Hermann Hesse - Il Giuoco Delle Perle Di Vetro - Altrestorie.net
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alle loro scorribande attraverso tutte le scienze possibili e tutti i generi di studio. Oltre al buon<br />
comportamento morale non si chiede loro altro che un curriculum vitae che va compilato ogni anno. A<br />
questa<br />
antica e spesso derisa consuetudine dobbiamo le tre<br />
~Vite" scritte da Knecht nei suoi anni di studio. Qui<br />
non si tratta, dunque, come per le poesie composte a<br />
Waldzell, di una attività letteraria, spontanea e sprovvista della sanzione dell'Autorità, anzi da essa più o<br />
meno riprovata, bensì di un lavoro consueto e ufficiale. Già nei primissimi tempi della Provincia<br />
pedagogica si era formato il costume di avviare gli studenti<br />
più giovani, cioè non ancora accolti nell'Ordine, a stendere una specie particolare di componimento o<br />
esercizio stilistico, il così detto curriculum vitae, vale a dire<br />
un'autobiografia fittizia, riportata in un qualunque periodo storico. L'allievo aveva il compito di risalire a<br />
un ambiente, a una civiltà, al clima spirituale di<br />
un'epoca precedente e d'immaginarvi un'esistenza a lui<br />
adeguata: si preferivano, secondo il tempo o la moda,<br />
,~ la Roma imperiale, la Francia del secolo XVII o l'ItaF lia del XV, l'Atene di Pericle o l'Austria del<br />
tempo di<br />
Mozart, e presso i filologi era sorta l'usanza di stendere il romanzo della propria vita nella lingua e nello<br />
stile del paese e del tempo prescelti da ciascuno. Ogni<br />
tanto si scrivevano con grande virtuosismo vite nello<br />
stile della curia romana intorno al 1200, nel latino dei<br />
monasteri~ nell'italiano del Centonovelle, nel francese<br />
di Montaigne, nel tedesco barocco del Cigno di Boberfeld. In queste forme libere e scherzose<br />
sopravviveva un residuo dell'antica fede asiatica nella reincarnazione e nella metempsicosi; per tutti gli<br />
insegnanti<br />
e gli alunni era ovvia l'idea che la loro esistenza potesse essere stata preceduta da altre esistenze, in altri<br />
corpi, in altro tempo, in condizioni diverse. Certo,<br />
questa non era già una fede in senso rigoroso, meno<br />
ancora una dottrina; era soltanto un esercizio, un<br />
giuoco dell'immaginazione, un tentativo di figurarsi il<br />
proprio io in situazioni e ambienti mutati. Tali esercizi erano simili a ql~elli che si facevano in molti<br />
seminari sulla critica stilistica e spesso anche nel <strong>Giuoco</strong><br />
delle perle quando ci si addentrava con cautela in passate civiltà, epoche e terre, e si imparava a<br />
considerare<br />
la propria persona come una maschera, come veste<br />
caduca d'un'entelechia. L'usanza di scrivere sifEatte biografie aveva il suo fascino e non pochi vantaggi,<br />
altrimenti non si sarebbe conservata per tanto tempo. D'altro canto non era neanche esiguo il numero degli<br />
studenti che non solo credevano più o meno nell'idea<br />
della reincarnazione, ma anche nella verità di quelle<br />
loro biografie inventate. Infatti, la maggior parte di tali<br />
precedenti esistenze immaginarie erano non solo esercitazioni stilistiche e studi storici, ma anche desideri<br />
e autoritratti potenziali: l'autore della "Vita" delineava per lo più sé stesso in quel costume e con quel<br />
carattere che rappresentava per lui un ideale e che<br />
avrebbe voluto attuare. Inoltre quelle biografie non<br />
erano, pedagogicamente parlando, una idea sbagliata,<br />
bensì un legittimo scarico del bisogno di poesia che<br />
distingue l'età giovanile. Se da generazioni era vietato<br />
poetare sul serio e vi si sostituivano o le scienze o il<br />
<strong>Giuoco</strong> delle perle, non per questo l'istinto artistico e<br />
plastico dei giovani poteva dirsi eliminato; esso trovava un lecito sfogo nelle biografie che talvolta si<br />
allargavano fino a prendere le proporzioni di brevi romanzi. Qualche autore faceva anche in tal caso i primi<br />
passi verso la scoperta di sé. D'altra parte avveniva<br />
spesso, e incontrava per lo più la benevola comprensione delle Autorità, che i giovani si valessero del<br />
curriculum per i loro sfoghi critici e rivoluzionari sul<br />
mondo odierno e sulla Castalia. Oltre a ciò, proprio<br />
nell'epoca in cui gli studenti godevano la massima libertà e non subivano alcun preciso controllo, i<br />
curricula erano molto istruttivi per gli insegnanti, ai quali<br />
davano talvolta informazioni chiare e sorprendenti sulla<br />
vita intellettuale e morale degli autori.<br />
<strong>Di</strong> Josef Knecht possediamo tre siffatte biografie che<br />
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