua sete di gloria, dal compiacimento che trova o non trova presso gli altri.<br />
Deve<br />
sottoporsi ad elezioni, guadagnare denaro, partecipare<br />
alla gara senza scrupoli tra le caste, le famiglie, i partiti, i giornali. In compenso gode la libertà di ottenere<br />
successi e diventare benestante, di essere odiato dai<br />
falliti o viceversa. Per gli alunni dell'élite e futuri<br />
membri dell'Ordine vale esattamente il contrario. Essi<br />
non " scelgono " alcuna professione, non credono di<br />
saper giudicare le proprie doti meglio dei maestrientro i limiti della gerarchia si lasciano porre nel posto<br />
e assegnare alla funzione che i superiori scelgono per<br />
loro, sempreché non avvenga il contrario e non siano<br />
le qualità, le doti e i difetti degli allievi a imporre ai<br />
maestri di assegnarli a un posto o ad un altro. Ora,<br />
in mezzo a questa apparente mancanza di libertà ogni<br />
eletto gode, dopo i primi corsi, la più vasta libertà<br />
che si possa immaginare. Mentre l'uomo delle professioni "libere" deve sottoporsi, per il suo<br />
perfezionamento, a un corso rigido e ristretto con severi esami<br />
la libertà dell'eletto, non appena incomincia la sua<br />
autonomia, arriva al punto che parecchi dedicano tutta<br />
la vita per propria scelta agli studi più remoti e talvolta quasi pazzi, e nessuno li disturba, purché non<br />
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