Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net
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siete stato sempre particolarmente caro e nulla è mutato nemmeno oggi. Addio, mio caro e venerato<br />
presidente».<br />
Alexander, un po' pallido, rimase in silenzio. Per<br />
un attimo parve che volesse alzare la mano e porgerla<br />
al partente. Sentì che gli occhi gli si inumidivano ma<br />
chinò la testa, rispose all'inchino di Knecht e lo lasciò<br />
uscire.<br />
Allorché questi ebbe chiuso la porta alle sue spalle,<br />
il presidente rimase immobile tendendo l'orecchio ai<br />
passi che si allontanavano, e quando non li udì più<br />
si mise a passeggiare per la stanza finché riudì un<br />
rumore di passi e un lieve bussare alla porta. <strong>Il</strong> giovane famulo entrò e annunciò una visita.<br />
«Dì che lo potrò ricevere tra un'ora e lo prego di<br />
essere breve perché ho cose urgenti da sbrigare. Oppure no, aspetta. Vai dal primo segretario e pregalo<br />
di convocare d'urgenza tutte le Autorità per posdomani avvertendo che la seduta dovrà essere plenaria<br />
e le assenze saranno scusate soltanto nel caso di grave<br />
malattia. Vai anche dall'amministratore e digli che<br />
domani mattina devo recarmi a Waldzell. La vettura<br />
dovrà esser pronta alle sette...»<br />
«Mi scusi» interruppe il giovane. «Ci sarebbe a<br />
disposizione la vettura del signor Magister Ludi.»<br />
«Come mai?»<br />
«<strong>Il</strong> reverendo ha lasciato la casa dicendo che proseguiva a piedi e lasciava la vettura a disposizione<br />
dell'Autorità.»<br />
«Sta bene. Domani prenderò quella. Ti prego di<br />
ripetere.»<br />
<strong>Il</strong> servo ripeté: «<strong>Il</strong> visitatore sarà accolto fra un'ora.<br />
Deve cercare di esser breve. <strong>Il</strong> primo segretario ha da<br />
convocare l'Autorità per dopodomani. Necessario l'interventO di tutti. Sono scusati soltanto gli ammalati<br />
gravi. Domani mattina partenza alle sette per Waldzell con la vettura del signor Magister Ludi».<br />
Uscito il giovane, Alexander respirò sollevato. S'avvicinò alla tavola alla quale era stato seduto insieme<br />
con Knecht e ancora sentiva l'eco dei passi di quel<br />
l'uomo incomprensibile che aveva amato sopra tutti<br />
e ora gli aveva dato tanto dolore. Gli aveva voluto<br />
bene fin da quando lo serviva, nei primi tempi di magistero, a Waldzell, e tra molte altre buone qualità<br />
gli era piaciuto particolarmente il passo di Knecht,<br />
un passo deciso e ritmico ma leggero, quasi sollevato<br />
da terra, tra dignitoso e puerile, tra sacerdotale e saltellante, un'andatura strana, amabile e solenne, che<br />
s'intonava in maniera perfetta al volto e alla voce di<br />
Knecht. Si adattava anche alla sua speciale maniera<br />
di essere castalio e Magister, alla sua signorilità e<br />
allegria che talvolta ricordavano un poco la compostezza aristocratica di Maestro Thomas, il suo<br />
predecessore, talvolta anche le maniere semplici e cattivanti<br />
del vecchio Maestro di Musica. E ora dunque era già<br />
partito, quel frettoloso, a piedi, per chi sa dove, e<br />
probabilmente lui non l'avrebbe riveduto mai, né avrebbe più udito la sua risata, né visto quella sua bella:<br />
mano dalle dita snelle nell'atto di tracciare i geroglifici d'un <strong>Giuoco</strong> di perle. Prese i fogli rimasti sulla<br />
tavola e incominciò a leggere. Era un documento breve, obiettivo e succinto, spesso a frasi tronche invece<br />
di periodi, e doveva servire a facilitare all'Autorità il<br />
lavoro nell'imminente controllo del Villaggio dei Giocatori e nell'elezione di un nuovo Magister. Le savie<br />
osservazioni erano scritte a lettere piccole, graziose, e<br />
tanto le parole quanto la scrittura recavano l'impronta<br />
di Josef Knecht, persona unica e inconfondibile, come<br />
erano unici il suo viso, la sua voce, il suo passo. <strong>Di</strong>fficilmente l'Autorità avrebbe trovato un uomo della<br />
sua levatura per farne un successore: sono rari, infatti,<br />
i veri signori e le vere personalità, e ogni volta rappresentano una fortuna e un dono, anche nella Castalia,<br />
nella Provincia dell'élite.<br />
<strong>Il</strong> camminare dava piacere a Knecht che da anni<br />
non aveva più viaggiato a piedi. Anzi, cercando di ricordare bene gli pareva che il suo ultimo viaggio a<br />
piedi fosse stato quello del ritorno dal monastero di<br />
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